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Fernando Colombo Historie IntraText CT - Lettura del testo |
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43 - I privilegi dei Re Cattolici all'Ammiraglio.
Don Fernando e donna Isabella, per la grazia di Dio Re e Regina di Castiglia, di León, d'Aragona, di Sicilia, di Granata, di Toledo, di Valenza, di Galizia, di Maiorca, di Minorca, di Siviglia, di Sardegna, di Cordova, di Corsica, di Murcia, di Giaen, degli Algarvi, di Algeziras, di Gibraltar, e delle isole di Canaria; conte e contessa di Barcellona; signori di Biscaglia e di Molina; duchi di Atene e di Neopatria; conti di Rossiglione e di Serdania; marchesi d'Oristano, e di Goceano, ecc. Per ciò che voi, Cristoforo Colón, andate per comandamento nostro a scoprire e guadagnare con alcune fuste nostre, e con le nostre genti alcune isole e terraferma nel mare Oceano e si spera che con l'aiuto di Dio si scopriranno e conquisteranno alcune delle dette isole e terraferma in detto mare Oceano per vostro mezzo e industria: però è cosa giusta e ragionevole che, poi che voi vi mettete a detto pericolo per servizio nostro, siate di ciò premiato: volendo adunque noi onorarvi e farvi grazia per le sopraddette cose, la nostra volontà è che voi, Cristoforo Colón, dopo che avrete scoperte e guadagnate dette isole e terraferma in detto mare Oceano, o qual si voglia di esse, siate nostro ammiraglio di dette isole e terraferma, che voi scoprirete e conquisterete, e che siate nostro ammiraglio, viceré, e governatore in quelle: e che per l'avvenire vi possiate chiamare e intitolare don Cristoforo Colón, e così i vostri figliuoli e successori del detto carico possano chiamarsi e intitolarsi donni, e ammiragli, e viceré, e governatori di quelle: e che possiate usare ed esercitar detto carico di ammiraglio col detto ufficio di viceré, e governatore di dette isole e terraferma che scoprirete e conquisterete voi, o i vostri luogotenenti, e ascoltare liberamente tutte le liti, e cause civili, e criminali, appartenenti a detto carico di ammiraglio, vicerè, e governatore, secondo che a voi parrà per giustizia, e secondo che usano esercitarlo gli ammiragli dei nostri Regni; e possiate punire i deliquenti: e usiate detti uffici di ammiraglio, viceré, e governatore voi, e i vostri luogotenenti in tutto quello che ai detti uffici e a ciascun di essi si appartiene e tocca: e che abbiate i diritti e i salari che ai detti uffici e a ciascun d'essi toccano, secondo che li ha e tira il nostro ammiraglio maggiore dei nostri Regni. «E per questa nostra carta, o per la sua copia, segnata da notaio pubblico, comandiamo al principe don Giovanni, nostro carissimo e amatissimo figliuolo, e agl'infanti, duchi, prelati, marchesi, gran maestri degli ordini militari, priori, commendatori, e a quelli del nostro Consiglio, e uditori della nostra Udienza, giudici, e altre giustizie, qual si voglia che siano della nostra Casa, e Corte, e cancelleria, e ai commendatori, castellani dei castelli, e caseforti, e piane, e a tutte le comunità, assistenti, e governatori, giudici, capitani, ufficiali da mare, ed ai 24 cavalieri giurati, scudieri, altri ufficiali, e buonuomini di tutte le città, terre e luoghi dei nostri Regni, e Stati, e di quelli che voi conquisterete e guadagnerete; e ai capitani, comiti, contracomiti, e ufficiali e gente di mare, nostri sudditi e naturali, che ora sono o saranno per l'avvenire, ed a qualsivoglia di loro, che, essendo da voi scoperte e guadagnate dette isole e terraferma in detto mare Oceano, e fatto da voi, o da qualunque avrà vostra commissione, il giuramento e la solennità, che si ricerca in tal