-1--cieri | cifer-gazuo | gener-nuoco | nuove-risci | risco-trapa | trapp-zuffa
grassetto = Testo principale
Capitolo grigio = Testo di commento
1 1 | -1-~ ~Con ciò sia cosa che tu
2 | 10
3 11| 11-~ ~Nel favellare si pecca
4 | 12
5 | 13
6 | 14
7 | 15
8 | 16
9 | 17
10 | 18
11 | 19
12 | 2
13 | 20
14 | 21
15 | 22
16 | 23
17 | 24
18 | 25
19 | 26
20 | 27
21 | 28
22 | 29
23 | 3
24 | 30
25 | 4
26 | 5
27 | 6
28 | 7
29 | 8
30 | 9
31 20| tu non sii soverchiamente abbagliato di te stesso, perciò che
32 29| Non si conviene anco lo abbandonarsi sopra la mensa, né lo empiersi
33 5 | grifo nella broda tutti abbandonati non levar mai alto il viso
34 24| che egli sia lasciato et abbandonato dagli uditori, mostrando
35 18| stessa, che ella mette in abbandono il piacere altrui: e, per
36 14| opere e con gli effetti abbassata et avilita, è cresciuta
37 22| forestiero per mia sciagura s'abbattesse a questo trattato, egli
38 28| degli uomini gravi e tra gli abiti cittadini, e molto meno
39 11| come quel buono uomo che abitò non lungi da te, vicino
40 16| uomini, sì che non si deono abominare, come alcuni rustici e zotichi
41 17| queste due cagioni i più abondano di cirimonie superflue,
42 13| di quelle stimano avere abondanza e dovitia. Per la qual cosa
43 29| vino a quel modo, per gara, abondevolmente e soverchio è gran battaglia
44 26| membri che elle aveano quasi accattato chi uno e chi un altro da
45 16| che l'uom può, e più tosto accennarle che isprimerle (il che i
46 28| le calze di colori molto accesi, né molto vaghi, per non
47 29| potrai agevolmente non accettar lo 'nvito e dire che tu
48 8 | cosa lo esser presto di accettarli non per quello che essi
49 18| consiglio de' poveri non è accettato- et -Il tale vuol fare a
50 3 | ma, scioperato essendo et accidioso, facilmente se ne ricorda;
51 4 | pregandonelo il Conte et accommiatandolo, con lieto viso gli venne
52 16| scrivendo, dèi salutare et accommiatare non come la ragione, ma
53 4 | cavallo col Conte, per modo di accompagnarlo, se ne andasse con esso
54 9 | sostengono di esser visitati et accompagnati e non si rallegrano de'
55 14| possiamo accozzare insieme et accoppiare nel nostro trattato, poiché
56 16| mozzarle del tutto o almeno accorciarle più che l'uom può, e più
57 25| suo. Poiché io non posso accordare l'opera con le parole, per
58 16| non di meno, quando si accorgono di essere onorati artatamente,
59 22| come che pure alcune, poco accorte, nominino assai spesso disavedutamente
60 3 | grandissima instantia, pure accostandocela al naso e dicendo: -Deh,
61 22| semplici, perciò che di quelle accozzate insieme si compone quel
62 28| alcuni odoruzzi semplici di acque stillate. I tuoi panni convien
63 18| costumati, sì che se ne acquista odio e malavoglienza; et,
64 25| uso, il quale non si può acquistare in un momento né in breve
65 8 | valoroso uomo e dotato di acutissimo ingegno e di profonda scienza,
66 16| stropiccio di piedi, rispondendo adagio, dice: -Signor mio, io sto
67 12| rivolto allo spetiale, gli addimandava: -Maestro, questi chi è?
