Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Fernando Colombo
Historie

IntraText CT - Lettura del testo

  • 11 - Come l'Ammiraglio si sdegnò col Re del Portogallo sopra lo scoprimento che delle Indie gli offerse.
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

11 - Come l'Ammiraglio si sdegnò col Re del Portogallo sopra lo scoprimento che delle Indie gli offerse.

 

Ora l'Ammiraglio, avendo per fondatissimo il suo discorso deliberò di dargli esecuzione e di andar per l'Oceano occidentale dette terre cercando. Ma conoscendo cosiffatta impresa non convenirsi se non a principe che potesse farla e sostentarla, volle proporla al re di Portogallo, per l'abitazione che quivi aveva. E benché il Re don Giovanni che allora regnava, ascoltasse con attenzione quel che l'Ammiraglio gli proponeva, nondimeno si mostrò freddo in accettar la sua proposta, per il gran travaglio e per le grosse spese che gli recava lo scoprimento o conquista della costa occidentale dell'Africa chiamata Guinea senza che ancora gli fosse successa cosa alcuna felicemente, né avesse potuto passar oltre al capo di Buona Speranza, il qual nome alcuni dicono essergli stato posto in luogo di Agesingua, suo proprio nome, per esser quello il capo e il fine della buona speranza della sua conquista e discoprimento, come che altri altrimenti dicano, affermando essere così stato detto per esser capo che gli dava speranza di miglior terra e navigazione. Ma, ciò sia come esser si voglia, il detto re era oramai molto poco inclinato a spender più denari in discoprimenti, e se pur all'Ammiraglio diede alcuna orecchia, ciò avvenne per le buone ragioni ch'egli per corroborare la sua impresa gli proponeva, per induzioni delle quali cominciò a prender tanto gusto di ciò, che l'accettarla dipendeva dal concedere all'Ammiraglio le condizioni e patti ch'egli ricercava. Perché essendo l'Ammiraglio di generosi e alti pensieri, volle capitolare con suo grande onore e vantaggio, per lasciar la memoria sua e la grandezza della sua casa conforme alla grandezza delle sue opere e dei suoi meriti.

Per la qual cosa il detto re, consigliato da un dottor Calzadiglia di cui molto egli confidava, deliberò di mandare una caravella segretamente, la quale tentasse ciò che l'Ammiraglio offerto gli aveva, perciò che, trovandosi in cotal modo le dette terre, gli parea di non esser tenuto ai gran premi che gli chiedeva per lo scoprimento loro. E così con ogni brevità e segreto, armata una caravella, fingendo di voler mandarla con vettovaglie e soccorso a quelle che erano nelle isole di capo Verde, la mandò verso dove l'Ammiraglio si era offerto di andare, Ma, perché a quelli che mandò mancava il sapere e la costanza e la persona dell'Ammiraglio, dopo essere andati per molti giorni vagando per mare, rivoltisi alle isole di capo Verde, se ne ritornarono ridendosi dell'impresa, e dicendo che era impossibile che per quei mari terra alcuna si ritrovasse.

Il che essendo venuto a notizia all'Ammiraglio, ed essendogli già morta la moglie, prese tanto odio a quella città e nazione, che deliberò di andarsene in Castiglia con un figliuolino rimasto a lui della moglie, chiamato Diego Colón, che dopo la morte del padre nel suo stato successe.

Ma temendo, se parimente i re di Castiglia non assentissero alla sua impresa, non gli bisognasse proporla di nuovo a qualche altro principe, e così in ciò passasse lungo tempo, mandò in Inghilterra un suo fratello che aveva presso di sé, chiamato Bartolomeo Colón, il quale, quantunque non avesse lettere latine, era però uomo pratico e giudizioso nelle cose del mare, e sapeva molto bene far carte da navigare e sfere e altri strumenti di quella professione, come dall'Ammiraglio, suo fratello, era istruito. Partito adunque Bartolomeo Colón per l'Inghilterra, volle la sua sorte che desse in man di corsari, i quali lo spogliarono insieme con gli altri della sua nave. Per la qual cosa, e per la sua povertà e infermità che in così diverse terre lo assalirono crudelmente, prolungò per gran tempo la sua ambasciata finché, acquistata un poco di facoltà con le carte che fabbricava, cominciò a far pratiche col re Enrico Settimo, padre di Enrico Ottavo, che al presente regna, a cui presentò un mappamondo nel quale erano scritti questi versi, che fra le sue scritture io trovai, e da me saranno qui posti piuttosto per l'antichità che per la loro eleganza:

 

Terrarum quicumque cupis feliciter oras

Noscere, cuncta decens haec pictura docebit,

Quam Strabo affirmat, Ptolemaeus, Plinius, atque

Isidorus: non una tamen sententia quisque.

Pingitur hic etiam nuper sulcata carinis

Hispanis Zona illa, prius incognita genti,

Torrida, quae tandem nunc est notissima multis.

 

E più di sotto diceva:

 

Pro auctore sive pictore:

Janua, cui patria est, nomen cui Bartholomaeus Columbus de terra Rubra, opus edidit istud Londonijs anno Domini M. CCCC. LXXX, atquer insuper arato octavo decimaque die cum tertia mensis Februari.

Laudes Christo cantentur abunde.

 

E perché avvertirà taluno che dice Columbus da terra Rubra, dirò che medesimamente io vidi alcune sottoscrizioni dell'Ammiraglio, prima che acquistasse lo stato, ov'egli si sottoscriveva Columbus de terra Rubra.

Ma, tornando al re d'Inghilterra, dico che da lui il mappamondo veduto e ciò che l'Ammiraglio gli offriva, con allegro volto accettò la sua offerta e mandollo a chiamare. Ma, perché Dio l'aveva per Castiglia serbata, già l'Ammiraglio in quel tempo era andato e tornato con la vittoria della sua impresa, secondo che per ordine si racconterà.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License