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Fernando Colombo Historie IntraText CT - Lettura del testo |
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63 - Come l'Ammiraglio partì dall'isola di Guadalupa per Castiglia.
Poi che ebbero fatto tanto pane che bastava loro per 20 dì, oltre tanto che avevano nei navigli, l'Ammiraglio deliberò di seguire il suo cammino verso Castiglia: ma vedendo che quell'isola era come una scala e porta per le altre isole, volle prima lasciar quelle donne contente con alcuni doni in soddisfazione dei danni che erano loro stati fatti, e così le mandò in terra, eccetto la cacica, la quale si contentò di venire in Castiglia con una sua figliuola in compagnia degli altri Indiani che dalla Spagnola menavansi, l'uno dei quali era il re Caunabó, di cui s'è detto, ch'era il maggiore e più reputato di quell'isola, e questo perché non era nativo di quella, ma dei Caribi, e però la cacica si contentò di andare in Castiglia con l'Ammiraglio. Il quale, poi che si fu fornito d'acqua e di pane e di legna, il mercoledì ai 20 di aprile diede le vele al vento e partì da quell'isola di Guadalupa, e con venti scarsi e molte calme seguì il suo cammino venendo per 22 gradi, quando più e quando meno, secondo che i venti ricercavano, perché allora non si aveva l'esperienza che ora si ha di mettersi bene a tramontana per trovare i venti vendavoli; e però, avendo fatto poco cammino ed essendo la gente molta, cominciarono ai 20 di maggio ad essere tutti in gran tribolazione per la penuria delle vettovaglie, la quale era tanta che solamente mangiavano sei oncie di pane al dì per ciascuno ed un'inghistara e mezza d'acqua, senz'altra cosa. E quantunque fossero 8 o 10 [piloti] in quelle due caravelle, niun però di loro sapeva ove fossero, ancorché l'Ammiraglio fosse certissimo che si ritrovavano alquanto più all'occidente delle isole degli Astori; di che rende la ragione nel suo Itinerario dicendo «Questa mattina le aguglie fiamminghe norvestavano, come sogliono, una quarta, e le genovesi, che solevano conformarsi con quelle, non norvestavano se non poco; e per l'avvenire hanno a norvestare andando l'Est, che è segno che ci ritroviamo cento leghe alquanto più all'occidente delle isole degli Astori, perché quando furono appunto cento, allora era in mare poca erba di ramoscelli sparsi, e le aguglie fiamminghe norvestavano una quarta, e le genovesi percotevano la tramontana; e, quando saremo più ad Est-Nord-Est, faranno alcuna cosa». Il che si verificò subito la domenica seguente ai 22 di maggio. Dal quale indizio e dalla certezza del suo punto conobbe allora che si ritrovava cento leghe lontano dalle isole degli Astori: di che egli si maraviglia, e attribuisce la cagione alla differenza della calamita con che si temperano le aguglie, perché fino a quella linea tutte norvestano una quarta, e quivi le une perseverano, e le altre, che sono le genovesi, percuotono giustamente la stella. E ancora si verificò il medesimo il seguente giorno ai 24 di maggio. E seguendo il suo cammino, il mercoledì agli 8 di giugno, andando tutti i piloti come ciechi o perduti, giunsero a vista di Odmira, che giace tra Lisbona e il capo di San Vincenzo, essendo corsi molti dì che tutti gli altri piloti si accostavano sempre a terra, eccetto l'Ammiraglio che la notte avanti temperò la furia delle vele con paura del pericolo di terra, dicendo che faceva ciò perché oramai si ritrovavano al capo San Vincenzo, della qual cosa tutti ridevano, affermando alcuni che erano nel canale di Fiandra, e altri in Inghilterra; e quelli che meno erravano dicevano di ritrovarsi in Galicia, e che perciò non dovevano ammainare, essendo meglio che perissero in terra che miseramente morirsi in mare della fame che pativano. La quale fu tanto grande che molti, come i Caribi, volevano mangiare gl'Indiani che conducevano, e altri, per risparmiar quel poco che loro restavano, erano di parere che [gl'Indiani] si gettassero in mare, come avrebbero fatto se l'Ammiraglio non si fosse mostrato assai severo nel vietarglielo, considerando che erano loro prossimo e cristiani e che però non si dovessero di ragione trattare men bene che gli altri. E così piacque a Dio di premiarlo col dargli, la mattina seguente, la terra che a tutti aveva promesso. Di che poi presso alla gente di mare egli fu tenuto per sapientissimo e divino nelle cose della navigazione.
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