OR tutte le campane
della valle
levan da lunge i
tremuli tintinni?
Da' fulvi greppi e
da le conche gialle
compongono a
l'azzurro gli agili inni?
Voci alte e brevi o
lente, cupe, grevi,
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Ecco, improvvisa, a
l'apice del ponte
una mucca
s'affaccia. Sosta e guarda,
bianca sul fondo
cerulo del monte;
e dietro lei la
mandria s'attarda.
Occhi ripieni di
cieli sereni!
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Occhi tranquilli
dove pugna il bianco
dei picchi nel
mattino scintillanti
con l'umil verde
che serpeggia al fianco
di lor come su
membra di giganti,
ecco v'appare lungi
lungi un mare!
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Nubilo mare che il
sole inazzurra
sparso di strisce
bianche al par di veli,
ove un minuto
popolo susurra
di cose vaste come
i vasti cieli,
branco smarrito
dentro l'infinito.
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Candidi velli
popolano l'aria
silenziosi come il
vento spira;
fra l'eriche una
voce solitaria
s'interrompe
talvolta e un cor sospira…
«Morto è l'amore e
la speranza muore!»
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Pensa il pastore
mentre la pineta
geme e coi venti
rigida combatte.
ai bimbi, ai vecchi
nella casa queta...
Oh le vitelle mie,
come son fatte
belle quest'anno!
Vedranno, vedranno!
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
E guarda. Spesso
alcuna si dispaia
dal branco: la
Belfior, la Violetta;
e il cane l'una
addenta, all'altra abbaia.
La Bella innanzi
va, la più civetta
con gran collana e
lucida campana.
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Scendete ne'
silenzii montani,
o della vita ultimi
tintinnii,
che ad alcun viator
trassero vani
rimpianti e
amareggiarono gli addii.
Pianse, poi chino
riprese il cammino.
din don, dlin dlon,
dalin dalon!
Altro paese v'ha di
là dai monti
ed altro mare ancor
di là dal mare.
Noi vedremo altre
terre, altri orizzonti,
ed altri occasi ed
altre albe passare,
e di là da la vita
un'altra vita.
din don, dlin
dlon, dalin dalon!
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