III.
Delle condizioni d’Italia dopo la giornata di Ravenna.
Questo moto
che si vede principiato tra tanti principi cristiani, papa, Francia, el
Catolico, Inghilterra e viniziani, è di tanto momento e per produrre sì grandi
effetti, e di tanto interesse a tutta la cristianità, che chi va pensando al
fine suo non è da biasimare come curioso, ma più tosto da riprendere come
negligente chi non vi pensa. E per questa cagione debbe essere lecito anche a
noi consumare qualche tempo in tale cura, con tutto che queste cose, per
dependere da infinite cause, vanno tanto variando fuori della opinione degli
uomini, che eziandio e' giudìci de' savi sono quasi sempre fallaci. E certo la
potenzia del re di Francia è grandissima per el regno di Francia grande,
populato, pieno di terre fortissime, e del quale lui trae somma grande di
danari: ha milizia buona, molti signori ed infinita nobilità, de' quali lui è
più assoluto principe e più interamente ne dispone, che non fa principe o re
alcuno cristiano nel regno suo. Aggiugnesi li stati che lui tiene in Italia di
Milano e di Genova, colla aderenzia di Ferrara, Bologna, e queste terre
ultimamente acquistate in Romagna, e quello che si vale de' fiorentini; la
riputazione sua antica, con la nuova di avere dagli 11 di febbraio agli 11 di
aprile difesa Bologna da uno esercito potentissimo del papa e re Catolico,
contro alla opinione di molti, recuperata Brescia con ultimo esterminio della
armata viniziana, ed ultimamente rotto in Romagna lo esercito del papa e
spagnuolo. Per le quali cose si può conchiudere che el re di Francia sia di
tanta potenzia di dominio e di arme, di tanta ricchezza e di tanta riputazione,
che chi ha fatto impresa di abassarlo, ha fatto impresa molto difficile.
Da altro canto,
se bene ciascuno di questi principi che gli sono collegati contro è di meno
potenzia da per sé che lui, pure tutti insieme lo eccedono; perché né a Spagna
manca gente, né a Inghilterra danari; el papa e viniziani sono di
considerazione, ed a quello in che l'uno patisce difetto, supplisce lo altro;
in modo che congiunta la potenzia di tutti insieme, debbe ragionevolmente
essere a Francia molto formidabile. Hanno oportunità di offenderlo in molti
luoghi: in Italia le gente del papa e Catolico, quando saranno insieme per la via
di Romagna e Bologna; e' viniziani verso lo stato di Milano, e' quali se bene
hanno speso assai e si truovano oggi molto deboli, e più di gente che di
danari, pure aggiunti agli altri danno qualche disturbo; fuori di Italia li
spagnuoli ed inghilesi con grande esercito per la via di Baiona o di Navarra;
li inghilesi per la via di Calese in Normandia. Doverrà questo re mandare e'
sussidi che trarrà del regno di Aragona a Perpignano, almeno per tenere Francia
in qualche sospetto più; in modo che pare molto difficile che quel re, con
tutto sia potentissimo, possi tenersi bene guardato e sicuro da tante bande.
Questa varietà
di ragione debbe tenere sospeso ognuno ed in grandissima ambiguità; nondimeno
per cominciare a venire in qualche discorso più particulare, è cosa certa che
se la potenzia che è in tutti questi inimici di Francia fussi in uno solo,
verbigrazia nel Catolico, che el Cristianissimo non potria resistere, perché lo
avanzerebbe di gran lunga di danari, di gente e di ogni oportunità della
guerra; e potendo maneggiarla uno solo tutta a arbitrio suo, e co' modi e tempi
li paressino, sarebbe cosa inespugnabile. Valsi di questo molto el re di
Francia che tutta la sua potenzia è in lui solo, né ha a aspettare consigli o
deliberazione di altri, e però la difesa che lui fa, la fa con tutte le sua
forze. Così pare da potere affermare, che se questa potenzia così divisa fussi
usata in uno tempo medesimo, che el re di Francia saria inferiore; perché se a
uno tempo medesimo lo battessino in Italia el papa, viniziani e le gente
spagnuole che col Gran Capitano saranno in Italia, di qua el Catolico e li
inghilesi per Ghienna e Normandia, non potria stare in tanti luoghi alla
campagna e forse in nessuno. Ridurrebbesi a difesa delle terre, e saria
impossibile che in qualche luogo non perdessi.
