Partissi lo Imperadore da
Brescia, e andonne a Pavia, per una discordia nata tra quelli di Beccheria e
messer Riccardino, figliuolo del conte Filippone, per cagione che morì il
vescovo di Pavia, e ciascun volea la nuova elezione; e tanta fu, che quelli di
Beccheria uccisono IIII de' loro adversari. Il vicario con messer Riccardino
pugnorono con quelli di Beccheria, per modo che li caccioron fuori della terra,
e tolsono loro le loro castella di fuori.
Lo imperadore, parendoli avere
perduto assai tenpo, cavalcò inverso Genova, la quale tenea messer Branca
d'Oria; dove giunse a dì XXI d'ottobre 1311. Dal quale onoratamente fu
ricevuto; e giurò ubidienzia.
Messer Obizino Spinola, capo
dell'altra parte, che era rubello, li si fece innanzi, e con gran reverenzia
l'onorò. Arbitrossi per li savi uomini, che la divisione delle due parti lo
facesse tanto onorare, perché lo feciono a gara. Ma i Genovesi di loro natura
sono molto altieri e superbi e discordanti tra loro; ché il re Carlo vecchio
mai li poté raccomunare. Né non si credette mai che, non che lo ricevessono per
signore, per loro superbia, ma che li dessono pure il passo: «perché i
cittadini sono sdegnosi, la riviera è aspra, i Tedeschi sono dimestichi con le
donne, i Genovesi ne sono ghignosi: zuffa vi sarà».
Iddio, che regge e governa i
principi e' popoli, gli ammaestrò: e inchinate le loro volontà, saviamente,
come nobili uomini, l'onororono e ritennono in quella città più mesi. Nel qual
tempo la morte, la quale a niuno non perdona né per lunga termine, per volontà
di Dio partì dal mondo la nobile Imperadrice, con nobilissima fama di gran
santità di vita onesta, ministra de' poveri di Cristo. La quale fu seppellita
con grande onore, a dì XII di novenbre, nella chiesa maggiore di Genova.
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