caso; abbiano per l'avvenire voi, mentre vivrete, e dopo voi vostro figliuolo successore, e di successore in successore per sempre per nostro ammiraglio del detto nostro mare Oceano, e per viceré, e governatore di dette isole, e terraferma che da voi don Cristoforo Colón sia scoperta e guadagnata; e usino con voi, e coi vostri luogotenenti, che in detti uffici di ammiraglio, viceré, e governator metterete, e in tutto quello che loro toccherà, e vi rispondano, e facciano rispondere con tutti quei diritti e altre cose che sono ai detti uffici annessi e appartenenti: e vi osservino e facciano osservare tutti gli onori, grazie, liberalità, preminenze, prerogative, esenzioni, immunità, e tutte le altre cose e ciascuna di esse che per ragion di detti uffici di ammiraglio, e viceré, e governatore dovete avere, e vi debbono essere osservate in tutto compiutamente: in guisa che non vi si tolga cosa alcuna; e che in ciò, né in parte di ciò non vi mettano alcuna difficoltà; né consentano che vi sia messa: perciò che noi per questa nostra lettera da quest'ora per allora vi facciamo grazia dei detti uffici di ammiraglio, e viceré, e governatore perpetuo per sempre mai; e vi diamo il possesso di quegli uffici e di ciascun d'essi, e piena autorità di poterli usare ed esercitare, e trarne i diritti e salari, ad essi ed a ciascun di essi appartenenti, secondo che di sopra si è detto. Sopra tutte le quali cose, se vi sarà necessario, e voi così ricercherete, comandiamo al nostro cancelliere, e notari, e agli altri ufficiali, che siedono alla tavola dei nostri sigilli, che ci diano, e spediscano, e sigillino nostra carta di privilegio, dandola più ferma, e valida, e bastante, che voi ricercherete, e avrete bisogno. «E alcuno di loro non sia ardito intorno a ciò di far cosa alcuna in contrario sotto pena della nostra digrazia, e di confisca di 30 ducati per ciascun contraffacente. Appresso comandiamo a colui, il quale questa nostra lettera mostrerà loro, che li citi che debbano comparire davanti a noi nella nostra Corte, dovunque saremo, in termini dei 15 dì primi seguenti dopo la citazione, sotto detta pena. Sotto la quale comandiamo eziandio a qual si voglia notaio pubblico, il quale per questo sarà chiamato, che dia a colui, che gliela mostrerà, testimonianza segnata col suo segno; acciò che noi sappiamo come si eseguisce il nostro comandamento. «Data nella nostra città di Granata, ai 30 del mese di aprile dell'anno del nascimento del Nostro Signor Gesù Cristo 1492. IO IL RE IO LA REGINA
«Io Giovanni di Coloma, segretario del Re e della Regina, nostri signori, la feci scrivere per loro comandamento. «Notata in forma, Rodericus doctor. «Registrata, Sebastiano Dolano Francesco di Madrid Cancelliere». «ED ORA, poiché piacque al nostro Signore che voi abbiate trovato molte delle dette isole, come anche speriamo con l'aiuto suo che ne troverete e scoprirete delle altre, e della terraferma in detto mare Oceano nella detta parte delle Indie, e ne avete supplicato e domandato in grazia che vi confermassimo detto privilegio nostro, che qui è incorporato, e la grazia in esso contenuta, acciò che voi, e i vostri figliuoli, e discendenti, e successori, l'un dietro all'altro, e dopo i vostri giorni, possiate avere e abbiate detti uffici di ammiraglio, e viceré, e governatore di detto mare Oceano, ed isole, e terraferma, sì di quello che avete scoperto e trovato, come di quello che scoprirete e troverete per l'avvenire, con tutte quelle facoltà, preminenze, e prerogative, le quali hanno goduto e godono gli ammiragli, e viceré, e governatori, che sono stati e sono nei detti nostri Regni di Castiglia, e di León, e che vi