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Fernando Colombo Historie IntraText CT - Lettura del testo |
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88 - Come l'Ammiraglio partì dalla Spagnola, seguendo il suo viaggio e scoprì le isole dei Guanazi.
Frattanto l'Ammiraglio nel porto di Azua coi suoi navigli diede luogo alla sua gente di poter respirare dai travagli patiti nella fortuna. E perché uno dei diletti che dona il mare, quando altro non si ha da fare, è il pescare, fra le molte altre specie di pesci che presero mi si ricordano due, l'uno di piacere e l'altro di ammirazione. Il primo fu un pesce chiamato schiavina, grande come un mezzo letto, il quale, dormendo sopr'acqua, fu percosso dalla nave Vizcaina con un tridente che l'afferrò di tal sorte che il pesce non potè liberarsene, ma, legato con una grossa e lunga fune al banco del battello, se lo tirava dietro sì velocemente per quel porto, ora di qua e ora in là, che pareva una saetta, in guisa che la gente dei navigli, a cui era occulto il secreto, vedendo correr senza remi il battello or qua or là, stava come attonita, fin tanto che si annegò il pesce, e fu condotto al bordo dei navigli, dove fu tirato su con quegli ingegni coi quali sogliono tirarsi le cose di peso. L'altro pesce fu preso con un altro ingegno, ed è chiamato dagl'Indiani manati, né in Europa si trova: è della grandezza di un vitello, e nel sapore e color della carne non ne è differente, se non per avventura è alquanto migliore e più grasso, onde ancor quelli che affermano che nel mare v'ha di tutte le sorti dei terrestri animali, dicono questi pesci esser veramente vitelli, poiché di dentro non hanno forma di pesce, né si pascono di altro che dell'erba da lor trovata nei lidi. Ora tornando alla nostra storia, dico che, poiché l'Ammiraglio vide la sua gente riposata alquanto e i navigli essere stati acconciati, uscì dal detto porto di Azua e andò al porto del Brasil, che gl'Indiani chiamano Jaquimo, per fuggirvi dentro un altro braccio di fortuna che doveva seguire. Da questo partì poi ai 24 di luglio con tanta bonaccia che, non potendo egli seguir la via che voleva, le molte correnti lo gettarono in alcune isole presso a Giamaica, molto piccole e arenose, alle quali mise nome le Pozze perché non vi trovando acqua vi si fecero molte pozze nell'arena, dalle quali ci fornimmo per servizio dei navigli. Quindi poscia navigando verso terraferma alla volta del mezzodì, giungemmo a certe isole, benché non vi prendessimo terra se non nella maggiore, che si chiamava Guanara, dal cui nome poi quelli che fanno le carte navigatorie denominarono tutte quelle isole dei Guanari, le quali sono distanti quasi 12 leghe dalla terraferma, presso alla provincia ora chiamata capo di Honduras quantunque allora l'Ammiraglio la chiamasse punta di Casine. Ma perché costoro fanno cotali carte senza andar per il mondo, sono incorsi in ciò in grandissimo errore il quale, poiché ora m'occorre il dirne, voglio raccontare, sebbene io romperò il filo della mia storia, ed è tale. Queste medesime isole e la terra è da costoro posta due volte nelle loro carte navigatorie, come se in effetto fossero terre distinte: ed essendo il capo di Grazie a Dio quello che essi chiamano capo di *** tutti una medesima cosa, essi li fanno due. E la cagione di quest'errore fu che, dopo ch'ebbe l'Ammiraglio scoperte queste regioni, un certo Gioan Diaz di Solis, dal cui nome il Rio della Plata [che vuol dir fiume dell'argento], chiamasi Rio di Solis, perché egli fu quivi ammazzato dagl'Indiani, e un Vincenzo Agnez, che fu capitano di un naviglio nel primo viaggio nel quale l'Ammiraglio scoperse le Indie, andarono insieme a scoprire l'anno 1508 con l'intenzione di seguire la terra che aveva l'Ammiraglio scoperta nel viaggio di Beragua verso occidente; e, seguendo essi quasi quello stesso cammino, capitarono nella costa di Cariai, e passarono presso al capo di Grazie a Dio fino alla punta di Casine, che essi chiamarono di Honduras, e le dette isole chiamarono i Guanagi, prendendo, come abbiamo detto, il nome di tutte da quella principale: e quindi poi passarono oltre, non volendo confessare che in alcuna parte di quelle fosse stato l'Ammiraglio, per attribuire a se stessi quello scoprimento, e per mostrare che avevano trovato di gran paese non ostante che un piloto loro, detto Pietro di Ledesma, il quale era andato prima con l'Ammiraglio in quel viaggio di Beragua, dicesse loro che egli conosceva quelle regioni, e che erano di quelle ch'egli con l'Ammiraglio aveva aiutato a scoprire; da cui io intesi poi questo. Ma la ragione e il disegno delle carte ciò chiaro dimostrano, perché vi si mette due volte una stessa cosa, e l'isola di una stessa forma