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Fernando Colombo
Historie

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  • 49 - Come l'Ammiraglio andò alla Villa del Natale e la trovò abbruciata e senza persona alcuna; e come si abboccò col re Guacanagarí.
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49 - Come l'Ammiraglio andò alla Villa del Natale e la trovò abbruciata e senza persona alcuna; e come si abboccò col re Guacanagarí.

 

Il giovedì ai 28 di novembre l'Ammiraglio con la sua armata sull'ora di vespro entrò nel porto dinanzi alla Villa del Natale e la trovò tutta abbruciata: e quel dì non videro persona alcuna per tutto quel contorno. Ma il seguente giorno di mattina l'Ammiraglio smontò in terra con gran dolore di veder le case e la fortezza abbruciate, e che in piazza non v'erano case dei Cristiani, salvo casse rotte, e altre cose simili, come di terra disfatta e messa a sacco. E perché non si vedeva alcuno a cui si potesse domandarne, l'Ammiraglio con alcuni battelli entrò in un fiume che era vicino, e mentre che egli andava così all'insù, comandò che si facesse netto il pozzo della fortezza, credendo che in quello si dovesse ritrovare oro, poiché al tempo della sua partenza, temendo gl'inconvenienti che gli potevano succedere, aveva lasciato comandamento a coloro ch'ei lasciava che gettassero tutto l'oro il quale potessero avere in quel pozzo. Ma non vi trovò cosa alcuna: e l'Ammiraglio per dove scorse coi battelli non potè avere alcun Indiano nelle mani, perché tutti fuggivano dalle case loro alle selve, per cui, ritrovati solo alcuni drappi dei Cristiani, se ne tornò al Natale ove trovò otto Cristiani, e per la campagna presso la popolazione ne trovarono altri tre, i quali conobbero che erano Cristiani dai panni, e pareva che fossero stati ammazzati un mese avanti.

E andando alcuni Cristiani per là cercando vestigi o scritture dei morti, venne a parlare all'Ammiraglio un fratello del cacico Guacanagarí con alcuni Indiani, i quali già sapevano esprimere alcune parole in lingua castigliana, e conoscevano e chiamavano per nome tutti i Cristiani che erano in quel luogo rimasti; e dissero che i Cristiani subito incominciarono a venire in discordia tra loro, e a pigliar ciascuno le donne e l'oro che poteva, e che per ciò avvenne che Pietro Gutierrez ed Escobedo uccisero un Giacopo, e poscia insieme con altri nove erano andati con le loro donne ad un cacico, chiamato Caunabó, il quale è signore delle miniere; questi li ammazzò, e dopo molti dì venne con molta gente al Natale, ove non era altri che Diego di Arana con dieci persone, le quali in guardia della fortezza seco vollero perseverare, poiché tutti gli altri s'erano sparsi per diversi luoghi dell'isola. Giuntovi adunque Caunabó di notte, attaccò il fuoco nelle case nelle quali i Cristiani abitavano con le loro donne, per paura del quale essi se ne fuggirono al mare dove si annegarono otto di loro e tre perirono in terra; e che il medesimo Guacanagarí, combattendo per difendere i Cristiani da Caunabó, fu ferito e se ne fuggì.

La qual relazione si conformava con quella che altri Cristiani avevan data, i quali aveva mandato l'Ammiraglio per intendere alcuna cosa di nuovo della terra ed erano giunti alla popolazione principale dove Guacanagarí era ammalato d'una ferita, per la quale disse che non aveva potuto venire a visitare l'Ammiraglio e rendergli conto di quanto era avvenuto dei Cristiani; tra i quali egli diceva che tosto che l'Ammiraglio partì per Castiglia, cominciarono a nascere discordie, e ciascuno voleva barattare oro per sé e pigliar le donne che gli pareva, né contenti di quello che esso Guacanagarí loro dava e prometteva di dare, si divisero in molte parti e s'andarono spargendo chi qua e chi là: e che alquanti Biscaglini raccolti insieme andarono in luogo dove tutti morirono: e che questa era la verità di quanto era avvenuto, e così potevano riferire all'Ammiraglio: il quale mandò a pregare per gli stessi Cristiani che volesse andare a visitarlo, poiché egli si ritrovava in così rio stato che non poteva partirsi di casa.

Il che l'Ammiraglio fece, epperò il dì seguente andò a visitarlo: ed egli con dimostrazione di gran dolore riferì tutto quello che era avvenuto, secondo che di sopra si è raccontato: e che egli e i suoi erano stati feriti per difendere i Cristiani, il che appariva dalle loro ferite, le quali non eran fatte con le armi dei Cristiani, ma con zagaglie e freccie che essi usano con le punte di ossa di pesce. Ragionato adunque ch'ebbero alquanto, il cacico donò all'Ammiraglio otto cinte lavorate di Ave Marie minute, fatte di pietre bianche, e verdi, e rosse, e un'altra cinta lavorata d'oro, e una corona regale ancora d'oro, e tre zucchette piene di granelli e pezzetti d'oro, il qual tutto poteva pesare quattro marche. A cui l'Ammiraglio scambievolmente donò molte cose delle nostre drogherie, le quali potevano valere tre reali, e furono da lui stimate il valor di mille. E, quantunque si trovasse gravemente ammalato, volle andare con l'Ammiraglio a veder l'armata, dove gli fu fatta gran festa, e gli piacque molto di vedere i cavalli, dei quali già i Cristiani gli avevan dato nuova. E poiché alcuno dei morti l'aveva informato male delle cose della nostra fede dicendogli che la legge dei Cristiani era vana, bisognò che l'Ammiraglio lo confermasse in essa, e volle appresso ch'egli portasse al collo un'immagine d'argento della Madonna la quale prima non aveva voluto ricevere.

 




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