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Giovanni Cena In umbra IntraText CT - Lettura del testo |
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3 - I cenciPerché sciorinare al pubblico Un critico conservatore.
MENTRE ne' campi suoi tollera il mite sole vicino a' gigli i rei fermenti, perch'io l'angustia de' miei cenci ostenti accanto a gli ori vostri, abbrividite?
O figli che a le poppe inaridite della Turba gran madre l'ugne e i denti figgete ingordi, perché s'alimenti la pingue gioia delle vostre vite!
Or questo seno apersi io, cui non turba orror del sangue; e in alto umidi scossi i brani del mio cuore. Io son la Turba!
E questi cenci miei sopra le braccia Ecco, vi porto. Palpitanti e rossi lembi di carne e ve li gitto in faccia!
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