Messer Pazzino de' Pazzi, uno de'
IIII principali governatori della città, cercò pace co' Donati per sé e per
messer Pino, benché poco fusse colpevole della morte di messer Corso, perché
era stato gran suo amico, e d'altro non si curava. Ma i Cavalcanti, che era
potente famiglia, e circa LX uomini erano da portare arme, aveano molto in odio
questi sei cavalieri governatori, i quali aveano stretto Folcieri podestà a
tagliare la testa a Masino Cavalcanti, e sanza dimostrazione alcuna il
soportavano.
Un giorno, sentendo il Paffiera
Cavalcanti, giovane di grande animo, che messer Pazino era ito sul greto d'Arno
da Santa Croce con uno falcone e con un solo famiglio, montò a cavallo con
alcuni compagni, e andoronlo a trovare. Il quale, come gli vide, cominciò a
fuggire verso Arno; e seguitandolo, con una lancia li passò le reni, e caduto
nell'acqua gli segorono le vene, e fuggirono verso Val di Sieve. E così miseramente
morì.
I Pazzi e' Donati s'armorono, e
corsono al palagio: e col gonfalone della giustizia, e con parte del popolo,
corsono in Mercato Nuovo a casa i Cavalcanti, e con stipa misono fuoco in tre
loro palagi: e volsonsi verso la casa di messer Brunetto, credendo l'avesse
fatto fare.
Messer Attaviano Cavalcanti
soccorso fu dai figliuoli di messer Pino e da altri suoi amici: e feciono
serragli, e con cavalli e pedoni s'afforzorono, per modo niente feciono; ché
dentro al serraglio era messer Gottifredi e messer Simone dalla Tosa, il Testa
Tornaquinci e alcuni loro consorti, e alcuni degli Scali, degli Agli e de'
Lucardesi, e di più altre famiglie, che francamente li difesono, fin che
constretti furono di disarmarsi.
Quietato il popolo, i Pazzi
accusorono i Cavalcanti, de' quali ne furono condannati XLVIII nell'avere e
nella persona. Messer Attaviano si rifuggì in uno spedale, a fidanza de' Rossi;
di poi n'andò a Siena.
Di messer Pazino rimasono più
figliuoli: de' quali due ne furon fatti cavalieri dal popolo, e due loro
consorti; e dati furono loro fiorini IIIIm, e XL moggia di grano.
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