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Fernando Colombo Historie IntraText CT - Lettura del testo |
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97 - Come, partito l'Ammiraglio da Betlem per andare in Castiglia, il Quibio assaltò la popolazione dei Cristiani, nel qual conflitto furono molti morti e feriti.
Siccome oramai le cose appartenenti al sostentamento del popolo erano provvedute, e le deliberazioni e statuti del suo governo erano state fatte dall'Ammiraglio, piacque a Dio di far discendere tante pioggie che ne crebbe assai il fiume, onde tornò ad aprirsi la bocca: con la qual comodità l'Ammiraglio deliberò di partir tosto per la Spagnola coi tre navigli, per mandare a questi soccorso con grande prontezza. E così, aspettando bonaccia calma, acciò che il mare non rompesse né battesse la bocca del fiume, uscimmo con detti navigli, mandate le barche avanti: ancorché niuno uscisse così netto che non strascinasse la colomba per terra, la quale, se non era l'arena mobile, quantunque fosse stata bonaccia, ciascuno avrebbe pericolato. Ciò fatto, subito con gran prestezza tirammo dentro le cose che avevamo gettate fuori affinché i navigli fossero più leggeri al tempo dell'uscita. E così, aspettando noi, sorti nella costa larga, una lega lontani dalla bocca del fiume, il tempo per la partenza, miracolosamente a Dio piacque che nascesse cagione per la quale si mandasse la barca della nave capitana in terra, così per acqua, come per provvedere d'altre cose necessarie, acciò che con la perdita di lei coloro ch'erano in terra e coloro che erano in mare si salvassero. E fu tale il caso. Come gl'Indiani e il Quibio videro che le navi erano fuori, né potevano dar soccorso a quelli ch'erano restati, nello stesso punto che giunse la barca in terra assalirono la popolazione dei Cristiani, e non essendo essi per la foltezza del bosco scoperti, come furono 10 passi lontani dalle case dei nostri, li assalirono con molte grida, tirando lancie a quelli che vedevano, e alle medesime case, le quali, essendo coperte di foglie di palme, erano da loro passate facilmente dall'un lato all'altro, e talora ferivano alcuni di coloro che dentro v'erano. Così adunque avendo colti i nostri sprovvedutamente e fuor d'ogni loro aspettazione, avanti che potessero mettersi in ordine per resister loro ne ferirono quattro o cinque. Ma perché il prefetto era uomo di gran cuore, si oppose ai nemici con una lancia, animando i suoi e assaltando animosamente gl'Indiani con sette ovvero otto che lo seguivano, di modo che li fecero ritirare fino al bosco, il quale, come abbiam detto, era vicino alle case. Donde tornarono a fare alcune scaramuccie, tirando le loro zagaglie, e ritirandosi poi, come nel giuoco delle canne usano gli Spagnoli di fare, finché, concorrendo oramai molti dei Cristiani, castigati dal filo delle spade, e da un cane che fieramente li perseguitava, si posero in fuga, lasciando un Cristiano morto, e sette feriti fra i quali uno fu il prefetto, che fu percosso con una delle loro lancie nel petto: dal qual pericolo si guardarono bene due Cristiani, il caso dei quali, per contare una facezia dell'uno, che era Italiano, e Lombardo, e per la severità dell'altro, che era Castigliano, io racconterò: e fu tale. Al Lombardo, chiamato Bastiano, fuggendo furiosamente per nascondersi in una casa, disse Diego Mendez, di cui più oltre si farà menzione, Torna, torna indietro, Bastiano; ove vai? A cui egli rispose tosto, Lasciami andare, diavolo, ch'io vado a mettere in salvo la mia persona. La Spagnolo poi era il capitano Diego Tristan, che l'Ammiraglio aveva mandato con la sua barca in terra, il quale mai non ne uscì fuori con la sua gente, come che fosse quasi presso al fiume ove era la zuffa, ed essendo egli domandato, e anche da alcuni ripreso del non dare aiuto ai Cristiani, rispose, acciò che quelli di terra per paura non si ritirino alla barca, se io mi accosto alla riva, e così periscano tutti, perché, perduta la barca, l'Ammiraglio in mare correrà poi pericolo: e però non volle fare se non quello che esso gli aveva ordinato, cioè caricarsi d'acqua, almeno finché vedesse se v'aveva più bisogno del suo soccorso. E così, volendo porre ad effetto subito il pigliar dell'acqua, per andar tosto a dare avviso all'Ammiraglio di quel che passava, deliberò di andar per il fiume in su a prenderla