I
SU la parete
candida s'appende
immobile, una mosca
moribonda:
tenacemente sta'
gonfia ed immonda
in preda a lunghi
brividi ed attende.
Guardano i multipli
occhi la profonda
ombra che
insidiosamente scende,
come un mostro
grifagno che distende
sue fila e striscia
e l'urge e la circonda.
Come in ascolto
sta. Sente un veleno
acre con lavorio
sottil fluire
e insinuarsi la
corruzione.
Muto, pensando, io
la contemplo, pieno
l'anima d'un'acuta
passione...
Tutto è soffrire,
ahimè! tutto è morire!
II
ALLOR che ti
svegliasti umida, apparsi
i primi soli
(mentre tu ti spegni
io penso a' tuoi sì
brevi dì scomparsi)
e superati i
fragili ritegni,
il corpo che fu già
sì pigro, farsi
aereo sentisti e
gli occhi pregni
di luce, oh qual
ebbrezza errar nei regni
nuovi, tra'
fluttuanti atomi sparsi!
Tra 'l turbine
incessante della vita
sugger la luce e la
gioia nell'ore
tanto febbrili più
quanto più brevi!
E un dì nel
paIpitante aer rapita
alto volasti ed era
teco amore,
e di tua vita il
culmine attingevi.
III
QUANDO in cielo
vibravi atomo d'oro,
(era di giugno, or
già la brina appare)
e il sol dentro il
mio nudo limitare
i suoi veli mettea,
solo decoro,
e per le zone
vivide un tesoro
agitar si vedea di
pietre rare,
e parea
lontanissime fanfare
udire d'un esercito
canoro,
chiusi gli occhi e
la mente sbigottita,
ascoltavo la voce,
in mio pensiero
fatta più vasta',
multipla, infinita,
e i minimi ond'è
tolto a l'uom l'impero
brulicanti a le
soglie della vita
mi scoprivano un
lembo del Mistero.
IV
SCENDONO assorte
dentro l'ombra enorme
le minuscole vite e
le giganti;
ma senza tregua
sgorgano, esultanti
da l'abisso le nove
agili a torme.
Ma, poi che segue i
suoi divini incanti
la segreta virtù
che non s'addorme,
noi ieri nate e già
morenti forme
su la caduta
rinnoviamo i pianti.
Oh cecità di menti
malaccorte!
Perché figgiam lo
sguardo entro la bruma
terrena che ci
vieta i firmamenti?
Ahi mentre tutti
portano i viventi
il lor destino
ignari, uno consuma
tutta la vita ad
esplorar la Morte!
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