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Giovanni Cena In umbra IntraText CT - Lettura del testo |
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2 - O cittàO città che gli amanti tuoi componi languidamente in maliosi freni, il sangue lor corrompi di veleni,
che fra lusinghe sapienti tieni assopite le mie ribellioni, e quando son tutti i miei sensi pieni di te, bieca repugni e non ti doni,
ecco me pur, che non ti nacqui servo, invidiando quei che al tuo convito fatto schiavo di gelose voglie,
eccomi a mendicar su le tue soglie le tue carezze onde al desio mi snervo, io, nato a la foresta ed al ruggito.
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