I Cerchi procuravano avere i
Pistolesi dalla loro parte; i quali aveano data giuridizione a' Fiorentini vi
mandassono podestà e capitano. E essendovi mandato Cantino di messer Amadore
Cavalcanti per capitano, uomo poco leale, ruppe una legge aveano i Pistolesi,
che era che i loro Anziani si eleggessono per amendue le parti loro, cioè Neri
e Bianchi. Queste due parti, Neri e Bianchi, naquono d'una famiglia che si
chiamano Cancellieri, che si diviÝse: per che alcuni più congiunti si
chiamorono Bianchi, e gli altri Neri; e cosl fu divisa tutta la città: e così
eleggeano gli Anziani.
Questo Cantino ruppe la loro
legge, e fece chiamare tutti gli Anziani di parte bianca. Il quale, essendone
ripreso, dicea per sua scusa averlo di comandamento da' Signori di Firenze. E
non dicea la verità.
I Pistolesi, malcontenti, viveano
in gran tribulazioni, ingiuriandosi e uccidendosi l'uno l'altro; e da' rettori
erano spesso condannati e male trattati, a diritto e a torto; fu loro tratti di
mano molti danari. Però che naturalmente i Pistolesi sono uomini discordevoli,
crudeli e salvatichi. Messer Ugo Tornaquinci, podestà, di simili condannagioni
ne trasse fiorini IIIm; e così molti altri cittadini fiorentini, furono là
rettori.
Giano della Bella era stato là
capitano: il quale lealmente li resse; ma crudele fu, perché arse a loro case
di fuori, dove riteneano sbanditi, e non ubidiano.
In Pistoia era uno pericoloso
cavaliere della parte de' Cancellieri neri, che avea nome messer Simone da
Pantano, uomo di meza statura, magro e bruno, spiatato e crudele, rubatore e
fattore d'ogni male; e era con la parte di messer Corso Donati: e con la parte
adversa era uno altro chiamato messer Schiatta Amati, uomo più vile che savio,
e meno crudele; il quale era parente de' Cerchi bianchi.
In questo tempo i Fiorentini
mandorono per capitano a Pistoia Andrea Gherardini, il quale fu fatto
cavaliere. E in quel tempo li fu mostro come i Lucchesi veniano a Pistoia per
pigliare la terra. Onde il detto messer Andrea confinò molti cittadini: i quali,
per suo comandamento, non si vollono partire, anzi s'afforzorono, e cercorono
di difendersi, credendo avere soccorso; e il detto messer Simone invitò più
suoi amici e fanti forestieri. Il podestà assegnò loro termine a partire, e non
ubidirono: onde sdegnò; e punigli con l'arme e col fuoco, avendo aiuto da
Firenze, e i loro seguaci fece ribelli. Alcuni dissono, il detto messer Andrea
n'avea avuti fiorini IIIIm, e alcuni dissono gli furono dati dal Comune di
Firenze, per rispetto della nimicizia ne avea acquistata.
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