I signori che cacciorono Giano
della Bella, furono Lippo del Velluto, Banchino di Giovanni beccaio, Gheri
Paganetti, Bartolo Orlandini, messer Andrea da Cerreto, Lotto del Migliore
Guadagni, e Gherardo Lupicini gonfaloniere di giustizia, che entrorono a dì XV
di febraio 1294. Cominciorono i cittadini accusare l'un l'altro, e a
condannarli, e a metterli in esilio; per modo che gli amici di Giano erano
impauriti, e stavano suggetti. I loro adversari gli soprastavano con molto
rigoglio, infamando Giano e' suoi seguaci di grande arroganza, dicendo che avea
messo scandalo in Pistoia, e arse ville e condannati molti, quando vi fu
rettore. Delle quali cose dovea avere corona, perché avea puniti gli sbanditi
e' malfattori, i quali si raunavano sanza temere le leggi. E il fare giustizia,
diceano lo facea per tirannia. Molti diceano di lui male per viltà e per
piacere a' rei. Il gran beccaio che si chiamava il Pecora, uomo di poca verità,
seguitatore di male, lusinghiere, dissimulava in dire male di lui per
compiacere a altri. Corrompea i popolani minuti, facea congiure, e era di tanta
malizia, che mostrava a' Signori che erano eletti, era per sua operazione. A
molti promettea ufici, e con queste promesse gl'ingannava. Grande era del
corpo, ardito e sfacciato, e gran ciarlatore, e dicea palesemente chi erano i
congiurati contro a Giano, e che con loro si raunava in una volta sotterra.
Poco era constante, e più crudele che giusto. Abbominò Pacino Peruzzi, uomo di
buona fama. Sanza esserne richiesto, aringava spesso ne' consigli, e dicea che
era egli quello che gli avea liberati dal tiranno Giano, e che molte notti era
ito con picciola lanterna, collegando il volere degli uomini per fare la
congiura contro a lui.
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