Di questo
vedemo lo esempio el verno passato, quando lo esercito del papa e Catolico
vennono a Bologna, nel quale tempo lo stato che el Cristianissimo tiene in
Italia si ridusse in pericolo, e si trovorono le cose tanto bilanciate, che si
hanno avuto a decidere con uno fatto di arme. E se allora si fussi aggiunta la
guerra di qua, bisogna confessare che el re di Francia si saria trovato in
grandissimo travaglio. Ha voluto la fortuna sua che premendolo le cose di
Italia, fussi vacuo di qua; ora che sarà infestato da queste bande, quelle di
là non lo stringono, perché innanzi a ognisanti non può trovarsi in campagna el
Gran Capitano; nel quale tempo sarà lo impeto per Ghienna e Normandia. Di questo
si può conoscere quanto beneficio li abbi portato e quanto li fussi necessaria
la vittoria di Ravenna, e quanto fussi savia deliberazione quella del re di
Francia in commettere a Fois che facessi ogni opera di fare giornata; la quale
pare che mostri che lui medesimo si diffidassi di potere in uno tempo resistere
a tanti inimici.
Stando adunche
le cose in questi termini, e volendo entrare più adrento nel giudicare, mi pare
da considerare che se oltre agli inimici di Francia che oggi sono scoperti, si
aggiugnessino lo imperadore e svizzeri, come ci è chi ha opinione,
succumberebbe el re verisimilmente, né saria quasi possibile che in tanti
luoghi e contro a tanti inimici resistessi, e che non patissi almeno nello
stato di Italia, che è quello che cerca chi gli ha suscitato contro tanto
travaglio. Anzi, lasciato lo imperadore, se e' svizzeri soli lo offendessino, è
di grande importanza, perché li hanno tanta oportunità di scendere nello stato
di Milano, che el re saria necessitato a tenervi grossa banda di gente, e tanto
più deboli rimarrebbono le cose sue di qua; altrimenti in quello ducato
seguirebbe disordine, come si vedde questo verno quando gli scesono con gran
danno di Milano e con pericolo di natura che se in uno tempo medesimo avessino
li spagnuoli battuto a Bologna, si giudicò communemente che el re aria perduto
Milano. Rimane adunche el caso in maggiore dubio, quando si presupponga che lo
imperadore stia in aria come ha fatto insino a qui, e che e' svizzeri non sieno
contro a Francia, e la guerra rimanga solo tra lui ed e' principi detti di
sopra. Il che se fussi, tutta la considerazione per ora si riduce di qua e
massime da questa banda di Baiona; perché se bene li inghilesi andranno per
Calese, nondimeno sendo sanza cavalli, non pare possino fare molto momento,
trovando al rincontro terre fortissime e bene guardate e verisimilmente qualche
cento di lance franzese.