e in una stessa distanza per avere, quando essi tornarono, portato quel paese dipinto com'egli è veramente: ma dicevano ch'esso giaceva più oltre di quello che l'Ammiraglio aveva scoperto. Di modo che due volte giace, situata nella carta, una medesima terra: il che, piacendo a Dio, mostrerà il tempo essere così, quando più si navigherà quella costa: perché non vi troveranno paese di quella forma più di una sola volta, come è detto. Ma tornando al nostro scoprimento, dico che, essendo giunti all'isola di Guanara, comandò l'Ammiraglio al prefetto D. Bartolomeo Colombo, suo fratello, che andasse indi terra con due barche, e vi trovarono gente simile a quella delle altre isole, benché non con la fronte sì larga. Videro ancor molti pini, e pezzi di terra, detta calcide, con la quale si fonde il rame, la quale alcuni marinai, giudicando che fosse oro, portarono lungo tempo di nascosto. Ed essendo il prefetto in quell'isola con desiderio di saperne i secreti, volle la sua buona sorte che vi capitasse allora una canoa tutta lunga come una galea, e larga 8 piedi, tutta di un legno solo, e simile di forma alle altre, la quale veniva carica di mercanzie dalle parti occidentali verso la Nuova Spagna. Questa nel mezzo al di dentro aveva un vôlto fatto di foglie di palma, non diverso da quelli che portano in Venezia le gondole [e dai Veneziani son detti felzi], il quale riparava sì coloro che v'erano sotto, che né pioggia né fortuna poteva bagnar cosa alcuna di quelle che v'aveva dentro. Sotto questo vôlto stavano i figliuoli e le donne, e tutti i bagagli e la mercatanzia, e gli uomini che il legno guidavano, ancorché fossero 25, i quali non ebbero animo di difendersi contro le barche che li seguirono. Presa adunque la canoa senza contrasto dai nostri, fu condotta ai navigli, dove l'Ammiraglio rese molte grazie a Dio, vedendo egli che in un istante, e senza fatica né pericolo dei suoi gli piaceva dargli mostra di tutte le cose di quella terra. Epperò comandò che si togliesse di essa quel che a lui parve essere di maggior vista e prezzo, cioè alcune coperte e camiciuole di bambagia senza maniche, lavorate e dipinte di diversi colori e lavori e alcuni facciuoli coi quali coprono le parti vergognose, dello stesso lavoro, e lenzuola con le quali si coprivano le Indiane della canoa, come sogliono coprirsi le More di Granata; e spade di legno lunghe, con un canale da ogni banda dei fili, ai quali erano attaccati con filo e pece rasoi fatti di pietra focaia, che fra uomini nudi tagliano come se fossero di acciaio: e manarini di tagliar legna, simili a quei di sasso che usano gli altri Indiani, salvo che questi erano di buon rame: e pur di quel metallo portavano sonagli di punte insieme con crisoli per fonderlo poi: e per loro vettovaglie portavano delle radici, e grano che mangiano quelli della Spagnola, e un certo vino fatto di maiz, che è simile alla cervosa d'Inghilterra, e molte di quelle mandorle che hanno quelli della Nuova Spagna per moneta, le quali parve che essi anche avessero in grande stima, perché quando con le cose loro furono posti nella nave, io notai che cadendo alcuna di queste mandorle subito si piegavano tutti a pigliarla, come se loro fosse caduto un occhio, nel qual tempo pareva ch'ancor di se stessi non potessero ricordarsi, vedendosi trar prigioni dalla loro canoa nella nave fra gente così strana e feroce come siamo noi rispetto a loro. Ma l'avarizia degli uomini è tanta, che noi non dobbiamo maravigliarci che quegl'Indiani anteponessero questa al timore e pericolo nel quale si vedevano. Medesimamente dico, che ancora dobbiamo stimar molto la loro onestà e vergogna perché occorrendo, nel metterli nella nave che fosse preso alcuno dei facciuoli che portavano avanti alle parti vergognose, subito l'Indiano per coprirle metteva avanti le sue mani, né mai le levava e le donne si coprivano il volto e il corpo, come abbiamo detto che fan le More in Granata. Il che mosse l'Ammiraglio a trattarli bene, e a restituir loro la canoa, e dare alcune cose loro in cambio di quelle che per mostre erano loro state tolte. Né di loro altri seco ritenne che un vecchio, chiamato Giumbe, il quale pareva di più autorità e prudenza, per informarsi delle cose di terra, e affinché gli altri invitasse a praticare coi Cristiani, come prontamente e fedelmente egli fece in tutto il tempo che noi scorremmo per dove la sua lingua era intesa. Epperò, in premio e ricompensa di ciò, quando giungemmo ove non poteva essere inteso, l'Ammiraglio gli donò alcune cose e lo mandò al suo paese molto contento: il che fu avanti che si arrivasse al capo di Grazie a Dio, nella costa dell'Orecchia, di che già si è fatta menzione.
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