1504. Seguitò
lo anno 1504, nel principio del quale si cominciorono a scoprire nuovi umori di
cittadini nella città. Di sopra si è detto largamente che per cagione si
creassi la provisione di fare el gonfaloniere a vita, e perché el popolo
voltassi tanto grado in Piero Soderini e come in lui concorressi molti uomini
da bene, massime Alamanno ed Iacopo Salviati; ora s'hanno a intendere gli
effetti sua, e' quali non corrisposono in gran parte al disegno fatto.
Principalmente lui, o perché considerassi che se e' metteva el governo delle
cose importante nelle mani degli uomini da bene, che loro sendo savi e di
autorità ne disporrebbono a modo loro e non seguiterebbono el suo parere se non
quanto si conformassino insieme, ed e converso che gli uomini di meno
cervello e qualità, nelle cose che avessino a trovarsi, si lascierebbono
disporre e maneggiare da lui, e così mosso da ambizione, o pure avendo preso
sospetto contra ragione, che se gli uomini da bene pigliavano forze, vorrebbono
ristrignere uno stato e cacciare lui di quello grado che aveva acquistato per
opera loro, o mosso da l'uno e l'altro e così da ambizione mescolata con
sospetto, cominciò a non conferire ogni cosa colle pratiche, le quali quando si
facevano era necessario vi intervenissino e' primi uomini della città, ed in quello
che pure si conferiva, quando facevano qualche conclusione contraria al parere
suo, non volere che si eseguissi, anzi ingegnarsi ed el più delle volte mettere
a effetto la voluntà sua. Alla quale cosa aveva la via facile, perché come e'
fu creato, la multitudine, parendogli che, poi che in palagio era uno timone
fermo, la città non potessi perire, creava quasi sempre de' signori uomini
deboli e di qualità che si lasciavano menarne da lui in modo che tutta via, o
tutti gli erano ossequenti e non gli mancavano sei fave. Di questa medesima
sorte erano e' collegi, e la elezione de' dieci anche era cominciata a
allargarsi; così gli ottanta, in forma che quello che e' non conduceva nelle
pratiche, conferendolo con questi altri magistrati ed usando ora uno indiretto
ora un altro, lo tirava el più delle volte a suo proposito.
Aggiugnevasi
che quando lui entrò, avendo trovata la città in grandissime spese e gravezze e
molto disordinata nella amministrazione del danaio, e le cose del Monte molto disordinate,
si erano diminuite in forma le spese, che el Monte rendeva più che l'usato, e
le gravezze tutto dì scemavano. La quale cosa era proceduta in gran parte da
diligenzia sua, perché lui avendo presa la cura del danaio ed amministrandola
con somma diligenzia e con strema miseria, che gli era natural e et iam nelle
sue cose private con tutto che fussi ricchissimo e sanza figliuoli, aveva
limitato moltissime spese. Erane stato aiutato dalla sorte perché non avendo la
città più uno continuo sospetto del papa, Valentino, Vitelli, Orsini, erano
cessate molte spese che bisognavano farsi, e così ridotta la città in tre cose
che satisfacevano sommamente alla multitudine: essere gli ufici più larghi che
mai fussino, el Monte ogni dì migliorare di condizione e le gravezze scemare,
era lodato universalmente el suo governo.
Aggiugnevasi
che alcuni uomini di autorità ed alcuni giovani che venivano in riputazione, si
gli erano dati in anima ed in corpo, chi per ambizione, chi per valersi di lui,
chi per uno rispetto e chi per uno altro, messer Francesco Gualterotti, el
quale di poi se ne alienò e diventògli inimico, Bernardo Nasi, Antonio
Canigiani, Niccolò Valori, Alessandro Acciaiuoli, Alessandro Nasi Francesco
Pandolfini e simili; ma a quasi tutti gli altri uomini di qualità e vecchi e
giovani dispiaceva el suo governo, giudicando che el volere governare le cose
da se medesimo e di sua autorità facessi dua effetti cattivi: l'una che, come
mostrò tutto dì lo effetto, e' pigliassi molti errori in danno del publico,
l'altra ch'egli spacciassi e sotterrassi interamente gli uomini da bene.
Aggiugnevasi
che circa alla giustizia lui ne aveva tenuta cura nessuna, in modo che in
questa parte, da poi che e' fu creato, la città non era medicata s nulla, anzi
più tosto piggiorata e trascorsa; nondimeno per ancora questo disparere stava
coperto o si manifestava poco. Ma in questo anno si venne a aprire, perché
Tommaso Soderini, nipote del gonfaloniere, maritò una sua piccola figlioletta a
Pierfrancesco de' Medici, figliuolo di Lorenzo di Pierfrancesco che era morto
l'anno dinanzi; e perché questo parentado non si trattò per mano de' parenti e
degli uomini da bene, come ragionevolmente si debbono trattare gli altri
parentadi, ma sfuggiascamente e per mano di notai, Giuliano Salviati che era
parente di Pierfrancesco, el Alamanno ed Iacopo sdegnati, e così e' Medici
instigati da costoro stracciorono la scritta e intorbidoronlo in modo, che
quello parentado rimase in aria e sospeso.
Erano e'
Salviati sdegnati con lui, perché non piacevano loro e' sua governi e perché,
sendo stati sua fautori ed operatori assai che e fussi condotto a tanto grado,
pareva loro gli pagassi di ingratitudine e massime che pochi mesi innanzi,
essendo ser Iacopo di Martino, loro amico intrinseco, cancelliere della
mercatantìa, l'aveva difatto e con sei fave de' signori casso di quello uficio.