El punto
adunche è da questa banda di Baiona; in che volendo potere dare buono giudicio,
bisognerebbe intendere che provisione facci el re di Francia, e se lui è per
mettere tanta gente insieme da potere stare alla campagna; e benché qui si dica
di no, nondimeno, presupposto che e' sia sanza paura de' svizzeri, pare duro a
credere che uno tanto re non possi farlo, perché oltre alla gente che gli ha in
Francia, doverrebbe potere cavare di Italia almeno seicento lance, e
riducendosi a campagna, quando si mettessi a ridosso delle terre, le
difenderebbe facilmente e forse verrebbe a giornata; la quale sarebbe pericolosa,
perché di gente d'arme è sanza dubio superiore a costoro, e di bontà e di
numero. Sono milledugento lance franzese una grossa banda, che contano almeno
tre cavalli utili per lancia e forse quattro; gli uomini d'arme di qua si
numerano uno cavallo solo da fazione per uno, e non ne metteranno in campo
oltre a milletrecento, e se bene abbino molti cavalli leggieri, non sono in una
giornata di grande momento, e massime alla guisa di qua, che non hanno
balestrieri a cavallo. Sarieno adunche e' franzesi superiori di cavalli; di
fanterie sono migliore queste di qua che le franzese, perché quegli guasconi e
piccardi sono uomini di mala pruova; li spagnuoli sono più destri, curano meno
la morte, sono esercitati nelle arme e vi hanno una grande inclinazione
naturale; li inghilesi ancora sono buoni uomini; e però sarieno e' franzesi
inferiori di fanterie, se già non si potessino valere de' navarri, e' quali
sono buoni fanti come li spagnuoli, o veramente de' svizzeri, e' quali se non
saranno contro a Francia, saria facile lo servissino di qualche migliaia di
fanti; ed in questo caso essendo el re di Francia superiore di cavalli ed
almeno pari di peditato alli inimici, la vittoria in una giornata saria
verisimilmente sua, e pare da credere che, dove lui vedessi la speranza della
vittoria grande, che lui lo apiccherebbe.
Ma quando e'
venissi alla campagna, e nondimeno le forze dell'uno e lo altro esercito
fussino pari, io non so se el re di Francia venissi a giornata volentieri,
perché el perderla li metteria questo ducato di Ghienna in grandissimo
pericolo; e si vede da altro canto che el tôrre tempo agli inimici li porta
alle cose di qua grandissimo beneficio, e massime perché potendo stare a
ridosso di qualche terra, saria sicuro di non le perdere; e però pare
ragionevole che lui non abbi a volere giornata, se già non lo muove o una
speranza molto grande di vincere o el volere espedire queste cose di qua prima
che el Gran Capitano sia in Italia, per non si avere a ridurre colla guerra
adosso in uno tempo di qua e di là. Questo discorso mi occorre quando el re di
Francia metta tanto esercito insieme da potere di qua stare alla campagna; ma
quando la opinione che costoro mostrano fussi vera, cioè che non possa venire
alla campagna e si abbi a ridurre a difesa delle terre, è da considerare che la
impresa di Baiona è molto pericolosa, quando costoro non sieno bene sicuri che
el re di Navarra stia neutrale; e questa sicurtà non si debbe potere avere
colle parole, essendo quello re franzese, avendo el padre e stato in Francia,
ed essendo per la morte di Fois levata ogni causa di discordia tra lui ed el
Cristianissimo. E però veduto in quanto pericolo si metterebbono, rispetto al
sito del paese, sanza questa sicurtà, è da credere che non la avendo romperanno
per via di Navarra, il che sarà beneficio al re di Francia, perché el primo
impeto della guerra non sarà a casa sua, ed inoltre si potrà valere de'
navarri, che sono buoni uomini alla guerra.
Giudicare
quello che seguissi in questo caso è difficile: el paese di Navarra insino a'
monti Pirenei è paese montuoso e forte, benché io non ho notizia che vi sia
alcuna terra particulare molto munita; da questa altra banda è Baiona, città
assai forte di sito, e molto più per accidente, avendo avuto el Cristianissimo
tempo a fortificarla con fossi ed artiglierie, e di mettervi drento quelle
gente che lui arà volute. Ha quivi, secondo si intende, lo amore de' popoli;
perché se bene altra volta sieno stati sotto li inghilesi, è cosa tanto antica
che forse non vi vive chi ne abbi memoria, ed inoltre naturalmente sono più
franzesi che inghilesi, e per el sito dove sono posti e per la lingua che è
franzese; e ragionevolmente li spagnoli non possono né debbono passare innanzi
se prima non la' spugnano.
