Molti disonesti peccati si
feciono: di femmine vergini; rubare i pupilli; e uomini impotenti, spogliati
de' loro beni; e cacciavanli della loro città. E molti ordini feciono, quelli
che voleano, e quanto e come. Molti furono accusati; e convenia loro confessare
aveano fatta congiura, che non l'aveano fatta, e erano condannati in fiorini M
per uno. E chi non si difendea, era accusato, e per contumace era condannato
nell'avere e nella persona: e chi ubidia, pagava; e dipoi, accusati di nuove
colpe, eran cacciati di Firenze sanza nulla piatà.
Molti tesori si nascosono in
luoghi segreti: molte lingue si cambiorono in pochi giorni: molte villanie
furono dette a' priori vecchi a gran torto, pur da quelli che poco innanzi gli
aveano magnificati; molto gli vituperavano per piacere agli adversari: e molti
dispiaceri ebbono. E chi disse mal di loro mentirono: perché tutti furono
disposti al bene comune e all'onore della republica; ma il combattere non era
utile, perché i loro adversari erano pieni di speranza, Iddio gli favoreggiava,
il Papa gli aiutava, messer Carlo avean per campione, i nimici non temeano. Sì
che, tra per la paura e per l'avarizia, i Cerchi di niente si providono; e
erano i principali della discordia: e per non dar mangiare a' fanti, e per loro
viltà, niuna difesa né riparo feciono nella loro cacciata. E essendone
biasimati e ripresi, rispondeano che temeano le leggi. E questo non era vero;
però che venendo a' signori messer Torrigiano de' Cerchi per sapere di suo
stato, fu da loro in mia presenza confortato che si fornisse e apparecchiassesi
alla difesa, e agli altri amici il dicesse, e che fusse valente uomo. Nollo
feciono, però che per viltà mancò loro il cuore: onde i loro adversari ne
presono ardire, e inalzorono. Il perché dierono le chiavi della città a messer
Carlo.
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