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Fernando Colombo
Historie

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  • 84 - Come per false informazioni e finte querele di alcuni, i Re Cattolici mandarono un giudice, per sapere quel che passava.
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84 - Come per false informazioni e finte querele di alcuni, i Re Cattolici mandarono un giudice, per sapere quel che passava.

 

Mentre i sopraddetti rumori in questo modo passavano, molti dei sollevati, per lettere dalla Spagnola, e altri ch'erano tornati in Castiglia, non restavano di dar false informazioni ai Re Cattolici ed a quelli del lor Consiglio contro l'Ammiraglio e i suoi fratelli, dicendo ch'erano crudelissimi, e non atti a quel governo, sì per essere essi stranieri e oltramontani, come perché in altri tempi non si erano veduti in istato ove per esperienza avessero imparato il modo di governare gente di qualità, affermando che, se le Altezze loro non provvedevano di rimedio, sarebbe occorsa l'ultima distruzione di quei paesi, i quali, quando pure non fossero distrutti per la loro perversa amministrazione, il medesimo Ammiraglio si sarebbe sollevato, e avrebbe fatto lega con alcun principe il quale lo aiutasse, pretendendo egli che fosse suo il tutto per essere con la sua industria e fatica stato scoperto. Nel che per riuscir meglio, nascondeva le ricchezze della regione, né voleva che gl'Indiani servissero ai Cristiani, né si convertissero alla nostra fede perché con l'accarezzarli sperava di tenerli dal suo canto, per poter far tutto quello che fosse contro il servizio delle Altezze loro.

Nelle quali calunnie procedendo essi, e in altre simili, importunavano assai i Re Cattolici, dicendo male dell'Ammiraglio, e lamentandosi che non era pagato agli uomini il soldo di molti anni, davano che dire a mormorare a tutti coloro che allora erano nella Corte. Di modo che, essendo io in Granata quando il serenissimo principe don Michele venne a morte, come uomini senza vergogna, più di loro comprarono una soma d'uva e si misero a sedere nei cortile dell'Alhambra, gridando forte che le Altezze loro e l'Ammiraglio li facevano passare in quel modo la vita per la mala paga, con mille altre disonestà che dicevano. Ed era tanta la loro sfacciatezza, che se il Re Cattolico usciva fuori, tutti lo circondavano, e toglievanlo in mezzo gridando, Paga, paga. E, se per avventura io e mio fratello, ch'eravamo paggi della serenissima Regina, passavamo dove essi erano, gridavano fino al cielo, e ci perseguitavano, dicendo, Ecco i figliuoli dell'Ammiraglio dei mosciolini, di colui che ha trovate terre di vanità e d'inganno, per sepoltura e miseria dei gentiluomini castigliani; soggiungendo molte altre malvagità. Poiché noi ci guardavamo di non passar loro davanti.

Essendo adunque tante le loro querele e l'importunità coi favoriti dei Re, fu deliberato di mandare alla Spagnola un giudice il quale s'informasse di tutte le dette cose, comandandogli che, se trovasse l'Ammiraglio in colpa, secondo le querele suddette, lo mandasse in Castiglia, ed egli vi rimanesse al governo. E l'inquisitore che per tale effetto i Re Cattolici mandarono, fu un Francesco di Bobadiglia, povero commendatore dell'Ordine di Calatrava, il quale ai 26 di maggio dell'anno 1499 in Madrid aveva avuto bastante e copiosa commissione, ricevute assai lettere bianche, con le sottoscrizioni dei Re per quelle persone della Spagnola che paresse a lui, comandando per quelle, che gli fosse dato ogni favore e aiuto.

Con la quale spedizione giunse a San Domingo alla fine d'agosto dell'anno 1500 in tempo che l'Ammiraglio era alla Concezione dando ordine alle cose di quella provincia, dove il prefetto era stato assalito dai sollevati, e ov'era maggior quantità di Indiani e di più qualità e ragioni che nel rimanente di quell'isola. Di modo che il Bobadiglia, non trovando nel suo arrivo persona a cui dovesse aver rispetto, la prima cosa che fece fu di alloggiare nel palazzo dell'Ammiraglio e servirsi e impadronirsi di tutto quello che vi era, come se per giusta successione ed eredità gli fosse toccato: e, raccogliendo e favorendo tutti coloro i quali trovò essere stati dei sollevati, e molti altri che portavano odio all'Ammiraglio e ai suoi fratelli, si dichiarò subito per governatore. E per acquistarsi la grazia del popolo, per pubblico bando fece bandire franchigia per 20 anni, e mandò a protestare all'Ammiraglio che senz'altra dimora venisse ov'egli era, perché così conveniva al servigio dei Re Cattolici. Per conferma di che, per un fra Giovanni della Sera ai 7 di settembre gli mandò una lettera del seguente tenore:

«Don Cristoforo Colombo nostro Ammiraglio del mare Oceano Noi abbiamo comandato al commendatore Francesco di Bobadiglia, portatore di questa, che vi dica da parte nostra alcune cose. Però vi preghiamo a voler dargli fede e credenza; e ad ubbidire. Data in Madrid, ai 21 di maggio dell'anno 1499.

IO IL RE. IO LA REGINA. Per comandamento delle loro Altezze, Michele Perez di Almazan».

 




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