Queste ragione
persuadono in favore del re di Francia; da altra banda la esperienzia mostra
tuttogiorno che la difesa delle terre è fallace, e più sono quelle che si
perdono benché munite, che quelle che si difendono. Porrà el Catolico atorno
uno grosso esercito con molte artiglierie, ed oltre al numero ordinario de'
soldati, si varrà di quanti sussidi li saranno bisogno, de' luoghi vicini di
Biscaia; e pure hanno fama li spagnoli di vincere bene le terre, perché e'
fanti loro sono atti a combatterle forse più che altra fanteria, ed anche si
sogliono valere di ingegno di cave e fuochi lavorati. Vincendo Baiona, se ne
andrebbono a Bordeus, città vicina a trenta leghe vel circa e non molto
forte e di via tutta piana; e se li espugnassino ancora questa, hanno aperta la
via di correre insino in sulle porte di Parigi: ed in effetto in queste dua
città consiste la vittoria.
El giudicio è
difficile per molti rispetti; e se costoro vincono ne' primi congressi Baiona o
qualche luogo forte simile, si truovano con grande vantaggio; e così, e
converso, se questi loro princìpi non succedono, si truova questa
impresa con molte difficultà. Perché considerando le cose di qua da per loro,
si vede che la dilazione del tempo importa molto: principalmente el paese dove
si ridurrà lo esercito è sterilissimo, né si possono nutrire di quello che
nasce quivi; hanno a avere le vettovaglie di altro luogo; e se bene el re
Catolico ne abbi fatto provisione grandissime, e continuamente ne facci venire
della Andolosia per mare, nondimeno avendo a durare qualche mese a nutrire uno
esercito grosso, di vettovaglie portate di altronde, pare quasi impossibile,
perché se ne consumerà grande quantità e più che non si è disegnato, che simili
conti non mai riescono; e massime che li inghilesi, sendo in casa altri e
naturalmente prodighi, ne strazieranno assai, ed ogni poco che mancassi loro
faria disordine. Minore difficultà si arà negli spagnoli, perché oltre allo
avere propinquo el re, sono naturalmente uomini soliti a vivere con poco e
facilmente patiscono ogni necessità.
La lunghezza
adunche di qualche mese potria fare disordine rispetto alle vettovaglie, né può
el re Catolico reggere a lungo andare una spesa sì grande; potria partorire
ancora molte discordie e tra' capitani e tra gli eserciti, sendo di dua nazione
diverse e che naturalmente non sono amiche, e li inghilesi uomini bestiali, ed
essendo venuti con speranza e persuasi di avere la vittoria in mano, la quale
quando non succeda così presto, cominceranno a murmurare e straccarsi. E tanto
più se la guerra si riducessi nel reame di Navarra, el quale avendo, quando si
guadagnassi, a apartenere a Castiglia, parria loro durare fatica per altri,
dove sono stati chiamati sotto nome di avere a recuperare le cose loro. Vedesi
tuttogiorno dove sono diverse nazione e più capi, partorire dissensione nelli
eserciti; e dove saria necessario per contenerli uno valentissimo capitano, ha
voluto la sorte che sia el duca di Alva, el quale secondo el giudicio
universale vale poco ed è in piccola riputazione apresso a tutti e' soldati, il
che importa molto ancora nelle fazione che loro avessino a fare, perché nessuna
cosa dà loro più animo che l'avere fede in chi li guida.
Aggiugnesi che
questa impresa contro a Francia è come uno carro che si sostiene in su più
ruote, di quali se una manca si ferma el carro; così essendo questa impresa
commune di più potentati, uno che ne mancassi, massime di questi tre, papa,
Spagna ed Inghilterra, saria la impresa conquassata; e nella dilazione del
tempo può facilmente venire qualche accidente o di mutazione di animo, o di
morte o di altro caso, che perturberebbe ogni cosa, sì che per ogni rispetto,
in quanto alle cose di qua, el prolungare dà gran beneficio al re di Francia.
