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Suor Maria Giuseppa Mora della SS. Trinità, figlia della Beata Elisabetta Canori Mora
Vita della Beata Elisabetta Canori Mora

IntraText CT - Lettura del testo

  • INTORNO ALLA VITA DELLA SERVA DI DIO ELISABETTA CANORI MORA MORTA IN ROMA IL DÌ 5 FEBBRAIO 1825 – BREVI CENNI SCRITTI DALLA FIGLIA MEDESIMA, MARIA LUCINA MORA, OSSIA MARIA GIUSEPPA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ, MONACA FILIPPINA
    • LIBRO TERZO
        • 3 - Prevede le cose future e penetra l’interno dei cuori
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3 - Prevede le cose future e penetra l’interno dei cuori

 

Iddio solamente si chiama nelle sagre carte, Scrutator Cordium161, essendoché lo scrutinare i cuori e conoscere i prosperi ed i futuri eventi, neppure agli angelici spiriti appartiene, come insegna l’angelico San Tommaso. Suole alle volte il Sommo Iddio compartire questo dono a qualche fedele dei suoi servi, al fine di rendere le loro virtù più rispettabili nel mondo, per promuovere la gloria del suo santissimo nome e per il vantaggio spirituale delle anime.

Non mancò alla nostra serva di Dio questo tratto della divina beneficenza, di conoscere l’interno dei cuori; alle figlie più volte con molta destrezza e prudenza, faceva qualche esortazione; queste bene si avvedevano che aveva penetrato l’occulto dei loro cuori di tale maniera che fra loro ne facevano le maraviglie, dicendo: Chi avrà detto a mamma ciò che pensavamo? questa è una gran cosa, e ne sentivano dispiacere. Ma la suddetta in molte occasioni diceva: Non vi gravate di quello che io vi dico, perché quando una ha qualche età, la fa parlare l’esperienza. Ma le figlie purtroppo si avvedevano che non era cosa naturale e difatti quando conosceva il vantaggio delle anime parlava candidamente ad ognuna.

Ad un’amica che molto si prestava per lei e per le figlie, ad ogni modo senza riguardo le disse: Mia sorella in Gesù Cristo, voi vi siete confessata, ma non vi siete ricordata o non avete avvertito a molte mancanze, e siccome la suddetta si conturbò a queste parole, allora Elisabetta le manifestò i suoi difetti, dei quali viveva dimentico.

Con somma sua meraviglia e stupore degli altri accadde simile cosa, scoprendo i segreti dei loro cuori; dandole ancora quei documenti e consigli adatti per le loro anime; perfino scoprì a qualche persona, qualche pensiero sinistro che di lei aveva formato e con ingenua semplicità glieli discoprì senza turbamento di animo per se stessa ma dimostrandole che si pregiudica la propria anima se si dava adito a giudicare male il prossimo.

A molte altre persone scoprì i loro travagli interni, di spirito e le cagioni per cui le provenivano, per questo molti soggetti che tendevano allo spirito, massime ecclesiastici e religiosi, poiché avevano parlato una volta con questa serva di Dio ne restavano talmente presi che le domandavano in grazia di potervi ritornare, benché la suddetta era molto avvertita nel parlare. Ma quando il Signore le dava a conoscere il loro interno non poteva negarsi di dimostrarglielo per loro profitto spirituale. Molte volte si lagnava di sé con le figlie, dicendo: Oh poveretta me, quanto ho parlato, ho detto tante pazzie! procurate di impedirmelo, io parlo come una sciocca, dico certe cose come le capisco, ma disdice a una donna ignorante fare da maestra a soggetti dotti, ma loro bene comprendevano che ciò che diceva era per divina rivelazione mentre senza avvedersene svelava l’interno dei loro cuori.

Più di una volta accadde a qualche persona che nemmeno conosceva, di ricevere qualche avvertenza con maniera indifferente, se si trovava in peccato o se non curava le occasioni prossime di peccare. A qualcuna altra la curava da scrupoli o perplessità, insomma era così chiaro che conosceva l’interno delle persone che niuno poteva dubitare.

