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Fernando Colombo
Historie

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  • 41 - Come l'Ammiraglio si partì da Lisbona per venire in Castiglia per mare.
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41 - Come l'Ammiraglio si partì da Lisbona per venire in Castiglia per mare.

 

Poscia il mercoledì ai 13 di marzo a due ore di giorno l'Ammiraglio fece vela per andare in Siviglia; e il venerdì seguente a mezzodì entrò in Saltes e sorse dentro al porto di Palos donde era partito ai 3 d'agosto dell'anno 1492 cioè sette mesi e undici giorni avanti. Quivi fu da tutto il popolo con processione ricevuto, rendendo grazie a nostro Signore per così grande grazia e vittoria, dalla quale tanto accrescimento si aspettava, sì per la cristiana religione come per lo stato dei Re Cattolici, facendo tutti quei popolani gran conto che l'Ammiraglio, quando partì, avesse fatto vela in quel luogo e che la maggiore e più nobile parte della gente ch'egli aveva seco condotta fosse uscita di quella terra; quantunque molti di loro per colpa del Pinzón avessero usata qualche perfidia e disobbedienza.

E avvenne appunto che quando l'Ammiraglio fu giunto a Palos, il Pinzón era capitato in Galizia, e voleva andare personalmente a Barcellona a dare la nuova del successo ai Re Cattolici, i quali gli mandarono a far intendere ch'egli non vi andasse se non con l'Ammiraglio con cui egli s'era inviato allo scoprimento: di che egli ebbe tanto cordoglio e sdegno, che se n'andò alla sua patria indisposto, dove in pochi giorni si morì di dolore. Ma, avanti che egli andasse a Palos, l'Ammiraglio si partì per terra per Siviglia con intenzione di andar quindi a Barcellona dov'erano i Re Cattolici, e nel viaggio gli convenne alquanto fermarsi, come che poco, con tanta ammirazione dei popoli, dovunque passava, che da tutti i luoghi vicini concorreva la gente alla strada per veder lui, gl'Indiani e le altre cose e novità ch'egli recava.

Così seguendo il suo cammino, giunse a mezzo il mese d'aprile a Barcellona, avendo prima fatto intendere alle Altezze loro del prospero successo del suo viaggio: di che esse dimostravano infinita allegrezza e contento; e come ad uomo che sì gran servigio aveva loro fatto comandarono ch'egli fosse solennemente accolto. Gli uscirono adunque incontro tutti quelli che nella città e nella Corte erano; e i Re Cattolici, per riceverlo, sedettero pubblicamente con ogni maestà e grandezza in un ricchissimo seggio sotto un baldacchino di broccato d'oro: e quando egli andò a baciar loro le mani, gli si levarono incontro, come a gran signore, e fecero difficoltà nel porgere la mano, e lo fecero tosto sedere. Poscia, dette brevemente alcune cose intorno all'ordine e al successo del suo viaggio, gli diedero licenza affinché se ne andasse al suo alloggiamento, fino al quale da tutta la Corte fu accompagnato: e così stette quivi con sì gran favore e con tanta grazia delle Altezze loro che, quando il re cavalcava per Barcellona, l'Ammiraglio andava dall'un lato del re, e l'infante Fortuna dall'altro, non essendo prima uso d'andarvi altri che detto infante, il quale era molto congiunto di sangue al re.

 




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