I Guelfi fiorentini e potenti
aveano gran voglia andare a oste ad Arezo: ma a molti altri, popolani, non
parea; sì perché diceano la impresa non esser giusta, e per sdegno aveano con
loro degli ufici. Pur presono a soldo uno capitano, chiamato messer Baldovino
di Soppino, con CCCC cavalli: ma il Papa lo ritenne, e però non venne.
Gli Aretini richiesono molti
nobili e potenti Ghibellini di Romagna, della Marca, e da Orvieto: e mostravano
gran francheza di volere la battaglia, e acconciavansi a difendere la loro
città, e di prendere il vantaggio a' passi. I Fiorentini richiesono i
Pistolesi, i Lucchesi, Bolognesi, Sanesi, e Sanminiatesi, e Mainardo da
Susinana gran capitano, che avea per moglie una de' Tosinghi.
In quel tempo venne in Firenze il
re Carlo di Sicilia, che andava a Roma; il quale fu dal Comune onoratamente
presentato, e con palio e armeggerie: e da' Guelfi fu richiesto d'uno capitano
con le insegne sue. Il quale lasciò loro messer Amerigo di Nerbona, suo barone
e gentile uomo, giovane e bellissimo del corpo, ma non molto sperto in fatti
d'arme, ma rimase con lui uno antico cavaliere suo balio, e molti altri
cavalieri atti ed esperti a guerra, e con gran soldo e provisione.
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