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Suor Maria Giuseppa Mora della SS. Trinità, figlia della Beata Elisabetta Canori Mora
Vita della Beata Elisabetta Canori Mora

IntraText CT - Lettura del testo

  • INTORNO ALLA VITA DELLA SERVA DI DIO ELISABETTA CANORI MORA MORTA IN ROMA IL DÌ 5 FEBBRAIO 1825 – BREVI CENNI SCRITTI DALLA FIGLIA MEDESIMA, MARIA LUCINA MORA, OSSIA MARIA GIUSEPPA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ, MONACA FILIPPINA
    • LIBRO PRIMO
        • 24 - Ritorno di Elisabetta con le sue figlie a Roma
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24 - Ritorno di Elisabetta con le sue figlie a Roma

 

Il giorno 8 novembre 1819, ottava di tutti i Santi, Elisabetta tornò a Roma con le sue figlie, le quali furono tanto contente di ritornare alla loro patria e alla propria casa.

Ripresero subito il loro sistema di famiglia: il consorte di Elisabetta tornò a casa e tutto si rimise nell’andamento di prima. Ma la suddetta non si trovava bene in salute, o per meglio dire, il suo spirito stava quasi sempre estatico e fuori dei sensi esterni, motivo per cui il corpo si trovava in un continuo indebolimento e la maggior parte del giorno e molte volte le notti intere se ne stava in ginocchio oppure seduta per terra, nel modo che siedono sopra i loro piedi le forestiere nelle Chiese. In questa situazione non poteva sortire di casa per ricevere la Santa Comunione e ascoltare la Santa Messa.

Fu fatta l’istanza al Santo Padre Pio VII e per Sua bontà si degnò con Suo rescritto di dichiarare oratorio privato la cappella di Elisabetta, con la facoltà di poter celebrare quotidianamente la Santa Messa77.

Il giorno 10 gennaio 1820, l’eccellentissimo Cardinale Vicario78 mandò a visitare la cappella, se tutto era secondo i sagri canoni. Fu trovato che tutto andava bene e in buona forma; il signor visitatore ne restò molto edificato di vedere in tanto bello ordine tanto l’altare quanto i paramenti sagri e tutti gli ornamenti della cappella. Altro rescritto fu ottenuto in seguito per celebrare la Santa Messa nelle festività solenni79. Altro rescritto ottenuto per fare la confessione sagramentale e ricevere la Santa Comunione tutte le volte che si celebra la Santa Messa nella suddetta cappella80. Fu ottenuto anche il rescritto per l’indulgenza della Via Crucis, valevole per tutti quelli che la visitavano, benché non fossero persone della sua famiglia. Altro rescritto ottenuto dal Santo Padre, il quale dichiarò Altare Privilegiato due volte la settimana, applicabile alle anime del purgatorio81.

Chi potrà descrivere le consolazioni di Elisabetta nell’avere ricevuto questi privilegi vantaggiosi per l’anima sua e per il prossimo! Non si potrebbero numerare le grazie e i prodigi che il Signore si degnò di compartire a molte persone e il gran numero di anime del purgatorio delle quali per essere un numero, senza numero, ne formerò un capitolo a parte, quando si parlerà della carità verso il prossimo.

Con tutte queste consolazioni spirituali non mancarono ad Elisabetta molti patimenti tanto di spirito, di desolazione e di abbandoni interni, quanto che fu travagliata dai demoni che molte volte le comparivano e la percuotevano, specialmente quando orava in cappella.

Uno di questi maligni più volte le compariva in figura di un nano e si metteva sopra le spalle, recandole un peso e un fastidio straordinario. Ma ella proseguiva le sue contemplazioni, senza alterarsi facendo forza a se stessa con l’aiuto di Dio ma, vedendo il nemico che non poteva profittare niente, la percuoteva in modo che ne restava malconcia.

Se poi si metteva a scrivere è impossibile dire come la maltrattava e la beffava, dicendole: Quanto sei sciocca ad obbedire a quel scimunito del tuo confessore, vedi a che perdimento di tempo ti obbliga, lascia andare queste pazzie di rendere conto dei favori che ti comparte il Signore, che bella figura, che sei! e cose simili.

Quando tratterò dei rigorosi digiuni che Elisabetta praticò, narrerò quanto la molestò il demonio; basterà questo poco per dimostrare i continui patimenti interni ed esterni, senza interruzione, avendo sempre la spina quotidiana di quella benedetta figlia che si voleva allocare, e questo pensiero e direi tentazione, la rendeva alquanto irrequieta recando qualche disturbo alla madre. Elisabetta non credeva di acconsentire a farle prendere qualcuno che era di suo genio, per non rovinarla e la figlia si querelava perché la madre, per non farla maritare, le mandava indietro i partiti e non voleva compiacerla; e in questa guisa Elisabetta dovette patire tutta la vita.

 


 




77 Per approfondimenti si rimanda al paragrafo Petizioni e Rescritti.



78 Cardinale Vicario Lorenzo.



79 Rescritto del 24 gennaio 1820 e relativa richiesta. Si conservano inseriti nel manoscritto del diario.



80 Richiesta autografa e rescritto con data 24 gennaio 1820. La stessa facoltà le concesse il 6 febbraio, il Cardinale Vicario, il cui rescritto si allega al documento precedente.



81 Le fu accordato lAltare Privilegiato, dove poter celebrare la Santa Messa in suffragio dei defunti della famiglia.






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