Seguitò lo anno
1509, principio di cose e movimenti grandissimi nel principio del quale si
distraevano le cure della città in dua pensieri l'uno: l'assedio di Pisa,
l'altro, la espedizione de' prìncipi collegati contro a' viniziani; e' successi
di che, benché in gran parte venissino in uno tempo medesimo, narrerò
separatamente, acciò che la distinzione tolga confusione.
Lo avere fatto
dua campi contro a Pisa uno a San Piero in Grado, l'altro a Librafatta, era di natura,
aggiunto allo accordo fatto co' lucchesi ed alla poca vettovaglia che era in
Pisa, che la speranza di conseguire quella vittoria tanto desiderata ogni dì
cresceva, ma e' lucchesi a chi, non ostante lo accordo, questa reintegrazione
nostra era molestissima, porgevano loro continuamente di furto quelle
vettovaglie che e' potevano, così loro uscendo continuamente di Pisa la notte,
ne portavano e di quello di Lucca e de' luoghi nostri di continuo da vivere. La
quale cosa per essere el paese largo e paludoso, e dalla banda di Lucca
montuoso, non si poteva proibire dalle gente nostre divise in due luoghi
distanti; né mancava in sul nostro chi gli sovvenissi, perché qualcuno di
quegli usciti pel passato di Pisa, o per amore della patria o per qualche suo parente
o amico gli soccorreva, molti, perché le comperavano molto care, per guadagnare
furtivamente ne vendevano, fra' quali si disse allora publicamente essere stati
e' figliuoli di Francesco degli Albizzi, massime Bernardo, con chi si diceva
fare compagnia a questa incetta Tommaso di Pagolantonio Soderini. E certo si
vedde molte ragione, ed uno grande comperare di grano che aveva fatto Bernardo
quello verno, che fu da credere o che egli smaltissi in Pisa quello grano, o
che lo vendessi in quello di Lucca a uomini, donde poi e' pisani lo traevano;
credettesi ancora lo esservi Tommaso in compagnia, perché era certo che in
altre incette di bestiame atteneva seco, e di poi el romore in Firenze fu sì
grande non solo nel vulgo, ma ne' cittadini principali e ne' collegi, e la cosa
era di natura importantissima alla città, che e' pareva ragionevole che el
gonfaloniere, che sempre attese a sopire, se ne fussi risentito vivamente, se
lo interesse di Tommaso non l'avessi ritenuto. Èbbene ancora carico Piero di
Giannozzo Strozzi, el quale teneva in quello di Pisa certi fitti, ma lui si
scusò, avere venduto grano in Lucca ed averne avuto licenzia da Niccolò Capponi
commessario, il che fu con non piccolo carico di Niccolò, e non andando questa
boce più là che le parole, si addormentò presto.
Ma conoscendosi
che a volere avere Pisa colla fame, bisognava strignerla più, si accozzorono
tutti a tre e' commessari co' principali condottieri in sullo Osoli, e quivi
discussi e' modi che lo avevano a fare, si accordorono a questa risoluzione:
che bisognando chiudere la via della acqua, non bastava avere fatto el ponte a
San Piero in Grado e serrato Arno perché di continuo veniva pel Fiume Morto
vettovaglia ed entrata nello Osoli si conduceva in Pisa, e però che e' si
facessi uno ponte con uno bastione a Fiume Morto e si chiudessi quella via, el
quale ponte e bastione fussi in guardia di chi aveva in governo el campo di San
Piero in Grado; le genti che erano dalla banda di Lucca si riducessino a San
Iacopo, donde impedirebbono le vettovaglie che venissino di Val di Serchio e da
Lucca per la via di Librafatta; e perché rispetto allo essere el paese da
quella banda grande e monti assai e pieno di fosse, rimaneva a' pisani,
pratichi de' luoghi e che non fuggivano fatica alcuna, aperta ancora la via di
condurre da vivere in sulle spalle loro, si facessi uno campo a Mezzana,
mediante el quale si serrava al tutto lo via di Lucca e si proibiva che di Val
di Calci ed altri luoghi quivi convicini non vi entrassi nulla. Conchiusono che
serrando in questa forma non entrerebbe in Pisa di nuovo vettovaglia, o sarebbe
sì poca, che se ne nutrirebbono di più pochi dì, e che non faccendo questo, vi
sarebbe partiti scarsi. Scrissonne e' commessari a Firenze, e fu approvato
questo modo e disegnato secondo lo ordine loro, che ognuno di questi campi
avessi mille fanti, de' quali più che e' dua terzi erano battaglioni, ed e
cavalli si distribuissino quasi equalmente, e così rimase a San Iacopo Antonio
da Filicaia, e con lui...; a San Piero in Grado Alamanno, e con lui Muzio
Colonna, a Mezzana Niccolò Capponi, e con lui...