siano corrisposti tutti i diritti, e salari, ai detti uffici annessi ed appartenenti, concessi e conservati ai detti nostri ammiragli, viceré, o governatori: e che provvediamo sopra ciò, conforme alla nostra grazia; e noi, avendo considerazione al rischio e pericolo nel quale per nostro servizio vi siete messo in andare a trovare e scoprire le dette isole, ed a quello al quale ora vi metterete in andar a cercare e scoprire le altre isole e terraferma, di che siamo stati e aspettiamo d'essere da voi ben serviti: per farvi grazia e premiarvi, con la presente confermiamo a voi, ed ai vostri figliuoli, e discendenti, e successori, l'un dietro all'altro, per ora e per sempre i detti uffici di ammiraglio di detto mare Oceano, e viceré, e governatore di dette isole, e terraferma, da voi trovata e scoperta, e delle altre isole e terraferma, che da voi o per vostro ingegno si troveranno e discopriranno per l'avvenire in dette parti delle Indie: ed è la nostra volontà che abbiate voi, e dopo i vostri dì i vostri figliuoli, e discendenti, e successori, l'uno dietro all'altro, detto ufficio di nostro ammiraglio di detto mare Oceano, che è nostro, il qual comincia da una linea che noi abbiamo fatto gettare, corrente dalle isole degli Astori alle isole di capo Verde, da settentrione in austro da Polo a polo: di modo che tutto quel che giace dalla detta linea verso occidente, è nostro e ci appartiene. E così vi facciamo e creiamo ammiraglio, e anche i vostri figliuoli, e successori, l'un dopo l'altro, di tutto ciò in perpetuo. E medesimamente vi facciamo nostro viceré, e governatore, e dopo i vostri dì i vostri figliuoli, e discendenti, e successori, l'un dopo l'altro, delle dette isole, e terraferma, scoperte e da scoprire in detto mare Oceano nella parte delle Indie come s'è detto: e vi diamo il possesso di tutti i detti uffici di ammiraglio, e viceré, e governatore per sempre mai, con commissione e autorità che in detto mare possiate usare ed esercitare detto ufficio di nostro ammiraglio in tutte quelle cose, e nella forma e modo, e con le prerogative e preminenze, diritti e salari, siccome hanno usato e usano, han goduto e godono, i nostri ammiragli dei mari di Castiglia e di León, sì nelle dette isole, e terraferma, che son già scoperte, come in quelle che si scopriranno da qui innanzi in detto mare Oceano nella detta parte delle Indie: acciò che i popolatori di tutto ciò siano meglio governati. E vi diamo tale autorità e facoltà, acciò che possiate, come nostro viceré, e governatore, voi, o vostri luogotenenti, giudici, e capitani, ed altri ufficiali, che per ciò creerete, usare la giurisdizione civile e criminale, alta e bassa, e il mero e il misto imperio: i quali detti uffici possiate rimuovere, e cassare, e mettere in altri in loro luogo ogni volta che vi piacerà e parrà che convenga al nostro servizio, i quali possano ascoltare, sentenziare e determinare tutte le liti, e cause civili e criminali che in dette isole e terraferma occorressero e si movessero: ed abbiano e tirino i diritti e salari soliti nei nostri Regni di Castiglia e di León, a detti uffici annessi e appartenenti: e voi detto nostro viceré e governatore possiate ascoltare e giudicare tutte le dette cause, e ciascuna di esse qualunque volta che vi piacerà in prima istanza, per via di appellazione, o per semplice querela; e conoscerle, e determinarle, e definirle, come nostro viceré e governatore: e possiate fare e facciate voi, e i detti vostri figliuoli tutte le diligenze nei casi di ragione permesse; e tutte le altre cose, a detti uffici di viceré, e governatore appartenenti e che voi, e il vostro luogotenente, e gli ufficiali, che