Significarono i Pistolesi al
Cardinale da Prato la loro miseria, e a altri loro segreti amici di fuori, li
quali per loro procuravano. E tanto feciono, che in Corte fu eletto messer
Napoleone Orsini cardinale, Legato in Toscana e nel Patriarcato d'Aquilea: e ciò
si fece per soccorrere Pistoia, come terra di Chiesa. Il quale Cardinale subito
si partì, e fra pochi dì giunse in Lonbardia.
Iddio glorioso, il quale i
peccatori batte e gastiga, e in tutto non li confonde, si mosse a pietà, e
mandò nel cuore de' Fiorentini questo pensiero: «Questo signore ne viene, e
giunto dirà: Questa terra è della Chiesa. E vorrà entrarvi; e noi verremo a
scandolo con la Chiesa». E pensarono a venire a' rimedii.
Perché le cose si temono più da
lunge che da presso, e pensa l'uomo molte cose; sì come quando una forteza o un
castello si fa, molti sono che per diversi pensieri la temono, e poi che è
fatta e compiuta, gli animi sono rassicurati e niente la temono; così da lunge
temerono i Fiorentini il Cardinale, e da presso poco il curarono: benché
ragionevolmente temere si dovea, sì per l'alteza della Chiesa, sì per la sua
dignità, e sì perché era grande in Roma, e sì per la grande amicizia avea di
Signori e di Comuni. E tanto temerono la sua venuta, che disposono cercare
accordo in questo modo.
Che eglino ebbono uno savio e
buono frate di Santo Spirito, il quale mandorono a Pistoia a messer [...] de'
Vergellesi, de' principali cittadini, assai suo amico. E parlando con lui, il
frate li fece molte promesse speziali e generali per parte della Signoria di
Firenze, profferendoli la terra rimarrebbe libera e salda nelle sue belleze, e
le persone salve e le loro castella.
Quando il cavaliere sentì questo,
lo manifestò agli Anziani, i quali, udendo il frate e la balìa avea,
conchiusono l'accordo; non sanza volontà di Dio, che le grandi e piccole cose
dispone, e non volle in tutto disfare quella città. O pietosa clemenzia, come
gli conducesti in estremo fine! ché solo uno dì aveano vittuaglia da vivere, e
poi si convenìa la morte per fame palesare a' cittadini. Di ciò sia tu,
santissima Maestà, in eterno lodata! ché il pane che mangiavano i buoni
cittadini, i porci l'arebbono sdegnato!
Fatto l'accordo innanzi la venuta
del Cardinale, la porta s'aperse a dì X d'aprile 1306; e tal cittadino vi fu,
che per fame patita mangiò tanto, ch'egli scoppiò.
I Neri di Firenze presono la
terra, e non observorono loro i patti: perché tanto li strinse la paura che a
loro non convenisse renderla, che subito sanza alcuno intervallo gittorono le
mura in terra, che eran bellissime.
Il Cardinale Legato, udite le
novelle di Pistoia, fortemente si turbò; perché si credea esser tale, che
rimedio v'arebbe posto. Andossene a Bologna, e quivi fece sua risidenzia.
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