Un giorno stando in Chiesa ove era il Santissimo esposto, Elisabetta si riscosse dal suo profondo raccoglimento e si accostò ad una giovane molto elegantemente vestita, e si mise a discorrere con questa molto di proposito. La figlia che vide ciò, si meravigliò molto ed appena tornata a casa la madre le disse: Ti ha fatto specie che in Chiesa mi sia messa a discorrere, ma che volete fare il Signore mi ha manifestato che quella era un giovane sposa tanto travagliata e quasi disperata che mi ha fatto tanta compassione e mi sono mossa per consolarla e darle qualche indirizzo opportuno a vantaggio della sua anima e per sopportare la grave croce per amor di Dio.

Passiamo oltre dando un saggio dello spirito profetico.

I parenti di un padre di famiglia che era spedito dai medici, mandarono da Elisabetta una comune amica per chiederle che pregasse per questo infermo, rispose Elisabetta: Dite ai famigliari che stiano di buon animo, ché fra tre o quattro giorni sarà guarito, come fu con sorpresa dei professori che dissero: Questa si chiama guarigione istantanea e prodigiosa.

A molti infermi predisse la guarigione, ad altri che pareva che stessero meno male, diceva: Poco ci spero della guarigione di quel infermo, e difatti con evidenza si vedeva verificato quanto diceva.

Predisse molti eventi futuri per vantaggio di molte famiglie. Un galantuomo negoziava con un altro, Elisabetta fece sapere al primo che si disbrigasse da tale mentre il suo socio avrebbe fallito nell’anno futuro, come accadde, benché al suddetto sembrasse una cosa strana non essendovi alcuna probabilità in questo suo dire. Ciò nonostante si ritirò da tale negoziato con poca voglia, ma quando vide avverato il tutto, si trovò sopra modo contento di averle dato ascolto, perché si sarebbe trovato molto impoverito se si fosse trovato unito nel fallimento del compagno. Di questi casi ne potrei addurre molti a Roma e a Marino, specialmente i marinesi stavano attenti a qualunque parola le sortisse di bocca, mentre il tutto riusciva come diceva. Tanto negli affari come nelle persone, molte madri le conducevano i loro figli e figlie e le domandavano: Che ne dite di questi? Elisabetta si mostrava ritrosa162 a rispondere, ma quelle buone marinesi insistevano fintanto che ne riportavano qualche risposta, ed infatti a puntino riusciva. Così ad una che aveva una figliastra per la quale soffriva molto perché aveva un carattere spiritoso le disse: Abbiateci un poco più di pazienza, perché di qui a qualche mese vedrete un cambiamento notabile163 e presto si farà monaca domenicana qui a Marino, come seguì.

Ad un’altra che aveva un numerosa famiglia e un maschio di poca età spiritoso e direi impertinente, disse: Tenete da conto questo figlio che sarà l’appoggio della famiglia, sarà sacerdote164 molto dotto e farà un’ottima riuscita, come è stato.

Così dunque Elisabetta pronunziava il futuro come cosa presente, con tanta chiarezza enumerando le più minute circostanze delle quali se ne potrebbe produrre un copioso volume, ma per non essere troppo prolissa mi sono ristretta.

Questo basta per conchiudere che quanto presagì alla sua minore figlia ha avuto tutto il suo compimento, benché la suddetta ripugnasse di sentire qualche cosa che le doveva accadere contro il suo genio e amor proprio, ma così è stato.

Non passo più oltre, basta sapere che leggeva sulla fronte di tutti le più strane fatalità tanto di vita quanto di morte.

Penetrava l’interno dei cuori e vedeva le cose lontane come se fossero a lei presenti, e di continuo alzava le cortine del tempo avvenire. Questo spirito profetico era a lei familiare.


 




161 Scrutatore dei cuori. (Cfr. Sap. 1,6).



162 Restia a rispondere.



163 Importante.



164 Don Luigi Desantis. (Cfr. Positio super dubio an sit signanda commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Romae, 1873, p. 128).






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