Messer Manetto Scali (nel quale
la Parte bianca avea gran fidanza, perché era potente d'amici e di séguito)
cominciò afforzare il suo palagio, e fecevi edificii da gittar pietre. Li Spini
aveano il loro palazo grande incontro al suo, e eransi proveduti esser forti:
perché sapeano bene che quivi era bisogno riparare, per la gran potenzia che si
stimava della casa degli Scali.
Infra il detto tempo cominciorono
le dette parti a usare nuova malizia, ché tra loro usavano parole amichevoli.
Li Spini diceano alli Scali: «De', perché facciamo noi così? Noi siamo pure
amici e parenti, e tutti Guelfi: noi non abiamo altra intenzione che di levarci
la catena di collo che tiene il popolo a voi e a noi; e saremo maggiori che noi
non siamo. Mercè, per Dio; siamo una cosa, come noi dovemo essere». E così
feciono i Buondalmonti a' Gherardini, e i Bardi a' Mozi, e messer Rosso dalla
Tosa al Baschiera suo consorto: e così feciono molti altri. Quelli che
riceveano tali parole, s'ammollavano nel cuore per piatà della parte: onde i
loro seguaci invilirono; i Ghibellini, credendo con si fatta vista esser
ingannati e traditi da coloro in cui si confidavano, tutti rimasono smarriti.
Si che poca gente rimase fuori, altro che alcuni artigiani, a cui commisono la
guardia.
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