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Con tutto che quegli uomini che
si sono affaticati con qualche poco di sentore di virtù hanno dato cognizione
di loro al mondo, quella sola doverria bastare, vedutosi essere uomo e
conosciuto; ma perché egli è di necessità vivere innel modo che uno truova come
gli altri vivono, però in questo modo ci si interviene un poco di boriosità di
mondo, la quali ha più diversi capi. Il primo si è far sapere agli altri, che
l'uomo ha la linea sua da persone virtuose e antichissime. Io son chiamato
Benvenuto Cellini, figliuolo di maestro Giovanni d'Andrea di Cristofano
Cellini; mia madre madonna Elisabetta di Stefano Granacci, e l'uno e l'altra
cittadini fiorentini. Troviamo scritto innelle croniche fatte dai nostri
Fiorentini molto antichi e uomini di fede, secondo che scrive Giovanni Villani,
sì come si vede la città di Fiorenze fatta a imitazione della bella città di
Roma, e si vede alcuni vestigi del Collosseo e delle Terme. Queste cose sono
presso a Santa Croce; il Campitoglio era dove è oggi il Mercato Vecchio; la
Rotonda è tutta in piè, che fu fatta per il tempio di Marte; oggi è per il
nostro San Giovanni. Che questo fussi così, benissimo si vede e non si può
negare; ma sono ditte fabbriche molto minore di quelle di Roma. Quello che le
fece fare dicono essere stato Iulio Cesare con alcuni gentili uomini romani,
che, vinto e preso Fiesole, in questo luogo edificorno una città, e ciascuni di
loro prese affare uno di questi notabili edifizii. Aveva Iulio Cesare un suo
primo e valoroso capitano, il quali si domandava Fiorino da Cellino, che è un
castello il quali è presso a Monte Fiasconi a dua miglia. Avendo
questo Fiorino fatti i sua alloggiamenti sotto Fiesole, dove è ora Fiorenze,
per esser vicini al fiume d'Arno per comodità dello esercito, tutti quelli
soldati e altri, che avevano affare del ditto capitano, dicevano: - Andiamo a
Fiorenze - sì perché il ditto capitano aveva nome Fiorino, e perché innel luogo
che lui aveva li ditti sua alloggiamenti, per natura del luogo era
abbundantissima quantità di fiori. Così innel dar principio alla città, parendo
a Iulio Cesare, questo, bellissimo nome e posto accaso, e perché i fiori
apportano buono aurio, questo nome di Fiorenze pose nome alla ditta città; e
ancora per fare un tal favore al suo valoroso capitano, e tanto meglio gli
voleva, per averlo tratto di luogo molto umile, e per essere un tal virtuoso
fatto dallui. Quel nome che dicono questi dotti immaginatori e investigatori di
tal dipendenzie di nomi, dicono per essere fluente a l'Arno; questo non pare
che possi stare, perché Roma è fluente al Tevero, Ferrara è fluente al Po,
Lione è fluente alla Sonna, Parigi è fluente alla Senna; però hanno nomi
diversi e venuti per altra via. Noi troviamo così, e così crediamo dipendere da
uomo virtuoso. Di poi troviamo essere de' nostri Cellini in Ravenna, più antica
città di Italia, e quivi è gran gentili uomini; ancora n'è in Pisa, e ne ho
trovati in molti luoghi di Cristianità; e in questo Stato ancora n'è restato
qualche casata, pur dediti all'arme; ché non sono molti anni da oggi che un
giovane chiamato Luca Cellini, giovane senza barba, combatté con uno soldato
pratico e valentissimo uomo, che altre volte aveva combattuto in isteccato,
chiamato Francesco da Vicorati. Questo Luca per propria virtù con l'arme in
mano lo vinse e amazzò con tanto valore e virtù, che fe' maravigliare il mondo,
che aspettava tutto il contrario: in modo che io mi glorio d'avere lo
ascendente mio da uomini virtuosi. Ora quanto io m'abbia acquistato qualche
onore alla casa mia, li quali a questo nostro vivere di oggi per le cause che
si sanno, e per l'arte mia, quali non è materia da gran cose al suo luogo io le
dirò; gloriandomi molto più essendo nato umile e aver dato qualche onorato
prencipio alla casa mia, che se io fussi nato di gran lignaggio, e colle
mendacie qualità io l'avessi macchiata o stinta. Per tanto darò prencipio come
a Dio piacque che io nascessi.
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