I Neri, conoscendo i nimici loro
vili e che aveano perduto il vigore, s'avacciorono di prendere la terra; e uno
sabato a dì [...] di novenbre s'armorono co' loro cavalli coverti, e
cominciorono a seguire l'ordine dato. I Medici, potenti popolani, assalirono e
fedirono uno valoroso popolano chiamato Orlanduccio Orlandi, il dì, passato
vespro, e lascioronlo per morto. La gente s'armò, a piè e a cavallo, e vennono
al palagio de' priori. E uno valente cittadino chiamato Catellina Raffacani
disse: «Signori, voi sete traditi. E' viene verso la notte: non penate, mandate
per le vicherìe; e domattina all'alba pugnate contro a' vostri adversari». Il
podestà non mandò la sua famiglia a casa il malfattore: né il gonfaloniere
della giustizia non si mosse a punire il malificio, perché avea tenpo X dì.
Mandossi per le vicherìe. E
vennono, e spiegorono le bandiere: e poi nascosamente n'andorono dal lato di
Parte nera, e al Comune non si appresentorono. Non fu chi confortasse la gente
che si accogliesse al palagio de' signori, quantunque il gonfalone della
giustizia fusse alle finestre. Trassonvi i soldati, che non erano corrotti, e
altre genti: i quali, stando armati al palagio, erano alquanto seguiti. Altri
cittadini ancora vi trassono a piè e a cavallo, amici; e alcuni nimici, per
vedere che effetto avessono le cose.
I signori, non usi a guerra,
occupati da molti che voleano esser uditi: e in poco stante si fe' notte. Il
podestà non vi mandò sua famiglia, né non si armò: lasciò l'uficio suo a'
priori; ché potea andare alla casa de' malfattori con arme, con fuoco e con
ferri. La raunata gente non consigliò. Messer Schiatta Cancellieri capitano non
si fece innanzi a operare e a contastare a' nimici, perché era uomo più atto a
riposo e a pace che a guerra; con tutto che per li volgare si dicesse, che si
dié vanto d'uccidere messer Carlo: ma non fu vero.
Venuta la notte, la gente si
cominciò a partire; e le loro case afforzorono con asserragliare le vie con
legname, acciò che trascorrere non potesse la gente.
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