68 12| ben desta che a visione di addormentata mente o virtù sensitiva
69 3 | medesimi, cioè di avere addormentato animo e sonnacchioso; la
70 17| persone non procedesse più adentro di quella prima vista: e
71 1 | lasciandosi lunghissimo spatio adietro coloro che erano dotati
72 8 | tavola, che che si avenga; et adirandosi no 'l dèe mostrare, né del
73 5 | perciò che quello che poteva adivenire così noia come se egli fosse
74 25| nelle quali, non di meno, adopera pure alcuna cosa non la
75 1 | mancando, esse nulla o poco adoperano; dove questa, sanza altro
76 14| tempera loro per lo continuo adoperarli che noi facciamo, non si
77 20| voler in sì fatto essercitio adoperarsi, acciò che non avenga loro
78 15| di guadagno, tante volte adoperiamo come disleali e malvagi
79 16| a questi letterati) per adulatore: il qual vitio i nostri
80 23| né sì ingordamente, come affamato, ma come temperato uomo
81 28| gentiluomo, sanza che l'uomo s'affanna e suda et ansa, le quali
82 16| legnaggio e di baroni d'alto affare, non si confarebbe per aventura
83 18| lasciamo stare che a talora si affaticano a purgare l'altrui campo,
84 22| mani, per molto che egli si affatichi, sì bene i propri e particolari
85 22| sconcie e lorde, come alcuni affermano essere queste pur di Dante:~
86 29| secondo che io ho sentito affermare a più letterati uomini,
87 11| e per tal cagione egli affermava essere state da principio
88 29| fatto noia; e tutto che affermino oltre a ciò che, così come
89 12| recitare i sogni loro con tanta affettione e facendone sì gran maraviglia
90 | affinché
91 30| di mestiero che altri v'affisi l'occhio, perciò che essi
92 28| semini le biade nel campo, né affissare gli occhi altrui nel viso,
93 29| spiacevole atto, come fa chi s'affretta sì, che convenga che egli
94 23| ve' che lo dissi: maestro Agabito!-: che sono a chi t'ascolta
95 24| favellare si dèe più tosto agevolare il desiderio altrui che
96 25| tu, mirando le mie poco aggradevoli e quasi oscure maniere,
97 27| la mente degli uomini lo aggradisce e prendene piacere e diletto:
98 6 | sé e non appoggiarsi né aggravarsi addosso altrui; e, quando
99 19| la sua vergogna, anzi la aggravò, scusandosi per motti della
100 5 | tovagliuole che le pezze degli agiamenti sono più nette? Con le quai
101 28| case ugualmente buone et agiate non hanno perciò uguale
102 23| Agostino- a tale che arà nome Agnolo o Bernardo; e non arai a
103 23| dire: -Ben venga, messere Agostino- a tale che arà nome Agnolo
104 11| ella merita bene di esserne agramente ripresa da ogni intendente
105 25| quantunque dilicato e soave, pare agro o salso, e duolsi della
106 24| cagione di ciò, anzi è l'agrume e lo aloe della loro rustica
107 8 | con ciò sia che, come gli agrumi che altri mangia, te veggente,
108 | ai
109 24| veggiamo talvolta su per l'aie de' contadini l'uno pollo
110 21| chiama?- o -Quel lavorio- né -Aiutatemelo a dire- e -Ricordatemi come
111 1 | maniera solamente; dalla quale aiutati e sollevati, sono pervenuti
112 29| mattina vegnente in su l'alba fece una sottil misura per
113 12| né pentola né bossolo né alberello vi rimanea che vòto non
114 20| plebei di Dioneo («madonna Aldruta, alzate la coda...»), né
115 5 | avicinare sì che se gli aliti nel viso, perciò che molti
116 30| della notte in capo, né allacciarsi anco le calze in presanza
117 8 | altri mangia, te veggente, allegano i denti anco a te, così
118 19| io che Lupo degli Uberti alleggerisse la sua vergogna, anzi la
119 8 | a tavola, che è luogo d'allegrezza e non di scandalo. Sì che
120 23| conviene a gentiluomo bene allevato e costumato.~
121 17| ricevute e poco ci sono allignate, con ciò sia che questa
122 24| ciò, anzi è l'agrume e lo aloe della loro rustica natura
123 16| tempo; e colui, fatte prima alquante riverenze, con grande stropiccio
124 14| cherici usano d'intorno agli altari e negli ufficii divini e
125 22| spetialmente colà dove di cose alte e nobili si favelli; e per
126 1 | sollevati, sono pervenuti ad altissimi gradi, lasciandosi lunghissimo
