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Dino Compagni
Cronica

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  • TERZO LIBRO DELLA CRONICA DI DINO COMPAGNI, DE' TEMPI SUOI
    • 23 - Vacando l'Impero, la Chiesa, per iscuoter da sé la tirannide del re di Francia, e lo scredito che questa le attira, procura la elezione d'un buon Imperatore. E' eletto Arrigo conte di Lussemburgo (... - 27 novembre 1308).
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23 - Vacando l'Impero, la Chiesa, per iscuoter da sé la tirannide del re di Francia, e lo scredito che questa le attira, procura la elezione d'un buon Imperatore. E' eletto Arrigo conte di Lussemburgo (... - 27 novembre 1308).

 

Vacante lo Imperio per la morte di Federigo secondo, coloro, che a parte d'Imperio attendeano, tenuti sotto gravi pesi, e quasi venuti meno in Toscana e in Cicilia, mutate le signorie, la fama e le ricordanze dello Imperio quasi spente, lo Imperadore del cielo provide e mandò nella mente del Papa e de' suoi Cardinali, di riconoscere come erano invilite le braccia di santa Chiesa, che i suoi fedeli quasi non la ubbidivano.

 

Il re di Francia, montato in superbia perché da lui era proceduta la morte di papa Bonifazio; credendo che la sua forza da tutti fusse temuta; faccendo per paura eleggere i cardinali a suo modo, addomandando l'ossa di papa Bonifazio fussono arse, e lui sentenziato per eretico; tenendo il Papa quasi per forza; opponendo e disertando i giudei, per tòrre la loro moneta; appognendo a' Tempieri resìa, minacciandoli; abassando gli onori di santa Chiesa; sì che per molte cose rinnovate nelle menti degli uomini la Chiesa non era ubbidita; e non avendo bracciodifenditore, pensarono fare uno imperadore, uomo che fusse giusto, savio e potente figliuolo di santa Chiesa, amatore della fede. E andavano cercando chi di tanto onore fusse degno: e trovarono uno che in Corte era assai dimorato, uomo savio, di nobile sangue, giusto e famoso, di gran lealtà, pro' d'arme e di nobile schiatta, uomo di grande ingegno e di gran temperanza; cioè Arrigo conte di Luzimborgo di Val di Reno della Magna, d'età d'anni XL, mezano di persona, bel parlatore, e ben fazionato, un poco guercio.

 

Era stato questo conte in Corte, per procacciare un grande arcivescovado della Magna per un suo fratello. Il quale, avuto il detto beneficio, si partì: il quale arcivescovado avea una delle sette voci dello 'mperio. L'altre voci, per volontà di Dio, s'accordorono; e eletto fu Imperadore: il quale, per lunga vacazione dello Imperio, quasi si reputò niente a poter essere re.

 




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