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Fernando Colombo
Historie

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  • 14 - Come i Re Cattolici mandarono dietro all'Ammiraglio, e gli concessero quel che egli domandava.
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14 - Come i Re Cattolici mandarono dietro all'Ammiraglio, e gli concessero quel che egli domandava.

 

Essendo già entrato il mese di gennaio dell'anno 1492, lo stesso giorno che l'Ammiraglio partì da Santa Fe, fra gli altri a cui dispiaceva la sua partita, Luigi di S. Angelo, di cui di sopra abbiamo fatta menzione, bramando a ciò alcun rimedio, andò a trovar la regina, e con parole che il desiderio gli somministrava, per persuaderla e riprenderla insieme, le disse ch'ei si maravigliava molto di vedere che, essendo sempre avanzato animo a sua Altezza per ogni cosa grave e importante, le mancasse ora per imprenderne una nella quale sì poco si avventurava, e dalla quale tanto servizio a Dio e ad esaltazione della sua Chiesa poteva ritornare, non senza grandissimo accrescimento e gloria dei suoi regni e stati, e tale finalmente che, se alcun altro principe la conseguisse, come l'offriva l'Ammiraglio, era chiaro il danno che al suo Stato ritornerebbe, e che in tal caso dai suoi amici e servitori sarebbe con giusta causa gravemente ripresa, e dai suoi nemici biasimata, onde tutti poscia direbbero esserle bene impiegata tanta disavventura, e che ancora ella stessa se ne dorrebbe, e i suoi successori giusto cordoglio ne sentirebbero. Laonde, poi che pareva il negozio aver buon fondamento, e l'Ammiraglio, che lo proponeva, era di buon giudizio e sapere, e non chiedeva altro premio se non di quel che trovasse, e si contentava di concorrere in parte della spesa, e avventurava la sua persona, non doveva sua Altezza stimarla cosa tanto impossibile, come quei letterati le dicevano, e che quel ch'essi dicevano, che sarebbe cosa biasimevole l'aver aiutata cosiffatta impresa quando essa non riuscisse così bene come proponeva l'Ammiraglio, era vanità: anzi, ch'egli era di contrario parere a loro, il qual credeva che piuttosto sarebbero giudicati principi magnanimi e generosi per aver tentato di saper le grandezze e i segreti dell'universo. Il che avevano fatto altri re, e signori, ed era loro stato attribuito a gran lode. Ma, quand'anche fosse tanto incerta la riuscita, per trovar la verità di cotal dubbio era bene impiegata ogni gran somma d'oro. Oltre che l'Ammiraglio non chiedeva altro che 2500 scudi per metter l'armata ad ordine, e però, affinché non si dicesse che la paura di sì poca spesa la riteneva, non doveva in modo alcuno abbandonare quella impresa.

Alle quali parole la cattolica regina, conoscendo il buon desiderio del Sant'Angelo, rispose ringraziando del suo buon consiglio, e dicendo ch'era contenta di accettarlo con patto che si differisse l'esecuzione finché respirasse alquanto dai travagli di quelle guerre. E quando pure anche altro a lui paresse, contentava che sopra le gioie della sua camera si cercasse imprestito della quantità dei denari necessaria per far detta armata. Ma Sant'Angelo, veduto il favore fattogli dalla regina in accettar per suo consiglio quel che per consiglio di ogni altro aveva rifiutato, rispose che non faceva mestieri d'impegnar le gioie, perché egli farebbe lieve servizio a sua Altezza imprestandole i suoi denari. E con tale risoluzione la regina spedì tosto un capitano per le poste per far tornar indietro l'Ammiraglio.

Questi lo raggiunse presso alla porta di Pinos due leghe da Granata lontano e, quantunque l'Ammiraglio si dolesse delle dilazioni e difficoltà che nella sua impresa aveva trovate, nondimeno, informato della determinazione e volontà della regina, tornò indietro a Santa Fe, ove fu ben veduto dai Re Cattolici e subito fu commessa la sua capitolazione, e spedizione al segretario Giovan di Coloma, il quale per comandamento delle loro Altezze e con la loro reale sottoscrizione e sigillo gli concesse e consegnò tutti i capitoli e clausole che di sopra abbiamo narrato essere state da lui domandate, senza che se ne levasse o mutasse cosa alcuna.

 




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