XIII. Manifestazione del male detto da' francesi: «di Napoli» e dagli
italiani: «francese». Suo luogo d'origine e sua diffusione.
Né pare, dopo
la narrazione dell'altre cose, indegno di memoria che, essendo in questo tempo
fatale a Italia che le calamità sue avessino origine dalla passata de'
franzesi, o almeno a loro fussino attribuite, che allora ebbe principio quella
infermità che, chiamata da' franzesi il male di Napoli, fu detta comunemente
dagli italiani le bolle o il male franzese; perché, pervenuta in essi mentre
erano a Napoli, fu da loro, nel ritornarsene in Francia, diffusa per tutta
Italia: la quale infermità o del tutto nuova o incognita insino a questa età
nel nostro emisperio, se non nelle sue remotissime e ultime parti, fu massime
per molti anni tanto orribile che, come di gravissima calamità, merita se ne
faccia menzione. perché scoprendosi o con bolle bruttissime, le quali spesse
volte diventavano piaghe incurabili, o con dolori intensissimi nelle giunture e
ne' nervi per tutto il corpo, né usandosi per i medici, inesperti di tale
infermità, rimedi appropriati ma spesso rimedi direttamente contrari e che
molto la facevano inacerbire, privò della vita molti uomini di ciascuno sesso e
età, molti diventati d'aspetto deformissimi restorono inutili e sottoposti a
cruciati quasi perpetui; anzi la maggiore parte di coloro che pareva si
liberassino ritornavano in breve spazio di tempo nella medesima miseria;
benché, dopo il corso di molti anni, o mitigato lo influsso celeste che l'aveva
prodotta così acerba, o essendosi per la lunga esperienza imparati i rimedi
opportuni a curarla, sia diventata molto manco maligna; essendosi anche per se
stessa trasmutata in più specie diverse dalla prima. Calamità della quale
certamente gli uomini della nostra età si potrebbono più giustamente querelare
se pervenisse in essi senza colpa propria: perché è approvato, per consentimento
di tutti quegli che hanno diligentemente osservata la proprietà di questo male,
che o non mai o molto difficilmente perviene in alcuno se non per contagione
del coito. Ma è conveniente rimuovere questa ignominia dal nome franzese,
perché si manifestò poi che tale infermità era stata traportata di Spagna a
Napoli, né propria di quella nazione ma condotta quivi di quelle isole le
quali, come in altro luogo più opportunamente si dirà, cominciorono, per la
navigazione di Cristofano Colombo genovese, a manifestarsi, quasi in questi
anni medesimi, al nostro emisperio. Nelle quali isole, nondimeno, questo male
ha prontissimo, per benignità della natura, il rimedio; perché beendo solamente
del succo d'un legno nobilissimo per molte doti memorabili, che quivi nasce,
facilissimamente se ne liberano.
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