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Fernando Colombo
Historie

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  • 83 - Come tornato Ojeda dallo scoprimento, procacciò nuovi movimenti nella Spagnola.
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83 - Come tornato Ojeda dallo scoprimento, procacciò nuovi movimenti nella Spagnola.

 

Ora, tornando al filo della storia nostra, dico che, accomodate le cose dell'Orlando, l'Ammiraglio creò un capitano con gente che scorresse per l'isola, acquetandola, e riducendo gl'Indiani al tributo, e che stesse sopra l'avviso affinché, tosto che sentisse alcuna sollevazione o tumulto di Cristiani, ovvero altro segno di ribellione degl'Indiani, corresse a castigar ciò, e vi rimediasse: il che fece egli con pensiero di andarsene in Castiglia e menar seco il prefetto, perché difficilmente si sarebbero scordate le cose passate se questi rimaneva al governo. Adunque, mettendo egli ad ordine la sua partenza, giunse all'isola un Alfonso di Ojeda che veniva con 4 navigli da scoprire. E perché tali uomini navigavano alla ventura, ai 5 di settembre 1499 entrò nel porto che i Cristiani nomarono del Brasile, e gl'Indiani chiamano Jaquimo, con pensiero di torre agl'Indiani ciò che potesse e caricar verzino e schiavi. E mentre egli attendeva a cotali cose, era tutto dato al mal fare: e per mostrare che era membro del vescovo di cui abbiamo detto, procacciava di suscitare un altro nuovo tumulto, pubblicando per cosa certa che la regina donna Isabella stava per morire e che, morta lei, non vi sarebbe stato chi più avesse favorito l'Ammiraglio, e che egli, come vero e certo servitore del detto vescovo, poteva far tutto quel che volesse in pregiudizio dell'Ammiraglio, per l'inimicizia che tra loro due era. Con questa fama e induzione cominciò a scrivere ad alcuni, non ben saldi per le cose passate, e ad avere intelligenze con loro.

Ma l'Orlando, avuta notizia delle sue opere e intenzioni, per comandamento dell'Ammiraglio andò contro lui con 26 uomini, per impedirgli di fare il danno che egli pensava. E giunto una lega e mezzo discosto, ai 29 di settembre, intese ch'era con 15 uomini da un cacico, chiamato Haniguaiagua, ove faceva pane e biscotto; e così camminò quella notte per coglierlo all'improvviso. Ma inteso dall'Ojeda che l'Orlando gli veniva addosso, per far di ladro il fedele, vedendosi senza forze da potergli resistere, gli andò incontro dicendo che il gran bisogno che di vettovaglie egli aveva l'aveva condotto in quel luogo per fornirsene, come in terra dei Re suoi signori, senza intenzione di farvi alcun danno. E rendendogli conto del suo viaggio, disse che veniva da scoprire per la costa di Paria all'occidente 600 leghe, ove aveva trovata gente che ad egual partito combatteva coi Cristiani, e gli aveva feriti 20 uomini. Per la qual cosa egli non poté valersi delle ricchezze della terra, nella quale diceva aver trovati cervi, conigli, pelli, zampe di tigri e guanini, le quali cose mostrò all'Orlando nelle caravelle, dicendo di voler tosto ritornare a San Domingo a far relazione di tutto all'Ammiraglio: il quale allora non era senza molto affanno perché Pietro di Arana gli aveva scritto che Riquelme, giudice nel Bonao per l'Orlando, sotto colore di fare una casa per i suoi armenti, aveva eletto un forte poggio per potere indi con poca gente far tutto quel male che egli volesse: e che egli s'era posto a vietarglielo: di che il Ricquelme aveva formato processo con testimoni e mandatolo all'Ammiraglio, dolendosi della forza che l'Arana gli faceva e supplicandolo a provveder di rimedio, acciò che tra loro non nascesse alcun disordine. Perché, ancorché l'Ammiraglio conoscesse non essere in tutto questi i suoi pensieri, contentò di non dar luogo al sospetto, non lasciando però di star sull'avviso, parendogli che bastar dovesse il rimediare al manifesto errore dell'Ojeda, senza destare quel che con simulazione diverrebbe tollerabile.

Procedendo l'Ojeda nel suo mal proposito, nel mese di febbraio dell'anno 1500 tolto commiato dall'Orlando, discese coi suoi navigli a Suragna, ove avevano la loro abitazione molti di coloro che già s'erano sollevati con l'Orlando. E perché l'avarizia e l'utile è la più certa via di provocare ogni male, cominciò a pubblicar fra quella gente che i Re Cattolici l'avevano eletto per consigliere dell'Ammiraglio insieme col Carvagial, affinché non gli lasciassero far cosa che a loro non paresse essere in servizio dei Re, e che fra molte altre cose che gli avevano comandate, questa n'era una, che subito pagasse in contanti tutti quelli ch'erano nell'isola stati al servizio loro: e che, poiché l'Ammiraglio non era così discreto che si movesse a far ciò, egli soffriva di andar con loro a San Domingo, e di costringerlo che tosto li pagasse; e appresso, se loro fosse parso, vivo o morto a cacciarlo dall'isola, perché non dovevano fidarsi dell'accordo fatto, né della parola che egli aveva data loro poiché egli non era per mantenerla se non quanto lo avesse costretto il bisogno. Con la quale offerta molti deliberarono di seguirlo: e così col favore e aiuto loro diede una notte sopra altri, che trovò contrari alla sua richiesta, e fra ambedue le parti vi furono di morti e feriti. E perché avevano per certo che, essendo l'Orlando, com'era, ridotto al servigio dell'Ammiraglio, non sarebbe in quell'accordo venuto, deliberarono di farlo prigione, o di coglierlo all'improvviso. Ma l'Orlando, essendo stato avvertito del loro trattato, andò ben provveduto di gente dove era l'Ojeda per rimediare ai suoi disordini, o castigarlo, secondo che vedesse esser convenevole: per paura di che l'Ojeda si ritirò ai suoi navigli; e l'Orlando in terra, e l'altro in mare trattavano di abboccamento fra loro, e ove dovessero farlo, dubitando ciascuno di mettersi nelle mani e forze dell'altro. E vedendo l'Orlando che l'Ojeda non si fidava di smontare in terra, egli si offrì di andare a parlare con lui ai suoi navigli: il che per poter fare mandò a chiedergli la barca: ed esso gliela mandò a sua voglia con buona guardia: e avendo ricevuto dentro l'Orlando con 6 o 7 uomini, quando più si tenevano sicuri, l'Orlando e i suoi saltarono d'improvviso sopra quelli dell'Ojeda con le spade nude, e ammazzandone alcuni e ferendone molti, s'impadronirono della barca, e con essa tornarono in terra, non restando all'Ojeda per servizio dei navigli altro che un battello, nel quale molto quieto deliberò di venire ad abboccarsi con l'Orlando.

