Quanta bella e utile città e
abbondevole si confonde! Piangano i suoi cittadini, formati di bella statura
oltre a' Toscani, posseditori di così ricco luogo, attorniato di belle fiumane
e d'utili alpi e di fini terreni; forti nell'armi, discordevoli e salvatichi,
il perché tal città fu quasi morta. Però che ivi a picciol tempo si cambiò
fortuna; e furono da' Fiorentini assediati; in tanto che davano la carne per
cibo, e lasciavansi tagliare le membra per recare alla terra vittuaglia, e a
tanto si condussono, che altro che pane non mangiavano fino all'ultimo dì. A'
quali Iddio glorioso provide, che per accordo furono ricevuti (nol sappiendo i
loro adversari) con patti fatti di loro salvezza: i quali osservati non furono;
perché, poi che l'ebbono avuta, le belle mura della città furono dirupinate.
Cessata la pistolenza e la
crudeltà del tagliare i nasi alle donne che usciano della terra per fame (e
agli uomini tagliavano le mani), non perdonarono alla bellezza della città, che
come villa disfatta rimase. Del loro assedio, e del loro pericolo e fame, e
delli assalimenti, e delle prodeze che feciono coloro che dentro vi si
rinchiusono, né di loro belle castella che perderono per tradimento, non
intendo scrivere, però che altri più certamente ne scriverrà; il quale se con
piatà le scriverrà, farà gli uditori piangere dirottamente.
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