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Fernando Colombo
Historie

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  • 38 - Come l'Ammiraglio corse un'altra fortuna, e alla fine ricuperò la gente con la barca.
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38 - Come l'Ammiraglio corse un'altra fortuna, e alla fine ricuperò la gente con la barca.

 

Parendo all'Ammiraglio che tardassero troppo quelli che erano andati con la barca in terra, perché era oramai quasi mezzogiorno, ed erano partiti all'alba, sospettò che alcun male e disagio fosse loro successo in mare o in terra. Laonde, poiché dal luogo dove aveva sorto non poteva discernere il romitorio dov'essi erano andati, deliberò di levarsi col naviglio e andar dietro una punta, donde si scopriva la chiesa. Giunto adunque più presso, vide in terra molta gente a cavallo, la quale, smontando, entrava nella barca per venire ad assaltar con le armi la caravella. Per la qual cosa dubitando l'Ammiraglio di quel che poteva avvenire, comandò ai suoi che si mettessero in ordine e che si armassero, facessero mostra di volersi difendere, affinché i Portoghesi si accostassero più sicuramente. Ma essi, andando tuttavia alla volta dell'Ammiraglio, quando gli furono presso, il capitano si levò su chiedendo segno di sicurezza, il quale gli fu dato dell'Ammiraglio, credendo che dovessero montare nella nave, e che, come sopra la sicurtà quegli aveva presa la barca insieme con la sua gente, così potesse egli ritener lui sotto la fede, finché gli restituisse il mal tolto. Ma il Portoghese non ebbe ardire di accostarsi più di quanto poteva intendere la voce: e allora l'Ammiraglio gli disse di maravigliarsi d'una tale innovazione e che non venisse alcuno dei suoi nella barca, poi che erano smontati in terra col salvacondotto e con offerte di presenti e soccorso, massimamente avendo esso capitano mandato a lui salutazioni. E però lo pregava di considerare che oltre ch'egli faceva quello che fra nemici non si usa e non è comportato dalle leggi di cavalleria, avrebbe offeso molto il re di Portogallo, i cui sudditi nelle terre dei Re Cattolici suoi signori sono accarezzati e sogliono ricevere molta cortesia, smontando e dimorandovi senza alcun salvacondotto con molta sicurtà, non altrimenti di quel che fanno a Lisbona, aggiungendo, che le Altezze loro gli avevano date lettere di raccomandazione a tutti i principi, i signori, e uomini del mondo, le quali egli gli avrebbe mostrate, se si fosse accostato: perché, se in ogni parte erano rispettate cosiffatte lettere, ed esso era ben ricevuto, e tutti i suoi vassalli, molta più ragione v'era che fossero ricevuti e accarezzati in Portogallo, per la vicinanza e affinità dei suoi principi, specialmente essendo egli, come era, ammiraglio loro maggiore dell'Oceano, e viceré delle Indie, pur ora da lui scoperte, delle quali cose tutte gli avrebbe fatto veder le lettere sottoscritte dai loro reali nomi, e sigillate coi loro sigilli. E così di lontano gliele mostrò, e gli disse che poteva accostarsi senza paura, perché per la pace e per l'amicizia che era tra i Re Cattolici e il re di Portogallo, essi gli avevano comandato che facesse tutto quell'onore e cortesia che potesse ai navigli dei Portoghesi ch'egli incontrasse, soggiungendo che, quando bene egli volesse ostinatamente e con discortesia ritenere la sua gente, non perciò sarebbe restato di andarsene in Castiglia, poi che gli restavano assai uomini nel naviglio per navigare fino in Siviglia e anche per fare a lui danno, se il bisogno lo ricercasse, del quale egli medesimo a se stesso sarebbe stato cagione, e cotal castigo sarebbe stato attribuito degnamente a sua colpa; senza contare che, per avventura, il suo re lo avrebbe punito, come uomo il quale dava causa che si rompesse la guerra tra lui e i Re Cattolici.

Il capitano allora insieme coi suoi rispose che non conosceva il re, né la regina di Castiglia e nemmeno le loro lettere, né aveva paura di lui, e che gli avrebbe fatto conoscere che cosa era Portogallo. Dalla qual risposta l'Ammiraglio comprese, e dubitò, che dopo la sua partita dovesse essere avvenuta alcuna rottura o disordine tra l'un regno e l'altro: e però si mosse a rispondergli come alla sua pazzia si conveniva. E all'ultimo nel partirsi il capitano si levò in piedi, e di lontano gli disse ch'egli dovesse andarsi al porto con la caravella, perocché tutto quello che faceva e aveva fatto il re suo signore glielo aveva commesso per lettere. Il che avendo udito l'Ammiraglio, chiamò per testimoni di ciò quelli che erano nella caravella e, richiamati poi il capitano e i Portoghesi, giurò di non voler smontar mai dalla caravella finché non avesse fatti prigioni un centinaio di Portoghesi, per menarli in Castiglia, e di voler spopolare tutta quell'Isola. Il che detto ritornò a sorgere nel porto dove prima era stato, perché il tempo non gli concedeva il modo di far altro.

Ma il seguente , crescendo molto più il vento, ed essendo cattivo il luogo dove era sorto, perdé le ancore, né poté far altro che spiegar le vele verso l'isola di San Michele, la quale, quando per la gran fortuna e temporale che tuttavia caricava egli non avesse potuto afferrare, aveva deliberato di mettersi alla corda, non senza infinito pericolo, sì per cagion del mare che era molto turbato, come perché non gli erano rimasti fuorché tre marinai e alcuni garzoni, e tutta l'altra gente era gente di terra, e gl'Indiani i quali non avevano alcuna pratica di governare vele e sartie. Ma, supplendo con la sua persona al mancamento degli assenti, con assai fatica e non lieve pericolo passò quella notte, finché, venuto il giorno, vedendo ch'egli aveva perduta di vista l'isola di San Michele e che il tempo era alquanto abbonacciato, deliberò di ritornare alla detta isola di Santa Maria, per tentare se poteva ricuperare la gente, le ancore e la barca e vi giunse il giovedì sul tardi ai 21 di febbraio: e non molto di poi che vi giunse, venne la barca con cinque marinai, e tutti insieme con un notaio sopra la sicurtà data loro entrarono nella caravella, nella quale, perché era tardi, dormirono quella notte. Il seguente poscia dissero che venivano da parte del capitano a saper certo d'onde e come veniva quel naviglio, e se navigava di commissione dei Re di Castiglia, perché, constando a loro la verità di ciò, erano pronti a fargli ogni cortesia. La qual mutazione e offerta fecero vedendo chiaro che non potevano avere il naviglio, né la persona dell'Ammiraglio e che avrebbe potuto loro apportar danno quello che gli avevano fatto. Ma l'Ammiraglio, dissimulando quel che sentiva, rispose che li ringraziava della loro offerta e cortesia e che, poiché essi ciò ricercavano secondo l'uso e la ragione del mare, egli era contento di soddisfare alla loro domanda: e così mostrò loro la lettera generale di raccomandazione dei Re Cattolici, indirizzata a tutti i loro sudditi e agli altri principi, e parimente la commissione e comandamento che essi gli avevano fatto perché egli imprendesse cosiffatto viaggio. Il che veduto dai Portoghesi, se n'andarono in terra soddifatti e licenziarono tosto la barca e i marinai, dai quali intese che nell'isola si diceva che il re di Portogallo aveva mandato avviso a tutti i suoi sudditi che facessero prigione l'Ammiraglio per qualunque via che potessero.

 




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