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Fernando Colombo Historie IntraText CT - Lettura del testo |
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90 - Come l'Ammiraglio passò la costa dell'Orecchia per il capo di Grazie a Dio, e giunse a Cariai, e quel che quivi fece e si vide.
Per la sopraddetta costa dell'Orecchia navigò l'Ammiraglio verso oriente al capo di Grazie a Dio, il quale fu così nominato perché, non essendo dalla punta delle Casine ad esso più di 60 leghe, si travagliò per la contrarietà dei venti e delle correnti alla bolina 70 dì in camminarle, uscendo di un bordo verso il mare e volgendo d'un altro verso terra, spesso guadagnando col vento e spesso perdendo, secondo ch'esso era a noi o liberale di sé, o scarso nelle volte che si facevano. E certo, se non era la costa di così buon sorgitore com'era, saremmo assai più tardati in passarla: ma, perché era netta, e per mezza lega da terra v'erano due braccia di fondo, ed entrando in mare per ogni lega cresceva l'acqua due braccia, noi avemmo molta comodità per dar fondo la notte, o quando il vento era molto poco: dimodoché ancorché con difficoltà, per causa del buon fondo, fu navigabile quel cammino. Poi, quando ai 14 di settembre giungemmo al detto capo, vedendo noi che la terra volgeva al mezzodì e che con quei venti levanti che quivi regnavano, e che erano a noi stati tanto contrari, potevamo continuare comodamente il nostro cammino, tutti in generale rendevamo a Dio grazie. Perciò e in memoria di ciò l'Ammiraglio chiamò quel capo di Grazie a Dio. Poco più oltre al quale passammo per alcune pericolose secche che uscivano al mare, per quanto poteva comprender la vista. E poiché non ne fu necessario di pigliare acqua e legna, il sabato ai 16 di settembre l'Ammiraglio mandò le barche ad un fiume, il quale pareva profondo e di buona entrata; ma non fu tale per l'uscita, perché, essendo ingagliarditi i venti di mare, e il mare essendo molto grosso, e rompendo contro la corrente della bocca, investì con tanta forza le barche che annegò l'una di quelle, e perì con tutta la gente che v'era. Donde l'Ammiraglio gli mise nome fiume della Disgrazia. Nel qual fiume, e nel suo contorno vi erano canne sì grosse come la coscia di un uomo: e la domenica ai 25 di settembre, seguendo verso il mezzodì, demmo fondo fra un'isoletta, chiamata Quirivi, e una popolazione di terraferma chiamata Cariai, che era della miglior gente, e paese, e sito che fin qui trovammo, sì perché era alta e di molti fiumi, e copiosa di alberi altissimi, come perché era folta e piena di molto erte macchie di alberi, così di palmeti, e mirabolani, come di molte altre specie. Perché l'Ammiraglio la chiamò la Huerta. Dista questa una piccola lega dalla popolazione degl'Indiani chiamata Cariai, la quale giace presso ad un gran fiume, ove concorse infinita gente di quel contorno, molti con archi e freccie, e altri con alcuni bastoncelli di palma, negri come pece, e duri come osso, la punta dei quali era armata di certe ossa, o spini acuti di pesce; altri con mazze, o grossi bastoni: ed erano concorsi con mostra di voler difendere la loro terra. Gli uomini portavano i capelli intrecciati e rivolti attorno la testa, e le donne tagliati come noi. Questi, vedendo che eravamo gente di pace, mostravano gran desiderio di aver delle cose nostre a baratto delle loro, che sono armi, coperte di bambagia, e camiciuole delle sopraddette, e agulile di guani, che è oro assai basso, il quale portano appiccicato al collo, come noi portiamo un Agnus Dei o altra reliquia. Tutte queste cose portavano nuotando alle barche, perché i Cristiani quel dì né l'altro non andarono in terra: né l'Ammiraglio volle che fosse loro tolta cosa alcuna, per non esser tenuti uomini che volessero le cose loro, anzi fece loro dare molte delle nostre. Perché, quanto meno conto essi vedevano noi fare del riscatto, tanto più lo desideravano, facendo molti segni da terra, e distendendo le loro coperte, come bandiere, e invitandoci ad andare in terra. Finalmente, vedendo che niuno vi andava, presero quelle cose che erano loro state donate, senza lasciarne alcuna, e ben legatele tutte insieme le posero nello stesso luogo ove erano andate le barche a riceverli, e ove poi le trovarono i nostri il mercoledì seguente, che smontarono in terra. E poiché gl'Indiani, a questo luogo vicini, credevano che i Cristiani non si fidassero di loro, mandarono un Indiano vecchio alle navi, di venerabile presenza, con una bandiera posta sopra un'asta, e con due fanciulle, l'una di 8 e l'altra di 14 anni, le quali poste nella barca, fe' segno che i Cristiani potevano sicuramente smontare in terra. Per le preghiere adunque di costoro smontarono a pigliar acqua, mettendo gl'Indiani grande avvertenza di non far segno o cosa alcuna per cui ricevessero spavento i Cristiani: e quando poi li videro ritornarsi ai navigli, fecero molti segni perché portassero seco le giovani coi guanili che portavano al collo: e così, ad istanza del vecchio che le conduceva, ci contentammo di menarle via. Nel che non solo essi mostrarono più ingegno di quel che in altri si era veduto, ma nelle fanciulle si vide una gran fortezza, poiché, essendo i Cristiani di così strana vita, e