Ma quale
intanto era lo stato delle province? Esse finalmente doveano richiamar
l'attenzione del governo, forse, fino a quel punto, troppo occupato della sola
capitale. Il miglior partito sarebbe stato di farvi le minori novità possibili;
ma, come sempre suole avvenire, s'incominciò dal farsene le più grandi e le
meno necessarie. Il maggior numero delle rivoluzioni ha avuto un esito infelice
per la soverchia premura di cangiare i nomi delle cose.
S'incominciò
dalla riforma dei dipartimenti. Volle incaricarsi di quest'opera Bassal,
francese, che era venuto in compagnia di Championnet. Qual mania è mai quella
di molti di voler far tutto da loro! Quest'uomo, il quale non avea veruna
cognizione del nostro territorio, fece una divisione ineseguibile, ridicola. Un
viaggiatore, che dalla cima di un monte disegni di notte le valli sottoposte
che egli non abbia giammai vedute, non può far opera più inetta42.
La natura ha
diviso essa istessa il territorio del regno di Napoli: una catena non
interrotta di monti lo divide da Occidente ad Oriente dagli Apruzzi fino
all'estremità delle Calabrie; i fiumi, che da questi monti scorrono ai due mari
che bagnano il nostro territorio a settentrione ed a mezzogiorno, formano le
suddivisioni minori. La natura dunque indicava i dipartimenti: la popolazione,
i rapporti fisici ed economici di ciascuna città o terra doveano indicare le
centrali ed i cantoni. Invece di ciò, si videro dipartimenti che
s'incrociavano, che si tagliavano a vicenda; una terra, che era poche miglia
discosta dalla centrale di un dipartimento, apparteneva ad un'altra da cui era
lontana cento miglia; le popolazioni della Puglia si videro appartenere agli
Apruzzi; le centrali non furono al centro, ma alle circonferenze; alcuni
cantoni non aveano popolazione, mentre moltissimi ne aveano soverchia, perché
sulla carta si vedevano notati i nomi dei paesi e non le loro qualità. Si vuol
di più? Molte centrali di cantoni non erano terre abitate, ma o monti o valli o
chiese rurali, ecc. ecc., che aveano un nome sulle carte; molte terre, avendo
un doppio nome, si videro appartenere a due cantoni diversi.
Dopo un mese,
il governo, che non avea potuto impedire l'opera del cittadino Bassal, la
dovette solennemente abolire, e fu necessità ricorrere a quel metodo col quale
avrebbe dovuto incominciare, cioè d'incaricare di un'opera geografica i
geografi nostri. Frattanto si comandò che si conservasse l'antica divisione
delle province, la quale, sebbene difettosa, era però tollerabile. Ma intanto
si crede forsi picciolo male che il governo (poiché il popolo non conosceva né
era obbligato a conoscere Bassal), con ordini male immaginati, ineseguibili,
strani, perda nell'animo della popolazione quella opinione di saviezza che sola
può ispirare la confidenza?
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