Finito l'uficio di detto messer
Andrea, la parte bianca, non sappiendosi reggere perché non avea capo (perché i
Cerchi schifavano non volere il nome della signoria, più per viltà che per
piatà, perché forte temeano i loro adversari), chiamorono messer Schiatta
Amati, de' Cancellier bianchi, per loro capitano di guerra; e dieronli tanta
balìa, che i soldati rispondeano a lui, mandava i bandi da sua parte, e pene
imponea, e cavalcate contra i nimici, sanza alcuno consiglio. Era il detto
cavaliere uomo molto piatoso e temoroso; la guerra non li piacea; e tutto era
contrario al suo consorto, messer Simone da Pontano de' Cancellier neri.
Non prese il detto capitano la
città, come dovea; il perché i nimici nol temeano. I soldati non erano pagati;
danari non aveano, né ardimento da porne: e fortezza niuna non prese, e
confinati non fece. Dicea parole minaccevoli; e facea viste assai; ma con
effetto nulla seguia. E quelli che nol conosceano li teneano ricchi, e potenti,
e savi; e per questo stavano in buona speranza. Ma i savi uomini diceano: «E'
sono mercatanti, e naturalmente sono vili; e i lor nimici sono maestri di
guerra e crudeli uomini».
I nimici de' Cerchi cominciorono
ad infamarli a' Guelfi, dicendo che si intendevano con li Aretini e co' Pisani
e co' Ghibellini. E questo non era vero. E con molta gente si volsono loro
contro, appognendo loro il falso; però che con loro niuno trattato aveano, né
loro amicizia; ma a chi ne li riprendeano, non lo negavano, credendo esserne
più temuti e con questo batterli, dicendo: «E' ci temeranno più, dubitando che
noi non ci accostiamo a loro e i Ghibellini più ci ameranno, avendo speranza in
noi». E volendo i Cerchi signoreggiare, furono signoreggiati, come innanzi si
dirà.
|