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Dino Compagni
Cronica

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  • TERZO LIBRO DELLA CRONICA DI DINO COMPAGNI, DE' TEMPI SUOI
    • 17 - Bologna, già (marzo 1306) divenuta nera e cacciati i Bianchi e i Ghibellini, caccia poco stante lo stesso Legato. Questi, dopo tentati inutilmente i Neri di Firenze, fa in Arezzo una radunata di forze bianche e ghibelline, la quale, per sua o dappocaggine o tristizia, va a male, ed è l'ultima che i fuorusciti facciano (maggio 1306 - luglio 1397).
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17 - Bologna, già (marzo 1306) divenuta nera e cacciati i Bianchi e i Ghibellini, caccia poco stante lo stesso Legato. Questi, dopo tentati inutilmente i Neri di Firenze, fa in Arezzo una radunata di forze bianche e ghibelline, la quale, per sua o dappocaggine o tristizia, va a male, ed è l'ultima che i fuorusciti facciano (maggio 1306 - luglio 1397).

 

Stando il Legato in Bologna, i Bolognesi rivolti cacciorono fuori i loro nimici. Credette pacificarli. I Fiorentini con danari e con conforto feciono tanto, che gli apposono colpa d'uno trattato, e di tradimento; e vilmente e con vergogna lo cacciorono di Bologna, e morto vi fu un suo cappellano. Andò in Romagna per entrare in Furlì: i Fiorentini gliel negorono. Andossene ad Arezo, e con lettere e imbasciate cercò umiliarli, e non poté.

 

Il Cardinale, essendo in Arezo, raunò gente assai e fecevisi forte, perché intese i Neri di Firenze v'andrebbono a oste. Vennevi in suo aiuto il Marchese della Marca, e molti gentili uomini di , e molti Guelfi bianchi e Ghibellini di Firenze, e molti cavalli da Roma e da Pisa e da molti cherici di Lombardia; che in tutto si ragionava che fossono cavalli IjmCCCC° scelti.

 

Andoronvi i Neri di Firenze, ma con molto sospetto; ma non si advicinorono ad Arezo: tennono la via in verso Siena; poi si rivoltorono per una montagna, e entrorono su quel d'Arezo, dove disfeciono molte fortezze degli Ubertini. Al piano non discesono, perché i passi poteano esser loro contesi; e battaglia non si prese, perché i Neri forte ne dubitavano. I nimici loro confortavano il Cardinale si pigliasse la battaglia, mostrando avere gran vantaggio e la vittoria certa. Il Cardinale mai nol consentì, né che andassono a prendere i passi, o tòrre loro vittuaglia al partire: e però i Neri, senza alcuno dubbio o offesa, se ne tornorono a Firenze.

 

Molto fu biasimato il Cardinale, de l'averli lasciati andare sicuri; e per molti si disse che l'avea fatto per danari, o per promessa li fusse fatta da loro d'ubbidirlo e d'onorarlo: o vero, che messer Corso Donati gli avesse promessi fiorini IIIjm e darli la terra; et egli venisse da quella parte con la sua gente, per poterli levare da oste, e avere i danari e non li dare la terra.

 

La gente che in aiuto erano venuti al Cardinale, sconsolati si partirono, perché vedeano il partito vinto; e aveano speso assai sanza alcuno frutto, credendosi racquistare la terra loro. E mai si raunoron più.

 




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