Questa
risoluzione mostrò quanto insino a quello dì si fussi ingannato chi aveva
governata ultimamente la guerra di Pisa, perché l'anno dinanzi, quando si dette
el guasto, fu ferma opinione di molti, massime del gonfaloniere e di Niccolò
Capponi che vi era commessario, che o in Pisa non si aspetterebbe el guasto
perché e' contadini farebbono tumulto, o aspettandolo, che in pochi mesi
fussino constretti a arrendersi per la fame. Dato el guasto e non se ne vedendo
effetto alcuno, si conobbe che se e' non si chiudeva la via del mare, e, pisani
si sustenterebbono, e però si condusse el Bardellotto con tanta allegrezza del
gonfaloniere, de' dieci e de' primi cittadini, che e' credessino in pochi mesi
averne Pisa. Riuscì questa speranza vana, e si conobbe che el guasto, la armata
di mare non bastavano, se non si toglieva loro el sussidio de' lucchesi; e però
doppo molti dibattiti si fece con loro quello accordo di che è detto di sopra;
ma si scoperse a mano a mano che la armata sola non era atta a tenere che non
vi entrassi el grano: fecesi el ponte in su Arno a San Piero in Grado, e per
chiudere interamente la banda di terra, si messe el campo verso Librafatta. Di
che stimando ognuno che e' fussino serrati al tutto, e sperandosene di corto
una assoluta vittoria, si vedde chiaro in spazio di qualche settimana che non
faccendo altro provedimento, non solo rimaneva loro via di trarre commodità di
quello di Lucca ed ancora del paese nostro, ma che è più, che e' non era bene
chiusa la acqua rispetto al Fiume Morto e Osoli; e però fu necessario fare el
provedimento sopradetto di un ponte ed uno bastione a Fiume Morto, e di uno
terzo campo a Mezzana. Questo può essere esemplo a coloro che hanno a governare
simile cose, che quando vogliono rompere uno disegno al nimico, non solo
pensino a impedirgli quello che egli fa al presente, ma considerino più là,
toltagli quella via, quello che egli possa fare, altrimenti non chiamino riparato
perché chi in una necessità sua si vale di qualche modo, se gli è levato quello
modo benché con più difficultà, ne ritruova uno altro, e sono tanti gli stimoli
della necessità, che è molto difficile el proibirgli che e' non si vaglia per
qualche verso.