perciò metterete, intorno a ciò possiate aver quella cognizione ed usar quei termini i quali intenderete convenirsi al nostro servizio e all'esecuzione della nostra giustizia. Il che tutto possiate e possano fare ed eseguire con giusta esecuzione e con effetto sì come dovrebbero e potrebbero fare, se da noi detti ufficiali fossero messi. Ma la nostra volontà è che le lettere e patenti che voi concederete, siano, e si spediscano, e si concedano in nostro nome, dicendo Don Fernando e Donna Isabella, per la grazia di Dio Re e Regina di Castiglia, di León, ecc. E siano sigillate col nostro sigillo, il qual vi facciamo dare per dette isole e terraferma. E comandiamo a tutti i vicini e abitatori, ed alle altre persone che si ritroveranno in dette isole e terraferma, che vi obbediscano come nostro viceré, e governatore di quelle: ed a quelli che andranno per detti mari di sopra dichiarati, che vi obbediscano come nostro ammiraglio di detto mare Oceano: e tutti essi eseguiscano le vostre lettere e comandamenti, e si riducano con voi e coi vostri ufficiali per eseguire la nostra giustizia: e vi diano e facciano dare tutto il favore ed aiuto che loro domanderete, e vi sarà bisogno, sotto quelle pene che voi metterete loro: le quali noi per la presente loro imponiamo, e le abbiam permesse, e vi diamo autorità per eseguirle nelle loro persone, e beni. E medesimamente è la nostra volontà che, se voi vedrete convenirsi al nostro servizio ed all'esecuzione della nostra giustizia che quelle persone che saranno in dette isole e terraferma vadano fuori di esse e che non entrino né stieno in esse, e che vengano e si presentino avanti a noi, possiate da parte nostra comandarglielo e farli uscir di dette isole. Ai quali noi per la presente comandiamo che di subito facciano, ed eseguiscano, e mettano in opera tutto ciò, senza ricercar altro, o consultare sopra ciò, né aspettare, né avere altra nostra lettera, né comandamento: non ostante qual si voglia appellazione, o supplica che di tal vostro comandamento facessero o interponessero. Per tutte le quali cose e per tutte le altre dovute e appartenenti ai detti uffici di nostro ammiraglio, e viceré, e governatore, vi diamo autorità bastante con tutte le sue incidenze, e dipendenze, ed emergenze, annessità e connessità. «Sopra tutte le quali cose, se vorrete, comandiamo al nostro Cancelliere, e Notari, e agli altri ufficiali, che sono alla tavola dei nostri sigilli, che vi diano, spediscano, e passino, e sigillino la nostra carta di privilegio, fatta quanto più forte, e bastante la ricercherete da loro se vi farà bisogno: né alcun di loro sia ardito di fare alcuna cosa in contrario sotto pena della nostra disgrazia e di 30 ducati per la nostra camera a ciascheduno che il contrario facesse. Ed oltre a ciò comandiamo all'uomo che loro mostrerà questa nostra lettera, che li citi, che debbano comparire avanti di noi nella nostra Corte, dovunque noi siamo, in termini di 15 dì primi seguenti sotto la detta pena. Sotto la quale comandiamo a qualunque Notaio pubblico, il qual per tale effetto sarà chiamato, che faccia a colui che glie la mostrerà testimonio segnato col suo segno; acciò che noi sappiamo come si eseguisce il nostro comandamento. «Data nella città di Barcellona ai 28 di maggio dell'anno del nascimento di N. S. Gesù Cristo 1493. IO IL RE IO LA REGINA
«Io Fernando Alvarez di Toledo, segretario del Re, e della Regina, nostri Signori, la feci scrivere per loro comandamento. Pietro Guttieres, Cancelliere. Dritto del sigillo, e del registro nulla. «Deliberato. Rodericus Doctor. «Registrata. Alfonso Perez».
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