4 - Ella
O sogno, vivi?
Sogno che venivi
un giorno al mio
guancial di adolescente,
che indulgî ancora,
nella vaniente
notte, dentro a' miei occhi; o sogno,
vivi?
Scivolavano via le
foglie morte
lungo il viale e
grigia era la sera.
Solingo nella turba
andavo ed era
triste l'anima mia
fino a la morte.
La bella forma in
me non è più viva,
ma un senso resta
del mio cuore in fondo
come in un fiume
torbido e profondo
reliquie ferme in
onda fuggitiva.
Vidi lungi
l'ignota. Dissi: «Ella!»
ed assentiva
l'anima in occulto.
Mi sorse in tutto
l'essere un tumulto
grave. Disse una
voce: «Dessa! Quella
che fu nei sogni
tuoi familiare...
Da tergo vidi i
fianchi armoniosi
mover con lunghi
brividi nascosi.
Era tutta una
musica l'andare.
La turba a lei
timidamente aprire
vidi la via con
mormorio sommesso:
fronti chinarsi al
suo regale incesso
e splender occhi e
guance impallidire.
Ristetti sul
cammino. Ella passava.
E il suo sguardo fu
lampo. Volto, oh volto
che sorgi un tratto
come un dissepolto
fuor da la nube che
gli occhi mi grava!
Ma invano la mia
fronte si corruga
a rattener
l'immagine che manca:
il giorno alto di
già che i vetri imbianca
dissipa i lembi
nebulosi in fuga.
Io non caddi. Sì
tutto mi raccolsi
nel godimento
doloroso intenso;
era come in un
turbine ogni senso:
inturgidian di
flussi ardenti i polsi...
E rapida sparì
nella tristezza
di questa accidiosa
alba autunnale
colei che non parea
cosa mortale,
cui dieder gli
occhi miei nome «Bellezza.»
*****
Chiara apparenza,
chiusa dentro un nimbo
di sole! Il viso
fuor del sogno emerso
mi sospingea
teneramente verso
la mia ritrosa
purità di bimbo.
Colei ch'era
offuscata dietro un velo
nero quando
l'inganno mi fe' cieco,
anco tornava a'
miei sospiri, e seco
il verde, i fiori e
le chimere in cielo!
O donna ch'io nomai
sola regina
fin da la puerizia
pensosa,
cui tra la femminil
turba nascosa
presentì spesso
l'anima indovina',
o sogno, vivi?
Sogno, che venivi
un giorno al mio
guancial di adolescente,
ch'oggi m'assali sì
tenacemente
che il tuo desio
m'uccide, o sogno, vivi?
Ove sei? Cerchi in
disperato affanno
anche tu per la
notte? O pur delusa
stai, dubitando, e
l'anima ricusa
abbandonarsi ancora
in altro inganno?
Forse ascolti,
frenando i moti arcani,
passar sovra il tuo
capo il mio destino?
Oggi il mio cuor ti
palpita vicino
forse, che morirà
lunge domani...
E se non vivi, oh
nella disadorna
stanza ch'io
popolai di visioni,
oh torna come un dì
fra' sogni buoni;
fantasima d'amor
antica, torna!
Pellegrino verrò su
la tua traccia
seguendo il lume di
tue chiome bionde;
felice appieno se a
le sitibonde
pupille un giorno
porgerai la faccia.
Quanto amerò le
tenebre interrotte
da l'apparizion
della mia stella!
A la stagion che il
giorno più s'abbella
affretterò dentro
il mio cuor la notte.
Ebbro mi lancerò
verso il tuo volto
che a la mia vita
insegnerà la gioia,
come in un mar di
sole, infin ch'io muoia
entro la tua
soavità dissolto.
*****
O Bellezza!
Sognanti uomini a torme
Ciechi, avidi,
laceri i ginocchi
seguono e non han
lagrime negli occhi,
su la tua traccia,
e son di sangue l'orme.
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