Sentitasi pe' Fiorentini la loro
diliberazione, i capitani e governatori della guerra tennono consiglio nella
chiesa di San Giovanni, per qual via fusse il megliore andare, sì che fornire
si potesse il campo di quel bisognasse. Alcuni lodavano l'andata per Valdarno,
acciò che, andando per altra via, gli Aretini non cavalcassono quivi, e non ardessono
i casamenti del contado; alcuni lodavano la via del Casentino, dicendo che
quella era migliore via, assegnandone molte ragioni. Uno savio vecchio,
chiamato Orlando da Chiusi, e Sasso da Murlo, gran castellani, temendo di loro
deboli castella, dierono per consiglio si pigliasse quella via, dubitando che,
se altra via si pigliasse, non fussono dagli Aretini disfatte, ché erano di
loro contado; e messer Rinaldo de' Bostoli, che era degli usciti d'Arezo, con
loro s'accordò. Dicitori vi furono assai; le pallottole segrete si dierono:
vinsesi d'andare per Casentino. Ma con tutto fusse più dubbiosa e pericolosa
via, il meglio ne seguì.
Fatta tal diliberazione, i
Fiorentini accolsono l'amistà; che furono: i Bolognesi con CC cavalli, Lucchesi
con CC, Pistolesi con CC; de' quali fu capitano messer Corso Donati cavaliere
fiorentino: Mainardo da Susinana con XX cavalli e CCC fanti a pié, messer
Malpiglio Ciccioni con XXV, e messer Barone Mangiadori da San Miniato, li
Squarcialupi, i Colligiani, e altre castella di Valdelsa: sì che fu il numero,
cavalli MCCC e assai pedoni.
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