E la cagione fu per battere e' Salviati, parendogli che per avere sulla
mercatantìa uno instrumento come ser Iacopo (che era uomo d'assai ed esercitato
in quello luogo, in modo che era di momento grande alle sentenzie che s'avevano
a dare) molti cittadini che avevano a fare alla mercatantìa fussino forzati a
fare concorso a loro; e lui diceva in sua giustificazione che, conoscendo che
si volevano fare capi della città, aveva voluto privargli di quella forza per
beneficio publico. E così si cominciò a dividere la città: da una parte Piero
Soderini gonfaloniere, da altra molti uomini di qualità, de quali si facevano
più vivi e' Salviati e di poi Giovan Batista Ridolfi e nondimeno, perché la
moltitudine ed el consiglio grande non curava e non attendeva a queste cose,
questa divisione faceva gli effetti sua più tosto fra gli uomini di più
autorità e nelle pratiche e luoghi stretti, che altrove.
In questo tempo
si voltorono di nuovo gli animi alle cose di Pisa; e parendo che fussi bene
seguitare nel dare guasto e strignerli colla fame, si condusse messer Ercole
Bentivogli, Giampaolo Baglioni ed alcuni Colonnesi e Savelli, e fatto
commessario Antonio Giacomini, si dette el guasto quasi interamente; di poi
considerando che tutto dì erano mandati loro aiuti di vettovaglie per via di
mare, si tolse a soldo... Albertinelli con alcune galee, e' quali stando
intorno a Porto Pisano ed a Torre di Foce impedissino l'entrarvi vettovaglie.
Le quali cose strinsono assai e' pisani, ma perché, non ostante le galee che
erano in mare per noi, non poteva essere che qualche volta non vi entrassi
vettovaglie, fu dato uno disegno al gonfaloniere che e' si poteva di sotto a
Pisa volgere el letto di Arno, in forma che non passerebbe più per Pisa, e
farlo sboccare in Stagno; e così che rimanendo Pisa in secco, non vi entrerebbe
più vettovaglie per via di mare, e verrebbesi più facilmente a consumare.
Messesi questa cosa in pratica da' dieci cocittadini più savi e finalmente non
si acconsentendo, e parendo loro fussi più tosto ghiribizzo che altro, lo
effetto fu che, sendo el gonfaloniere di opinione che si facessi, la girò con
tante pratiche e per tante vie, che se ne venne alla pruova; la quale con spesa
di più magliaia di ducati riuscì vana e come aveano giudicato e' cittadini
savi.
Fecesi di poi
un altro errore molto maggiore; perché sendo persuaso al gonfaloniere che la
disposizione de' cittadini pisani e de' contadini era sì cattiva che se fussino
sicuri poterlo fare, ne uscirebbe tanto a uno a uno che Pisa rimarrebbe vota,
fece contro la volontà de' cittadini primi e savi fare una legge, che tutti
quegli pisani che uscissino di Pisa e venissino in sul nostro fra uno certo
termine, sarebbono restituiti nelle robe loro, perdonati loro tutti e' delitti,
rimessi tutti e' debiti publici. Vinta questa legge, e' pisani usorono bene la
occasione, perché pochi se ne fuggirono sinceramente, ma cavorono via molti
uomini disutili, di che nacque che avendo meno mangiatori, si sostennono; ché,
come si intese poi per diverse vie, la carestia era tale, che se non avevano
questa uscita, bisognava pigliassino partito. Nacquene ancora, che molti di
quegli rimessi nelle facultà e beni loro vicini a Pisa, hanno, come è stata
ferma opinione, sempre aiutato occultamente quegli di drento, e nondimeno, non
se n'avendo vera notizia è stato necessario conservare la fede. A questi mali,
nati per imprudenzia nostra, si aggiunse uno caso di fortuna, perché e' legni
dello Albertinello per tempesta si ruppono, e così sendo aperta la via del
mare, vi entrò per ordine de' genovesi, sanesi e lucchesi tanto grano che
scamporono la fame.
In questo verno
el re di Francia si trovava in extremis, perché avendo avuto uno male
lungo, e caduto, secondo el giudicio de' medici, in ritruopico, si stimava
inrimediabile; e però lui non avendo figliuoli maschi, e veduto che el regno
ricadeva a monsignore di Anguelem giovanetto, disfece el parentado della
figliuola sua col figliuolo dello arciduca, e maritolla a Anguelem, el quale
non si trovando in corte si partirono molti signori di corte a visitarlo come
nuovo re, tanto si credeva per ognuno che el re fussi spacciato. E così in
Italia essendo sollevati gli animi, monsignore Ascanio che si ritrovava in
Roma, perché richiesto da Roan non era voluto tornare in Francia ed erasi fatto
assolvere del giuramento da papa Pio, parendogli tempo a ricuperare lo stato di
Milano ed avendo, come si credette, intelligenzia col papa e viniziani, e co'
danari sua o di altri condotto Bartolomeo d'Albiano, e così favorito da
Consalvi Ferrando e seguitandolo Pandolfo Petrucci e, come si vedde poi,
Giampaolo Baglioni, disegnò con queste forze prima cavalcare in sul nostro e
rimettere el cardinale e Giuliano de' Medici in Firenze, e così fatto uno stato
a suo proposito e del quale si potessi valere, andarne alla volta di Milano,
dove in sulla morte del re pareva la vittoria facilissima; el quale apparato
presentandosi, aveva molto sollevato ed insospettito gli animi della città,
tanto che ne venne l'anno seguente.
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