Deliberati e'
tre campi ne' quali avevano a intervenire tutti e' cavalli nostri e circa a
tremila fanti de' quali e' due terzi o più erano battaglioni ed ordinandosi, si
fece pruova di avere Pisa per trattato, el quale sendo doppio fu di pericolo
non piccolo alla città. Era stato molti e molti mesi, innanzi, insino quando
Alessandro Nasi fu commessario a Cascina, stato preso Alfonso del Mutolo pisano
e ritenuto prigione a Firenze. Era costui di nazione vile, figliuolo di uno
fabro ed ancora nelle azione sua di poco giudicio; ma sendo della persona molto
gagliardo e fiero ed adoperatosi assai nelle fazioni fatte contro a noi, aveva
in Pisa seguito di molti bravi e che erano in sulle arme. Sendo adunche stato
costui più di uno anno nelle Stinche fu tentato da uno Canaccio da Pratovecchio
che era della ordinanza, suo intimo amico e che in queste sue calamità gli
aveva fatti molti benefìci e sovvenutolo di danari e di ogni sua necessità, di
volere pensare, se mai tornassi in Pisa, di essere operatore che e' fiorentini
la riavessino; a che lui sendo stato da principio renitente, in ultimo, fatto
altro disegno, mostrò di acconsentire.
Conferinne
Canaccio col gonfaloniere e con Gherardo Corsini che era de' dieci, perché si
pensassi qualche modo che Alfonso tornassi in Pisa, e rispondendo Gherardo di
non ne volere fare nulla perché non gli pareva potersi pigliare fede di
Alfonso, lui fece capo a Antonio da Filicaia che medesimamente era de' dieci,
el quale sendosi ristretto col gonfaloniere, accadde che el Bardella, per
riavere el figliuolo suo preso nel canale di Piombino, richiese che e' fussi
barattato con Alfonso del Mutolo, sapendo che e' pisani lo farebbono
volentieri. Alla quale cosa concorrendo e' dieci con difficultà, perché pareva
loro che Alfonso fussi di momento nelle cose di Pisa, pure per opera del
gonfaloniere e di Antonio vi si disposono, non sapendo alcuno degli altri
quello che si trattassi da canto, eccetto Gherardo Corsini el quale sendo
richiesto da Antonio di favorirla, disse che se ne passerebbe di mezzo.
Fatta la
deliberazione, Alfonso fece col gonfaloniere, Antonio e Canaccio questa
conclusione: che si insignorirebbe di una porta e della torre, ed uno dì, quale
e' determinassi con Antonio che di già era eletto commessario, tirerebbe in
sulla torre Canaccio con uno numero di uomini; e perché quello che e' faceva lo
faceva per salvare la città sua e non voleva in modo alcuno essere chiamato
traditore che chiamerebbe e' pisani, direbbe loro che e' fiorentini fussino
signori della porta e della torre e che quando e' volessino mettergli drento
amichevolmente, che aveva e' capitoli in mano co' quali si intendessi fatto lo
accordo, e che stimava che e' calerebbono in ogni modo e, quando pure non volessino
calare, che in quello caso darebbe loro la entrata libera.
Prestò el
gonfaloniere fede a questo ragionamento; ed essendo Alfonso ito in Pisa e
trattando questa pratica da canto con Antonio, né se ne conferendo cogli altri
commessari acciò che Alamanno non participassi di questa gloria, deliberorono
farla el sabato santo la mattina a buon'ora, e che la pruova si facessi alla
porta di Lucca, dove sendo venuto Antonio da Filicaia col campo suo e gli altri
commessari, a chi si era scoperto in sul fatto perché era necessario vi
intervenissino parte degli altri campi, lo effetto fu che avendo Alfonso tirato
su a uno a uno Canaccio con una compagnia di circa a trenta della ordinanza di
Casentino, ne amazzò qualcuno e gli altri tenne a prigione e cominciò a
salutare e' nostri colle artiglierie dove sendo ferito che poco poi ne morì
Pagolo da Parranos, le gente nostre si ritirorono a' luoghi loro,
maravigliandosi ognuno che per sì poco acquisto avessino fatto un trattato di
questa sorte, ma si intese poi che el disegno loro fu di assaltare el campo con
speranza di avergli a disordinare giugnendogli fuora della opinione loro o di
assaltare el ponte e gli alloggiamenti di San Piero in Grado, ma si ritennono
per conforto di Tarlatino, el quale o parendogli essere troppo debole o
dubitando che Alfonso non facessi qualche colpo di maestro non gli lasciò
uscire fuora.
