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Giovanni Cena
In umbra

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  • D.
    • 1 - Desideri torbidi
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D.

 

1 - Desideri torbidi

 

DISCENDEVA la sera

su l'erta solitaria.

Io ristetti. Non era

una voce nell'aria.

 

Solo nel fondo il fiume

dava un lamento roco

scintillando nel lume

del tramonto di fuoco.

 

A tratti, fra le chiome

oscure della selva

rifluivano come

aneliti di belva,

 

e nella luce estrema

tutti i colli riarsi

in una ansia suprema

parevano levarsi

 

 

rigidi, come dorsi

gigantei, da onde

voluttuose corsi;

e le forre profonde

 

anelavano aperte

com'arse fauci e rosse.

Qualcosa ch'era inerte

in me si schiuse e mosse.

 

E come in antro cieco

tortuosi grovigli

di lombrichi, che bieco

il sol tocchi e scompigli,

 

un fremito di vite

ignote e nove sorse

in me da le sopite

solitudini. Forse,

 

gioventù moribonda,

sentivi tu salire

il rimpianto, com'onda

amara? Impeti ed ire

 

covate a lungo e vani

rancori e odî occulti

e desiderî insani

suscitavan tumulti

 

violenti, ch'io

tutto m'eressi, tutto

vibrai, come restio

fusto che investe il flutto.

 

O da l'amore esclusa

anima taciturna!

Risonò come, chiusa

da lungo tempo, un'urna

 

da lungo tempo muta.

Come levossi allora

dentro d'essa un'acuta

voce clamando: «È l'ora

 

Davan le fibre tòcche

un'ampia onda sonora:

sclamavan mille bocche

imperiose: «È l'ora

 

È l'ora? Ma non veggo

venir per il deserto

ombra: ma solo io seggo

su l'avello scoperto,

 

ove s'abbatte e spezza

la mia fede pugnace

ove la giovinezza

mia si compone in pace!

 

Amore, amor, vibranti

cantavano le cose.

Forse dai circostanti

colli un grido rispose?

 

O da l'amore esclusa

anima! Verso il blando

appello ansiosa illusa

si levò brancolando

 

per la tenebra densa

e protesa la mano

aspettò con intensa

speranza. Invano, invano!

 

E un soffio arido corse

lungo l'aeree vette.

La foresta si torse

viva sotto le strette

 

formidabili e giacque

rigida. Tacque il vento.

Solo nel fondo l'acque

ripetean il lamento.

 

Ma in occidente il cielo

poi che il sol si nascose

spiegossi, come un velo caldo

e piovevan rose.

 

Le rose sanguinose

caddero sui pendii

indi silenziose

l'ombre… Oh ch'io t'oblii,

 

livida sera in cui

l'anima inorridita

in faccia a' cieli bui

maledisse la Vita!

 

 




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