E così, scusandosi dei suoi eccessi, venne a restituire alcuni uomini, i quali egli per forza aveva presi, allo scopo che gli fosse restituita la barca con la sua gente, dicendo che, se non gli era restituita, sarebbe stata la ruina loro e dei navigli, perché non ne aveva altra con cui governarli: la quale gli fu concessa volentieri dall'Orlando, affinché non avesse causa di dolersi, né dicesse che per sua cagione li perdeva: prendendo prima da lui sicurtà e promissione, che fra certo tempo si sarebbe partito coi suoi dall'isola, come fu costretto a fare per la buona guardia che l'Orlando aveva messa in terra.

Ma siccome egli è difficil cosa sradicare il loglio sì che non torni più a germogliare, così la gente mal abituata non può lasciar di ricadere nei suoi errori, come avvenne ad una parte dei sollevati indi a pochi che fu l'Ojeda partito. Perché essendo un D. Fernando di Ghevara, come sedizioso, in disgrazia dell'Ammiraglio, e congiuntosi con l'Ojeda, per le sue colpe portando odio all'Orlando perché non gli aveva lasciata prendere per moglie una figliuola di Canua, ch'era la principale regina di Suragna, cominciò a radunare molti congiurati, per farlo prigione e per succedergli nel mal fare; e specialmente incitò un Adriano [Muxica], uno dei principali, con altri due uomini di mala vita, i quali a mezzo il mese di luglio dell'anno 1500 avevano ordinata la prigionia o morte dell'Orlando. Il quale stando molto avvertito, poiché intese il trattato, s'adoprò così bene che imprigionò il suddetto D. Fernando, e l'Adriano, coi principali della sua parte: e, mandato a fare intendere all'Ammiraglio quel che passava, domandando ciò che gli piaceva che di loro si facesse, ebbe risposta che posto che senza cagione avevano tentato di mettere a rumore la terra (poiché, se non si dava loro alcun castigo, sarebbero stati causa della distruzione del tutto), dovesse farne giustizia degna dei loro delitti e quel che le leggi ordinavano. Il che il giudice mandò tosto ad effetto; e così, formato processo contro di loro, impiccò l'Adriano come autore principal capo della congiura, e ne bandì alcuni altri, secondo le colpe loro, e tenne in prigione don Fernando, finché ai 13 di giugno lo consegnò con altri prigioni a Consalvo Bianco, affinché li menasse alla Vega dove l'Ammiraglio era.

Con tal castigo s'acquetò il paese, e gl'Indiani tornarono all'obbedienza e al servigio dei Cristiani, e le miniere dell'oro si scoprirono in tanta copia che ciascuno lasciava il soldo reale e si ritirava a vivere da sé, dandosi a cavare oro a sue spese industriosamente, assegnando ai Re la terza parte di quel che trovava. Il che tanto crebbe, che tal fu il quale raccolse in un 5 marche di grani d'oro assai grossi, fra i quali ve ne fu alcuno che passò 196 ducati di peso: e gl'Indiani stavano obbedienti e con gran paura dell'Ammiraglio, e sì desiderosi di contentarlo che, pensando fargli alcun servizio, volentieri si facevano Cristiani: e se alcun principale di loro aveva a comparirgli davanti, procacciava di andar vestito.

Quindi per maggior quiete l'Ammiraglio deliberò di visitare l'isola in persona: e così il mercoledì ai 20 di febbraio del 1499 partirono egli e il prefetto da San Domingo e giunsero all'Isabella ai 19 di marzo; e dall'Isabella ai 5 d'aprile partirono per la Concezione, ove giunsero il martedì seguente. E quindi il venerdì ai 7 di giugno il Prefetto partì per Suragna.

«Il giorno poi di Natale del 1499 avendomi tutto il mondo abbandonato, fui assalito con guerra da Indiani e dai cattivi Cristiani: ond'io giunsi a tanto estremo, che, per fuggir la morte, lasciata ogni cosa, me n'andai in mare con una piccola caravella. Mi soccorse allora nostro Signore, dicendomi, O uomo di poca fede, non aver paura, io sono. E così disperse i miei nemici, e mi mostrò come egli poteva adempire le mie offerte. Infelice me peccatore, che dipendeva tutto dalla speranza del mondo».

Ai 3 di febbraio dell'anno 1500 l'Ammiraglio deliberava di andarsene a San Domingo, con animo di mettersi in punto per tornare in Castiglia e render conto del tutto ai Re Cattolici.

 




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