Ordinato di poi
e posto el terzo campo a Mezzana, si cominciorono a strignere più le cose di
Pisa, perché lo staio del grano vi valeva più di dieci lire ed al continuo
rincarava, perché drento ne era poca quantità ed e' passi erano in modo chiusi
che ve ne poteva entrare poca somma; nondimeno la ostinazione loro era grande,
massime in una sorte di capi e quali tenevano sotto la moltitudine, parte con
paura parte pascendola con speranza di soccorso fuora e di nuovo ricolta, della
quale per privargli si deliberò dare el guasto e si conobbe el paese essere sì
abondante e le biade sì belle che ogni poco intorno alle mura che si lasciassi
loro sanza guastare, aggiunto a quello che seminavono drento, gli condurrebbe
molti mesi in là e così si espedì in non molti giorni raschiando intorno alle
mura, benché vi si andassi con grande pericolo delle artiglierie.
Era già mezzo
el mese di maggio e veduto e' pisani non pigliare partito, pareva el
gonfaloniere che vi si dovessi andare a campo con le artiglierie e però ne fece
fare pratica ne' dieci, dove sendo per molte ragione contradetta da messer
Francesco Gualterotti, Giovan Batista Ridolfi, Piero Guicciardini, Iacopo
Salviati ed accordandosi a questo parere tutta la pratica, lui di qui a pochi
giorni la propose negli ottanta, chiamata insieme una pratica grande di
cittadini ma di già sendo divulgato come el campeggiarla dispiaceva a cittadini
più savi, la più parte si accordò alla medesima sentenzia in modo che questo
disegno si pose da canto. Le ragione potissime che gli mossono furono queste:
l'avere veduto esperienzia negli anni passati con quanto poco successo si fussi
tentata tale espugnazione e se bene e' pisani erano più deboli che e' non
solevano, el medesimo accadere a noi, e' quali eravamo in grande scarsità di
danari, sanza condottieri a cavallo da farne molto conto, sanza capi di
fanterie che avessino riputazione alcuna e sanza fanti pratichi ed esercitati,
e però se si voleva fare impresa di sforzargli, essere necessario farla in gran
parte in sulle spalle de' battaglioni a' quali non poteva la brigata disporsi a
prestare fede. Queste ragione benché allora fussino benissimo considerate,
nondimeno per quello che si ritrasse da poi non furono forse vere; perché oltre
allo essere in Pisa piccolo numero di gente e minore che non soleva, la più
parte che vi erano, erano tanto deboli pel poco mangiare che non arebbono
potuto servire francamente, come già solevano alla difesa della città né in
sulle mura né a fare ripari e' quali solevano fare tanto presto che più volte
per questo si erano salvati.
E così levato
in tutto el pensiero della forza, si continuava nello assedio, in che si
intendeva essere ogni dì più grandissime le angustie loro, perché vi era poca
vettovaglia e quella era sì cara che, vendendosi lo staio più di tre ducati,
erano tanto pochi quegli che ne potevano comperare, che la moltitudine si
trovava tutta in estremità grande e di già ne cominciava a morire di fame, e
tutto dì crescendosi nelle necessità, si vedeva la loro ultima ruina propinqua,
di che la più parte, sendo superata la ostinazione dalla fame, era disposta a
pigliare questo accordo ma mancava chi si facessi capo di questa voluntà e
repugnassi a quegli che lo contradicevano, quando la fortuna che sa trovare
tutti e' modi aperse la via a dare effetto a questa materia.