127 | altr'
128 | altrettanto
129 29| Assaggiate di questo, o di quest'altro- non mi pare laudevol costume,
130 23| della natura. Non istà bene alzar la voce a guisa di banditore,
131 20| Dioneo («madonna Aldruta, alzate la coda...»), né fingersi
132 24| con mano, o quando tu hai alzato il braccio per trarre la
133 22| e non la muffa. ~Le mani alzò con amendue le fiche,~disse
134 22| sapete!-; però che cortese et amabile usanza è lo scolpare altrui,
135 1 | cioè questa vita mortale, amandoti io assai, come io fo, ho
136 22| questi vocaboli importino «lo amante», e più convenevol parlare
137 16| perduta gran parte della loro amarezza; e, sì come alcune erbe
138 3 | ami, ma che se alcuno ci amasse, si dis[inn]amori: sì come
139 16| pare che doni del suo et è amato e tenuto magnifico. E vammi
140 19| ricordare che Mitione, il quale amava cotanto Eschine che egli
141 | ambedue
142 21| Lombardi~E Mantovan per patria ambidui;~perciò che niente rilevava
143 3 | che così spesso sbadiglia amerebbe di esser più tosto in altra
144 17| vizzi e mucidi, e perciò amerebbono che l'usar con le persone
145 14| deditissimi servidori, che noi ameremmo di diservire più tosto che
146 3 | a fare, non che altri ci ami, ma che se alcuno ci amasse,
147 19| conseguente, di ricreatione, amiamo coloro che sono piacevoli
148 22| a dire la fanciulla e l'amica che «la concubina di Titone»;
149 19| coloro che sanno beffare per amichevol modo e dolce sono più amabili
150 18| colui che ama di essere amichevole e dolce nel conversare non
151 24| volentieri veduti nelle liete et amichevoli brigate. Adunque piacevol
152 18| voglioso di correggere e di ammaestrare altrui; e dèesi lasciare
153 16| le altrui malatie hanno ammalato anco noi e di questa infermità
154 23| e quelle accozzare, non ammassandole a caso, né con troppo scoperto
155 16| osserviamo. E non ostante che l'Ammiraglio, sì come il costume de'
156 25| naturalmente duri e rozzi, et ammollirgli e polirgli, io sarei per
157 4 | luogo di caro dono la sua amorevole riprensione et avertimento;
158 3 | alcuno ci amasse, si dis[inn]amori: sì come testimonia lo spirito
159 12| sì che in poco d'ora né ampolla né pentola né bossolo né
160 | anch'
161 28| maraviglia. Sono alcuni che in andando levano il piè tanto alto
162 4 | diligentemente mi guarderò; et andatevi con Dio.~
163 4 | nobili gentiluomini che andavano e venivano a lui, onorandogli
164 24| che tu lo sai, o, se egli anderà per entro la sua istoria
165 16| stato cacciato di sua terra, andò già ad Atene al re Teseo,
166 25| costumati, perciò che molti ne andrebbono con duro trotto, et egli
167 13| tante collane d'oro e tante anella in dito e tanti fermagli
168 1 | modo molto spesso; e gli animosi uomini e sicuri similmente
169 13| magnificare, né ad ogni proposito annoverargli, come molti soglion fare:
170 28| uomo s'affanna e suda et ansa, le quali cose sono disdicevoli
171 29| sì, che convenga che egli ansi e soffi con noia di tutta
172 14| alquanto in arnese. E sì come anticamente si solevano avere i titoli
173 12| uomo grande di statura, antico e con venerabile aspetto,
174 13| rinculati a guisa di ronzino che aombri. Perché con costoro cattivo
175 21| o anco da Cremona. Anzi, apparai io già da un gran retorico
176 25| amara, con ciò sia che ella apparecchi loro innanzi non il piacere,
177 3 | conviene a gentiluomo costumato apparecchiarsi alle necessità naturali
178 21| mente, e le parole pronte et apparecchiate, sì che non ti convenga
179 16| sé, ma più tosto alcuna apparenza di cortesia, si vuole, anzi
180 16| pascono di frasche e di apparenze. E sappi che io, non confidandomi
181 22| il farsi indrieto, allora apparirebbe la disonestà di cotal parola,
182 14| così di fuori bella et appariscente, è di dentro del tutto vana,
183 25| con ciò sia che nelle cose appartenenti alle maniere e costumi degli
184 18| regimento delle quali a noi appartiene, o veramente quando gran
185 20| giudici, non si dèe l'uomo appellare a se medesimo, né più riprovarsi.
