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Dino Compagni
Cronica

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  • TERZO LIBRO DELLA CRONICA DI DINO COMPAGNI, DE' TEMPI SUOI
    • 26 - Arrigo entra e pacifica Milano. Sua incoronazione e corte (dicembre 1310 - gennaio 1311).
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26 - Arrigo entra e pacifica Milano. Sua incoronazione e corte (dicembre 1310 - gennaio 1311).

 

Con gran festa fu ricevuto dal popolo in Milano; e pacificò messer Guidotto e messer Maffeo, insieme co' loro seguaci, e molte altre belle cose fece e più parlamenti: e più lettere mandò nella Magna, avendo novelle che 'l suo figliuolo era coronato re di Buemia, e avea preso donna di nuovo, di che ebbe molta allegreza.

 

Avea lo Imperadore per antica usanza di prendere la prima corona a Moncia: per amore de' Milanesi, e per non tornare indietro, prese la corona del ferro, lui e la donna sua, in Milano, nella chiesa di Santo Anbruogio, la mattina della pasqua di Natale a dì XXV di dicembre 1310. La quale corona era di ferro sottile, a guisa di foglie d'alloro, forbita e lucida come spada, e con molte perle grosse e altre pietre.

 

Grande e orrevole corte tenne in Milano; e molti doni fece la Imperadrice la mattina di calen di gennaio 1310 ai suoi cavalieri. Parte guelfa o ghibellina non volea udire ricordare. La falsa fama l'accusava a torto: i Ghibellini diceano: «E' non vuole vedere se non Guelfi»; e i Guelfi diceano: «E' non accoglie se non Ghibellini»: e così temeano l'un l'altro. I Guelfi non andavano più a lui: e i Ghibellini spesso lo visitavano, perché n'aveano maggior bisogno; per l'incarichi dello Imperio portati, parea loro dovere aver miglior luogo. Ma la volontà dello Imperadore era giustissima, perché ciascuno amava, ciascuno onorava, come suoi uomini.

 

Quivi vennono i Cremonesi a fare la fedeltà in parlamento con animo chiaro: quivi i Genovesi, e presentaronlo; e per loro amore a gran festa mangiò in scodella d'oro. Il Conte Filippone stava in corte; messer Manfredi di Beccheria, messer Antonio da Foscieraco signore di Lodi, e altri signori e baroni di Lonbardia, gli stavano dinanzi. La sua vita non era in sonare, né in uccellare, né in sollazzi, ma in continui consigli, assettando i vicari per le terre, e a pacificare i discordanti.

 




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