Quando gli
imbasciadori pisani andorono, come di sopra è detto a Piombino sotto spezie di
praticare accordo, vi fu nel numero loro per conto de' contadini uno Filippo di
Puccierello quale essendo uomo di seguito, e stato de' primi inimici che
avessino e' fiorentini in Pisa, aveva cominciato a credere che in ultimo la
vittoria sarebbe da e' fiorentini, e però che e' sarebbe bene farsi innanzi e
acconciarsi con qualche condizione. Di che accortisi quegli cittadini pisani
che erano ostinati, dubitando che lui alla ritornata di Pisa non facessi qualche
movimento, gli persuasono rimanessi in Piombino e continuassi mediante quello
signore, la pratica dello accordo. Dove sendo rimasto, vi stette insino a tanto
che Pisa fussi chiusa da e' tre campi, e di poi non potendo ritornare in Pisa,
né volendo stare più in Piombino perché s'era accorto a che fine vi era suto
lasciato, se ne andò a Lerici, e statovi qualche giorno, si risolvé volere
entrare e di comporre questa cosa. E però fatto intendere a Alamanno Salviati
che volentieri verrebbe a San Piero in Grado a parlargli ed avuto
salvocondotto, lo venne a trovare, e confermato da lui con molte ragione e
promesse sul proposito buono, ne andò a Pisa; dove avendo detto apertamente che
poi che drento mancava loro da potere vivere, ed el guasto gli aveva privati
della speranza della ricolta, ed erano abandonati d'ogni soccorso forestiero,
sarebbe bene pensare a qualche composizione cogli inimici, innanzi che la
ultima necessità gli costrignessi.
Fece drento
movimento e pensieri assai. Doppo la ribellione di Pisa, la quale non piacque
meno a' contadini che a' cittadini, fu da principio el governo della città
negli uomini più nobili, più ricchi e di più riputazione, ed in quegli a' quali
per ogni rispetto si conveniva essere superiori; in costoro si distribuiva el
priorato, el magistrato de' dieci sopra la guerra, le legazione ed in effetto
el pondo di ogni cosa. Ma continuando la guerra ed e' pericoli ogni dì in sulle
porte della città, dove ogni dì era necessario essere colle arme in mano, cominciorono
a essere in tale credito quegli che colle arme facevono buona pruova, sanza
distinzione di essere nobili o ignobili, che ristrettisi insieme presono el
dominio e la sustanzialità di ogni cosa in se medesimi; perché in una città
venuta di nuovo in libertà e perturbata da una guerra continua e pericolosa, si
trattavano le occorrenzie con più ferocia che non è consueto in una vita
civile. Di questo cominciò a calare la autorità di quegli che a principio erano
più grandi, e succedendo di poi che e' fiorentini occuporono quasi tutto el
contado, e così la più parte di chi aveva facultà, che erano quegli di sopra,
avendo perduto le possessione e le entrate sua, vennono in sospetto, come se
per ricuperare la roba loro desiderassino accordarsi con fiorentini; in modo
che el governo di ogni cosa si ridusse in quegli che erano più in sulle arme e
che avevano meno che perdere, e gli altri, eccetto quegli che nella rebellione
di Pisa si erono valuti di robe de' fiorentini o erano loro debitori,
cominciorono a essere tenuti depressi.
Con costoro che
erono in sulle arme, concorreva el contado, e' quali per essere di numero
assai, erano di momento grande e però erano carezzati e si trovavano ne'
magistrati e nelle deliberazione; ma perché erano uomini grossi ed ignoranti,
ne erano, nelle resoluzioni che si avevano a fare, menati da quegli altri con
mille arte e mille lettere vane, ed a loro bastava essere contenti di tutto
quello volevano ottenere. Nondimeno questi ultimi, stracchi dalla lunghezza della
guerra e vedendosi tôrre ogni anno le ricolte, si erano cominciati a piegare e
arebbono più volte preso partito, se la disperazione del non potere trovare
misericordia da' fiorentini, nel quale dubio quegli di sopra li nutrivano, non
gli avessino ritenuti, ma cominciando a prestare fede a Filippo di Puccierello
ed avendo qualche confidenzia che Alamanno avessi a essere buono mezzo a fare
osservare le cose promesse, si voltorono alla via dello accordo e feciono
intendere a' cittadini...
FINE
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