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Suor Maria Giuseppa Mora della SS. Trinità, figlia della Beata Elisabetta Canori Mora
Vita della Beata Elisabetta Canori Mora

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  • INTORNO ALLA VITA DELLA SERVA DI DIO ELISABETTA CANORI MORA MORTA IN ROMA IL DÌ 5 FEBBRAIO 1825 – BREVI CENNI SCRITTI DALLA FIGLIA MEDESIMA, MARIA LUCINA MORA, OSSIA MARIA GIUSEPPA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ, MONACA FILIPPINA
    • LIBRO PRIMO
        • 10 - Rassegnazione di Elisabetta per la perdita del genitore Tommaso Canori
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10 - Rassegnazione di Elisabetta per la perdita del genitore Tommaso Canori

 

Sentì al vivo Elisabetta la malattia del suo amatissimo genitore e in quei giorni si portò a farle qualche visita. Essendo stato il suddetto sempre buon cristiano, stava tranquillo e sereno dando buoni documenti ai suoi figli.

La sera avanti alla sua morte, San Francesco gliene dette l’avviso in modo mirabile; il buon Tommaso lo disse alla sua consorte e alla figlia maggiore che stavano ad assisterlo. Non è meraviglia che il Santo lo favorisse con questa segnalata grazia, godendo la sua famiglia la figliolanza, essendo egli stato molti anni sindaco del convento di Aracoeli. Quelli buoni religiosi, per compenso, gli avevano accordato tanto privilegio; passò agli eterni riposi questo santo uomo il giorno 29 gennaio 1807. Il dolore di tale perdita fu molto sensibile alla buona Elisabetta, ma si rassegnò alle divine disposizioni; diceva ella stessa che il dolore della sua perdita le fu mitigato dalla sua preziosa morte. Non lasciò peraltro di affaticarsi molto per suffragare la benedetta anima del genitore, col fargli celebrare Messe, comunioni, visite alla Scala Santa40, altre devozioni e molte mortificazioni per liberarlo dal purgatorio. Procurò che da qualche buona anima gli fossero fatti dei suffragi, come fecero, né si dette per soddisfatta fintanto che non fu assicurata che il suo genitore era in Cielo.

In questa occasione conobbe una penitente41 del Padre Ferdinando, trinitario in San Carlo alle Quattro Fontane. Il Signore si servì di questo mezzo perché quando il suo confessore era fuori di Roma, avesse il sollievo spirituale di questo buon padre, fintanto che il suo confessore fu fatto vescovo. Allora liberamente poté fissarsi dal suddetto Padre Ferdinando, avendo ben conosciuto essere quella la volontà di Dio.


 




40 Si trova quasi di fronte alla Basilica di San Giovanni in Laterano (sec. XVI). Il Papa Sisto V la fece costruire da Domenico Fontana (1585-99) per conservare la cappella privata dei Papi (Sancta Sanctorum), antica cappella di San Lorenzo, costruita dall’Imperatore Costantino e rifatta nel 1277 da Papa Nicola III, che vi fece collocare tre portali marmorei provenienti da Gerusalemme.

È meta ogni anno di migliaia di fedeli che in segno di devozione ne salgono in ginocchio i 28 gradini. Sull’altare del Sancta Sanctorum è custodito un ritratto di Cristo che, secondo la leggenda, fu dipinto dagli angeli del Paradiso. (Cfr. Museo Italia, op. cit., s.d.).



41 Si tratta della Beata Anna Maria Taigi (Siena 1769Roma 1837). In data 23 febbraio 1808 si iscrive al Terzo Ordine della Santissima Trinità. (Cfr. Liber in quo scribuntur confratres et sorores ab anno 1665, Archivio San Carlo alle Quattro Fontane). Si sposa a Roma ed ha sette figli. È povera eppure cerca sempre di aiutare altri indigenti; non trascura mai le opere di misericordia, particolarmente tra i poveri e gli ammalati. Ispirata da Dio si offre come vittima della divina giustizia e col suo pregare senza fine si adopera per allontanare i castighi da chi li ha meritati. Le sue spoglie riposano a Roma nella Basilica parrocchiale di San Crisogono in Trastevere.

(Cfr. Progetto di vita del laicato trinitario, Roma, Tipografia Cardoni, 2001, p. 62).






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