Aggiugnesi che el Catolico non è re naturale di Castiglia, ma governatore; e se
bene insino a qui ha la obbidienzia piena e lo amore de' popoli, perché
rispetto a' tempi vecchi ci si fa buona giustizia e non ci è grandi di qualità
che possino molto alzare el capo, nondimeno non pare abbi a potere maneggiare
questi regni come se fussi re, massime quando la cosa durassi, ed e' successi
non fussino prosperi; e quando lo potessi fare, pare ragionevole che lui nel
maneggiarli procederà con qualche rispetto più che se fussi re. Veggonsi
adunche le cose molto dubie, se già non vogliamo dire essere di momento che el
re di Francia, procurando la divisione della Chiesa, offenda Dio, e per questo
che li effetti li abbino a succedere secondo la giustizia della causa, la quale
ragione è spesso fallace. E certo el re di Francia si mosse giustamente nel
principio contro al papa, perché lui sotto pretesto di pigliare Ferrara come
cosa apartenente alla Chiesa, non si moveva a altro fine che di cacciare e'
franzesi di Italia, ma ha di poi passato el modo collo occuparli Bologna,
benché questo si può forse giustificare, e col farsi capo ed autore di uno
concilio falso e procurare la scisma e divisione della Chiesa contro al nome
del Cristianissimo e contro a uno antico instituto della casa sua, la quale
oltre a tutti li altri prìncipi ha sempre tenuto una particulare protezione
della Chiesa, e difesala contro a chi l'ha voluta oppressare.
È difficile
dare giudicio del fine, e più facilmente si può conoscere la guerra avere a
essere molto lunga, se li inghilesi in questo principio pigliano qualche terra
di importanza, perché male si troverrà sesto di pace; conciosiaché insino a
tanto non sia necessità estrema, né bisogno, non vorranno restituirle,
pretendendo che di ragione le sieno loro, né e' franzesi lasciarle loro,
avendole possedute tanto tempo, e quadrando tanto bene al loro dominio, perché
con queste terre confinano col mare. Sarà lunga guerra e di grandissima spesa e
noia, e credo che li effetti mostreranno al re di Inghilterra, che meglio era
avere seguito el savio consiglio di suo padre, che si dice alla morte averli
ricordato che non entrassi in guerra co' franzesi, che essersi lasciato
sollevare dal suocero.
Ma per tornare
al proposito primo e fare qualche conclusione, benché el giudicare sia molto
difficile, ed ancora, come mostra la esperienzia, molto fallace, pare da dire
che le cose di Francia sarieno in mali termini, quando in uno tempo medesimo
avessi a combattere contro a tutti li inimici sua, o che oltre a questi che ora
sono scoperti, si aggiugnessino lo imperadore ed e' svizzeri, o almeno e'
svizzeri soli. Ma quando non li abbi contro, e si potessi valere de' svizzeri
come soldati, pare che le cose sue sieno molto gagliarde e da potere venire
animosamente a ogni giornata; levati e' svizzeri di giuoco, el caso rimane
dubio, e nondimeno tutto agosto o al più settembre ne daranno sentenzia. Perché
se in detto tempo costoro espugnano e' luoghi importanti delle frontiere,
rimangono al disopra; non li espugnando, si vede che la dilazione del tempo è
per offenderli per tanti versi, che questa impresa porta pericolo di non si
risolvere. E liberandosi el re di Francia per ora da questo assalto, rimane
sicuro insino a nuova primavera, ed in questo mezzo potranno nascere tanti
accidenti e variare tanto le cose, che si arà a fare giudicio di altre
occorrenzie e di altra maniera.
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