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Giovanni Cena In umbra IntraText CT - Lettura del testo |
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7 - I ribelliI
IO penso a voi, povere creature che da' primi anni trasse l'inimico infra gli schiavi, e crebbe sotto dure leggi, e ricinse d'un tenace intrico.
Io penso a voi, allor che da le alture ov'io contendo contro un grande antico traggonmi a valle miserande cure, e mi sfiora l'altrui gaudio impudico.
Allor, se posi un attimo la tarma che m'occupa il cervello e degl'iniqui la gioia oscura m'avvilisca e prostri,
io guardo i visi cavi e gli occhi obliqui intorno ai cocchi d'oro alzarsi e i vostri pugni serrarsi come su di un'arma.
II
UN giorno (morta mamma era da poco) Rosinella, la bimba si moria nel lettino, minuscola, con fioco alito, di già muta... Oh figlia mia!
Girava gli occhi ciechi... A poco a poco gelava, il corpicino. Oh l'agonia dei bimbi! E non la riscaldava il fuoco della mia febbre e della mia follìa!
Quando improvvisi strepiti lontani ruppero e voci: sùbite fanfare sonarono. La via sorse in tumulto...
La strozza mi si chiuse: un gran sussulto m'irrigidì: le mie braccia e le mani… Oh balzare, afferrare, stritolare!
III
IO penso ad uno che morì ventenne sognando ancor. La vita che gli porse una madre morente e gli mantenne col sangue, si disciolse, e non s'accorse.
Era un sogno. Parea gioia perenne e in un pianto infinito si ritorse: e l'acuta agonia ch'egli sostenne era destino, era delitto? Forse.
Era un de' figli che le genitrici plebee lanciano a' giorni dell'inedia perché sian germi d'ira e di rivolta.
Morì ventenne ed io volli, a' felici lanciando in viso un dì quella tragedia, chiamar tutto un esercito a raccolta.
IV
MA quando la malizia ch'è diffusa nella vita universa ebbe ragione de' folli slanci di ribellione ed ebbe ogn'ira risorgente ottusa,
forse s'infranse l'anima non usa al giogo? Più non piange. Si compone in una pertinace illusione. Più non piange, non odia, non accusa.
Ma prega: «O per incognito cammino smarriti, solo va ciascuno e truce guata: è ciascuno a' prossimi assassino.
Deh, miti e perdonanti il negro Duce seguìte, e mondo ciascun pellegrino s'affacci ai limitari della Luce!»
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