Poi che messer Carlo di Valos
ebbe rimesso Parte nera in Firenze, andò a Roma: e domandato danari al Papa,
gli rispose che l'avea messo nella fonte dell'oro.
Indi a pochi dì si disse, che
alcuni di Parte bianca teneano trattato con messer Piero Ferrante di
Linguadoco, barone di messer Carlo, e carte de' patti se ne trovorono, che
dovea a loro petizione uccidere messer Carlo. Il quale, tornato da Corte, raunò
in Firenze uno consiglio segreto di XVII cittadini, una notte; nel quale si
trattò di far prendere certi che nominavano colpevoli, e fare loro tagliare la
testa. Il detto consiglio si recò a minor numero, perché se ne partirono VII, e
rimason X: e fecionlo, perché i nominati fuggisson e lasciasson la terra.
Feciono cessare la notte
segretamente messer Goccia Adimari e 'l figliuolo, e messer Manetto Scali, che
era a Calenzano e andonne a Mangona: e poco poi messer Muccio da Biserno,
soldato con gran masnada, e messer Simone Cancellieri, nimico di detto messer
Manetto, giunsono a Calenzano credendolo trovare; e cercando di lui, fino la
paglia de' letti con ferri fororono.
Il giorno seguente messer Carlo
gli fece richiedere, e più altri; e per contumaci e per traditori gli condannò,
e arse loro le case, e' beni publicò in comune per l'uficio del paciaro. I
quali beni messer Manetto fece ricomperare a' suoi compagni fiorini Vm, acciò
che i libri della compagnia di Francia non li facesse tòrre; e difesonsi per la
detta compagnia.
Messer Giano di messer Vieri de'
Cerchi, giovane cavaliere, era in palagio di messer Carlo, richiesto, e dato in
guardia a due cavalieri franciosi, che onestamente lo teneano per la casa.
Messer Paniccia degli Erri e messer Berto Frescobaldi, sentendolo, andorono nel
palagio, che era loro, e misonsi tra il cavaliere e le due guardie, parlando
con loro, e a lui feciono cenno di partirsi; e così segretamente si partì.
Dissesi, che tolti gli arebbe danari assai e poi la persona. Il simile advenne
a più richiesti, che partiti erano: gli condannava nell'avere e nella persona,
e i beni confiscava in comune. Per modo che dal Comune ebbe fiorini XXIIIjm, e
e'gli finì tutto ciò che e'gli avea applicato sotto il titolo del paciaro.
Del mese d'aprile 1302, avendo
fatti richiedere molti cittadini ghibellini, e guelfi di Parte bianca, condannò
gli Uberti, la famiglia degli Scolari, de' Lamberti, delli Abati, Soldanieri,
Rinaldeschi, Migliorelli, Tebaldini: e sbandì e confinò tutta la famiglia de'
Cerchi; messer Baldo, messer Biligiardo, Baldo di messer Talano e Baschiera
Tosinghi; messer Goccia e 'l figliuolo, Corso di messer Forese, e Baldinaccio
Adimari; messer Vanni de' Mozi, messer Manetto e Vieri Scali, Naldo Gherardini,
i Conti da Gangalandi, messer Neri da Gaville, messer Lapo Salterelli, messer
Donato di messer Alberto Ristori, Orlanduccio Orlandi, Dante Allighieri che era
anbasciadore a Roma, i figliuoli di Lapo Arrighi, i Ruffoli, gli Angelotti, gli
Ammuniti, Lapo del Biondo e' figliuoli, Giovangiacotto Malispini, i Tedaldi, il
Coraza Ubaldini, ser Petracca di ser Parenzo dall'Ancisa, notaio alle
Rinformagioni; Masino Cavalcanti e alcuno suo consorto; messer Betto
Gherardini, Donato e Teghia Finiguerri, Nuccio Galigai e Tignoso de' Macci; e
molti altri: che furno più di uomini DC, i quali andorono stentando per lo
mondo, chi qua e chi là.
|