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Se bene molto prima io mi dovevo
ricordare della guadagnata amicizia del più virtuoso, del più amorevole e del
più domestico uomo dabbene che mai io conoscessi al mondo: questo si fu messer
Guido Guidi, eccellente medico e dottore e nobil cittadin fiorentino; per gli
infiniti travagli postimi innanzi dalla perversa fortuna, l'avevo alquanto
lasciato un poco indietro. Benché questo non importi molto, io mi pensavo, per
averlo di continuo innel cuore, che bastassi; ma avvedutomi poi che la mia Vita
non istà bene senza lui, l'ho commesso infra questi mia maggior travagli, acciò
che sì come la e' m'era conforto e aiuto, qui mi faccia memoria di quel bene.
Capitò il ditto messer Guido in Parigi; e avendolo cominciato a cognoscere, lo
menai al mio castello, e quivi gli detti una stanza libera da per sé; così ci
godemmo insieme parecchi anni. Ancora capitò il vescovo di Pavia, cioè
monsignor de' Rossi, fratello del conte di San Sicondo. Questo Signore io levai
d'in su l'osteria e lo missi innel mio castello, dando ancora a lui una istanza
libera, dove benissimo istette accomodato con sua servitori e cavalcature per
di molti mesi. Ancora altra volta accomodai messer Luigi Alamanni con i
figliuoli per qualche mese; pure mi dette grazia Idio che io potetti far
qualche piacere, ancora io, agli uomini e grandi e virtuosi. Con il sopraditto
messer Guido godemmo l'amicizia tanti anni, quanto io là soprastetti,
gloriandoci spesso insieme che noi imparavamo qualche virtù alle spese di
quello così grande e maraviglioso principe, ogniun di noi innella sua
professione. Io posso dire veramente che quello che io sia, e quanto
di buono e bello io m'abbia operato, tutto è stato per causa di quel
maraviglioso Re: però rappicco il filo a ragionare di lui e delle
mie grande opere fattegli.
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