186 19| abbia per niente, o che appetisca quello che egli sprezza
187 6 | avaritia et altri ad altri appetiti; ma, in comunicando solamente
188 23| masticherai né inghiottiraile appiccate et impiastricciate insieme
189 13| capo e su per li vestimenti appiccati di qua e di là, che si disdirebbe
190 6 | recarsi sopra di sé e non appoggiarsi né aggravarsi addosso altrui;
191 29| che per invidia gli furono apposti molti articoli di eresia
192 2 | acciò che tu più agevolmente apprenda di fare, dèi sapere che
193 25| conseguentemente meglio apprendiamo le cose singolari e gli
194 16| scioperata o forse avendole apprese da Vinegia, loro donna,
195 28| sarebbe. E se la leggiadria s'apprezza negli animali et anco nelle
196 26| proprie nostre, debbiam noi apprezzarle per sé medesime et averle
197 4 | molto lo commendarono et apprezzarono; se non che un picciolo
198 1 | stati, e tuttavia sono, apprezzati assai per cagion della loro
199 6 | dimostrano che poco gli apprezzino e poco lor caglia di loro
200 28| tempo. Puossi bene ciascuno appropriare l'usanza comune; ché se
201 24| perciò non istà bene di appropriarsi maggior parte di questa
202 22| parole il più che si può appropriate a quello che altri vuol
203 20| piacevolezze non saranno approvate dalle risa de' circonstanti,
204 24| perché il favellare è un aprir l'animo tuo a chi t'ode,
205 3 | che tu ti sarai il naso, aprire il moccichino e guatarvi
206 23| maestro Arrigo... No, maestro Arabico... O, ve' che lo dissi:
207 16| favellando col re Pietro d'Aragona gli dicesse molte volte «
208 23| e miglior significatione aranno, sanza alcuna rammemoratione
209 3 | messer Giovanni Boccaccio ardea di quella sua male da lui
210 22| il nostro Dante, ma non ardiscono di così dire le nostre donne,
211 3 | memoria quello che eglino arebbono prima fatto, se essi se
212 21| quello avenimento, e tu gli aresti fatto indugiare; sì come
213 19| sapere da messer Filippo Argenti nella loggia de' Caviccioli.
214 5 | nel piattello o con altro argomento scuoterne la cenere. Non
215 29| uomo che si faceva chiamare Aristofane, e la mattina vegnente in
216 28| fregiati e così impennati et armati non istanno bene in quella
217 28| cittadini, e molto meno le armi e le maglie; sì che quello
218 20| Dove mi manda egli?- -Ad Arno!-; -Io mi voglio radere- -
219 5 | alcuna parte. E quelli che arrecano i piattelli o porgono la
220 1 | virtù hanno mestiero di più arredi, i quali mancando, esse
221 18| si dèe sforzare di essere arrendevole alle openioni degli altri
222 25| gli animi sono teneri et arrendevoli, coloro a' quali caleva
223 29| nvito e dire che tu ti arrendi per vinto, ringratiandolo,
224 24| fuga per calar vela non s'arresta, così costoro trapportati
225 23| rinvenire una parola: -maestro Arrigo... No, maestro Arabico...
226 23| etiandio dalla pompa dello arringare: altrimenti sarà spiacevole
227 18| così non si truova chi si arrischi di avere la costoro domestichezza,
228 29| a ciò che, così come lo arrischiarsi spesse volte ne' pericoli
229 16| essi carezzano sia vano et arrogante et, oltre a ciò, tondo e
230 18| consiglio non sia maggiore arroganza che non è il voler pur seguire
231 13| de' suoi meriti che punto arrogervi con parole; perciò che ancora
232 19| e chi si diletta di fare arrossire altrui: i quali dispettosi
233 22| nominasse loro in pruova elle arrossirebbono, facendo mentione per via
234 11| che niuno della brigata ne arrossisca o ne riceva onta. Né di
235 4 | udendoselo rimproverare, arrossò così un poco, ma, come valente
236 5 | d'intorno al focolare, o arrostito pane in su la brage, tu
237 16| adulationi che io debba dire) per arrota alle altre loro cattività
238 16| accorgono di essere onorati artatamente, lo prendono a tedio, e
239 9 | nelle speculationi delle arti che si chiamano, secondo
240 29| gli furono apposti molti articoli di eresia et altri villani
241 20| sì come sottil cosa et artificiosa, non si può fare se non
242 14| riverire l'un l'altro con artificiosi modi, fuori del convenevole,
243 18| senno- et -Il tale non mi ascolta-; come se il richiedere che
244 21| molto tedio, a coloro che ascoltano e sono vogliosi e frettolosi
