Il cardinale Niccolao da Prato,
che molto avea favoreggiata la sua elezione, era molto in sua grazia. E essendo
stato Legato in Toscana, come è detto, avendo avuta balìa da' Pistolesi di
chiamare signoria sopra loro per IIII° anni, acciò ch'egli avesse balìa, nella
pace, di ciò che di Pistoia si domandava. Ché Parte nera volea, che gli usciti
Guelfi tornassono in Pistoia, dicendo: «Noi non faremo pace, se Pistoia non si
racconcia, però che, pacificati noi, i Ghibellini terrebbono Pistoia, perché
messer Tolosato ne è signore, e così saremo ingannati»; e Pistoia si dicea
esser data alla Chiesa. E la promessa del Cardinale non valse, perché di
Firenze fu cacciato, come è stato detto.
Perduta i Neri ogni speranza
d'avere Pistoia, diliberorono averla per forza: e con l'aiuto de' Lucchesi vi
vennon e posonvi l'assedio, e afforzoronvisi, e steccaronla, e fecionvi
bertesche spesse con molte guardie.
La città era nel piano,
piccioletta, e ben murata e merlata, con forteze e con porti da guerra, e con
gran fossi d'acqua; sì che per forza avere non si potea, ma attesono ad
affamarla; perché soccorso avere non potea: i Pisani loro amici gli aiutavano
con danari, ma non con le persone; i Bolognesi erano poco loro amici.
|