pratica, e generazione, non mostrarono segno alcuno di dolore né di tristezza, ma sempre stettero con sembiante allegro, e onesto: onde furono molto ben trattate dall'Ammiraglio, il quale fece dar loro da vestire e da mangiare, e poi comandò che fossero ricondotte in terra, dov'erano 50 uomini; e il vecchio, che le aveva consegnate, tornò a riceverle, rallegrandosi molto con loro. Ma tornando quello stesso giorno le barche alla riva, trovarono la medesima gente con le fanciulle, le quali e gl'Indiani restituirono ai Cristiani tutto quello che avevano loro donato, non volendo che loro rimanesse cosa alcuna. E il dì seguente, essendo smontato in terra il prefetto per avere informazioni di queste genti, si accostarono due dei più onorati alla barca ov'egli era, e presolo per le braccia in mezzo di loro, lo fecero sedere sull'erba della riva: e domandando egli a loro alcune cose, comandò agli scrivani della nave che scrivessero quello che essi rispondevano. Ma costoro si alterarono in modo, vedendo la carta e il calamaio, che la maggior parte si mise a fuggire: il che, secondo quel che si poté giudicare, fu per paura che ebbero di essere con parole o segni fattucchiati: quando essi veramente a noi parevano grandi fattucchieri, e con qualche ragione poiché, accostandosi essi ai Cristiani, spargevano per l'aria certa polvere alla loro volta, e con profumi nei quali gettavano della detta polvere facevano che il fumo andasse verso i Cristiani: oltre che il non voler ricevere cosa alcuna delle nostre e il restituirle mostrava che avevan tale sospetto, perché, come s'usa dire, pensa il ladrone che ciascuno sia della sua opinione. Ora, essendo noi quivi dimorati più di quello che la prestezza del viaggio voleva, la domenica ai 2 d'ottobre, avendo acconci e apprestati i navigli di tutto quello che faceva bisogno, L'Ammiraglio comandò che il Prefetto smontasse in terra con alcuna gente a riconoscere la popolazione di questi Indiani, e i costumi loro, e la loro natura, con la qualità del paese. E quel che più di notabile videro fu, che dentro d'un palazzo grande di legname, coperto di canne, avevano sepolture, in una delle quali era un corpo morto secco e mirrato, e in un'altra due, ma senza cattivo odore, involti in alcune lenzuola di bambagia; e sopra cotali sepolture era una tavola, scolpita d'alcuni animali, in alcuni dei quali vedevasi la figura di colui che vi era sepolto, ornato di molte gioie, di guaribili, e di Ave Marie, e di altre cose che più stimavano. E perché questi erano Indiani di più ragione che in tutte quelle parti si fossero trovati, l'Ammiraglio comandò che ne fosse preso qualcuno per sapere i segreti di quel paese, e così fra i 7 che si pigliarono furono scelti due principali, e gli altri lasciati andar via con alcuni doni e buona accoglienza che fu loro fatta, acciò non rimanesse la terra turbata dicendo loro di volerli per guida di quella costa, e che poi li avrebbero rilasciati. Ma essi, credendo che fossero da noi presi per avarizia, e per guadagnarne, per riscattarli con le loro gioie e mercatanzie, subito il seguente dì venne molta gente alla spiaggia, e mandarono quattro come ambasciatori alla capitana a trattar del riscatto, per cui promisero alcune cose, e portarono in dono due piccoli porci di quella regione, che son molto selvatici, benché sian piccoli. Per cui l'Ammiraglio, vedendo la prudenza di questa gente, venne in maggior desiderio della loro pratica, né volle indi partire senza prender lingua da loro, né diede orecchie alle loro offerte, anzi comandò che agli ambasciatori fossero date alcune cosuccie, affinché non tornassero indietro mal soddisfatti, e che fossero loro pagati i loro porci: coi quali occorse una caccia, e fu questa. Fra gli altri animali di quel paese v'ha alcuni gatti di color berrettino della grandezza di un piccolo veltro, ma con la coda più lunga, e tanto forte, che, prendendo alcuno con quella, pareva che fosse legato con una fune. Vanno questi per gli alberi come gli schirati, saltando d'un in un altro; e quando dànno il salto, non solo si attaccano ai rami con le mani, ma anche con la coda, con cui spesse volte rimangono appiccati, quasi per riposo e scherzo. Di cotali gatti avvenne che un balestriere ne portò uno di un bosco, il quale aveva gettato a terra di un albero con un verrettone, e perché, mostrandosi eziandio in terra molto feroce, non ardiva accostarglisi, gli tagliò un braccio con una coltellata: e portandolo così ferito, come fu veduto, spaventò un buon cane che quivi avevamo: ma assai maggior paura mise all'uno dei porci che a noi erano stati portati, perché tosto che vide il gatto, si pose a fuggire, dimostrando estremo timore. Il che a noi diede grande ammirazione, perché, avanti che avvenisse ciò, il porco assaltava tutti, e non lasciava il cane quieto nella coperta. Perciò l'Ammiraglio comandò che fosse avvicinato più al gatto, il quale, vedutolo presso, gli cinse il muso intorno con la coda, e col braccio che gli era restato sano l'afferrò nella coppa per morderlo, gridando fortemente il porco per paura di lui. Dal che noi conoscemmo che cotali gatti debbono cacciare come i lupi e i levrieri di Spagna.
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