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Giovanni Cena
In umbra

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  • RIBELLIONI
    • 3 - I cenci
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3 - I cenci

 

Perché sciorinare al pubblico

I suoi cenci e il suo dolore?

Un critico conservatore.

 

 

MENTRE ne' campi suoi tollera il mite

sole vicino a' gigli i rei fermenti,

perch'io l'angustia de' miei cenci ostenti

accanto a gli ori vostri, abbrividite?

 

O figli che a le poppe inaridite

della Turba gran madre l'ugne e i denti

figgete ingordi, perché s'alimenti

la pingue gioia delle vostre vite!

 

Or questo seno apersi io, cui non turba

orror del sangue; e in alto umidi scossi

i brani del mio cuore. Io son la Turba!

 

E questi cenci miei sopra le braccia

Ecco, vi porto. Palpitanti e rossi

lembi di carne e ve li gitto in faccia!

 

 




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