ove la dolce non si mescolava con l'amara, quantunque alcuni gli protestassero che non v'andasse, per il gran pericolo degl'Indiani e delle loro canoe. A che egli rispose, non temer quel pericolo, poiché per ciò era smontato ed era stato mandato dall'Ammiraglio. E così seguì il suo cammino in su per il fiume, il quale è molto profondo in dentro, e dall'una e dall'altra parte è molto chiuso e pieno d'alberi che arrivano fino all'acqua, e così folti che appena vi può alcuno smontare in terra, eccetto in alcuni luoghi dove terminano le strade dei pescatori, e ove essi nascondono le loro canoe. Ora, tosto che gl'Indiani lo videro quasi una lega lontano dalla popolazione all'insù del fiume, uscirono dall'una parte e dall'altra dal più folto della riviera con quelle loro barchette, o canoe, e con molte strida, suonando corni, lo assalirono d'ogni lato molto arditamente, e con gran loro vantaggio, perché essendo quelle loro canoe leggerissime, e bastando uno solo per governarle e guidarle ove vogliono, specialmente quelle che sono piccole e di pescatori, venivano 3 o 4 in ciascuna di esse, un dei quali vogava e gli altri vibravano le loro lancie e dardi a quelli della barca: e chiamo io dardi e lancie quelle loro aste, avendo rispetto alla grandezza loro come che ferri non abbiano, se non di spini o di denti di pesce. Non essendo adunque nella nostra barca se non 7 od 8 che vogavano, e il capitano con 2 o 3 uomini soli da guerra, non potevano ripararsi dalle molte lancie che coloro tiravano, per cui bisognò loro che lasciassero i remi per adoprar le rotelle. Ma era tanta la moltitudine degli Indiani e dei loro dardi che da ogni parte piovevano, che, accostandosi con le loro canoe e ritirandosi quando loro piaceva, destramente ferirono la maggior parte dei Cristiani, e specialmente il capitano, a cui diedero di molte ferite: e, quantunque stesse sempre saldo, animando i suoi, non gli giovò però punto, perché lo tenevano da ogni canto assediato, senza che si potesse muovere né valersi dei suoi moschetti: finché all'ultimo lo percossero d'una lancia in un occhio, per il qual colpo egli subito cadde morto. Tutti gli altri poi fecero il medesimo fine, eccetto un bottaio di Siviglia nomato Giovanni di Noia, la cui buona sorte volle che al mezzo del rumore cadde in acqua, e nuotandovi sotto uscì alla riva, senza che fosse veduto, e per la foltezza degli alberi venne alla popolazione a dar la nuova delle cose successe: di che si spaventarono in tal guisa i nostri, che, vedendosi così pochi, e in gran parte feriti, e alcuno dei compagni morti, e l'Ammiraglio essere in mare senza barca, e a pericolo di non poter tornare in luogo d'onde loro potesse mandar soccorso, deliberarono di non rimanere ov'essi erano: e così subito senza ubbidienza né altro ordine se ne sarebbero andati, se non li avesse impediti la bocca del fiume, la quale col cattivo tempo era tornata a chiudersi per cui non solamente non poteva uscirne il naviglio che era loro stato lasciato, ma, perché il mare rompeva molto, non poteva uscir barca, né persona alcuna la quale potesse dare avviso all'Ammiraglio di quello ch'era avvenuto. Ma egli non correva minor pericolo in mare, dove era sorto, per essere spiaggia e per non aver barca, ed essendo con poca gente, per quella che gli era stata già uccisa. Per la qual cosa egli e tutti noi eravamo in quel medesimo travaglio e confusione in cui erano quelli di dentro, i quali per il successo della zuffa passata e per veder coloro della barca morti venir giù per il fiume, pieni di ferite e seguiti dai corvi di quel paese che loro venivano sopra gracchiando e volando, prendevano tutto ciò per infelice augurio, e stavano con paura di dover fare lo stesso fine che quelli, specialmente vedendo che gl'Indiani con la vittoria erano molto insuperbiti, sicché oramai non li lasciavano riposare punto per la mala disposizione della popolazione: e certo ne sarebbero stati tutti maltrattati se non si fosse preso per buon rimedio di andare ad una grande spiaggia sgombrata alla parte orientale di quel fiume, dove fabbricarono un baluardo con le botti e con altre cose che avevano, e piantate le artiglierie in luoghi comodi si difendevano, non avendo gl'Indiani ardire di uscir fuori del bosco per il danno assai grande che facevano loro le palle.
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