245 25| vuole tosto incominciare ad ascoltarla, non solamente perché così
246 13| creduti, ma essi non sono ascoltati, sì come quelli le parole
247 23| volentieri e con piacere ascoltato dalle persone, e manterrai
248 25| alcuna volta. Ma noi non la ascoltiamo per lo più, e così per lo
249 25| e certo, se i buoi o gli asini o forse i porci favellassero,
250 16| di Rovigo o i cittadini d'Asolo tenessero quella medesima
251 22| motti sono riputati persone aspere e ruvide, e così è fuggito
252 26| di lei né odore né sapore aspero, né suono né colore alcuno
253 20| rispondere altrimenti che non si aspettava, sanza alcuna sottigliezza
254 16| pare che essi ricerchino et aspettino più tosto ubidienza che
255 1 | istessa ce ne castiga con aspra disciplina, privandoci per
256 3 | e lo stropicciar pietre aspre et il fregar ferro spiace
257 19| persone con le quali, per l'asprezza loro, in niuna guisa si
258 10| titolo appunto, le querele asprissime e le inimicitie mortali
259 29| ringratiandolo, o pure assaggiando il vino per cortesia, sanza
260 25| e vezzosi, rifiutiamo di assaggiarla e ricopriamo la nostra viltà
261 29| cosa che vi piaccia?- o -Assaggiate di questo, o di quest'altro-
262 3 | quale tu arai posto bocca et assaggiatolo, salvo se egli non fosse
263 24| quella orecchia che elle assannano. Ma, come il soverchio dire
264 23| guisa di veltro che non assanni, per ciò non mi guarderò
265 27| sensi e dello appetito che assegnarle allo 'ntelletto, acciò che
266 28| ella si sia, vuole essere assettata alla persona e starti bene,
267 7 | Vogliono essere ancora le veste assettate e che bene stiano alla persona,
268 4 | ringratiatelo sanza fine, assicurandolo che io del mio difetto sanza
269 3 | sì fatto lo strepito che assordano altrui; e di quelli che,
270 5 | coppa, diligentemente si astenghino in quell'ora da sputare,
271 9 | di essere maninconoso né astratto là dove tu dimori; e come
272 14| di mutarla: anzi, siamo astretti, poiché ella non è peccato
273 1 | largo et il magnanimo è astretto di operare ad ogni ora magnificamente,
274 16| di sua terra, andò già ad Atene al re Teseo, per campare
275 25| natura degli artefici, male atta agli ammaestramenti generali,
276 16| il loro essere, che agli attempati fra loro; né alla gente
277 22| o -Voi non vi curaste di attenermi la promessa-, perciò che
278 22| alcuna cosa e non te la attenne, non istà bene che tu dichi: -
279 4 | la qual cosa, avendo egli attentamente risguardato alle vostre
280 24| novità e rivolgendo la loro attentione altrove: ché non istà bene
281 8 | par loro di dovere essere attesi a mangiare, a cavalcare,
282 13| passare avanti, anzi sì attraversano e tornano indietro, e sì
283 24| ritenere e ciò che si può attraversare al corso delle parole di
284 14| privilegiato, né per lo contrario attribuire sanza scherno a chi non
285 8 | chiamati a letitia, et ora gli attristi; con ciò sia che, come gli
286 8 | in ciascuna cosa essere avantaggiati dagli altri, e coricarsi
287 18| openione che il senno a lui avanzi et ad altri manchi. E fermamente
288 3 | di quelle cose che l'uomo ave a schifo, etiandio che allora
289 | avean
290 30| usanza che altri non se ne avede. E come le spese minute
291 20| uomini di acuto e di pronto avedimento, e spetialmente improviso,
292 30| si specchiò nell'acqua e, avedutasi de' nuovi atti che sonando
293 22| tu non diresti il drudo, avegna che amendue questi vocaboli
294 | avendole
295 1 | maggiore che non è l'essere avenente e costumato, non di meno
296 28| come molto, ma come poco avenenti. Ché, se il tuo palafreno
297 29| temeano non per aventura avenisse loro quello che era avenuto
298 5 | fosse avenuto. E se talora averai posto a scaldare pera d'
299 | averlo
300 16| leggiere, e forse peggio gli averrebbe ancora, ché egli sarebbe
301 4 | amorevole riprensione et avertimento; perciò che egli si rende
302 5 | diligenza lavate e nette, sanza avervi sù pure un segnuzzo di bruttura
303 | avessi
304 | avete
305 | avevano
306 | avevi
307 25| cose alle quali altri si avezza prima sogliono sempre piacer
308 29| della nostra fermezza e per avezzarci a resistere alle forti tentationi
309 25| trovasse le orecchie altrui avezze ad altro suono, quantunque
310 5 | alcuno, non se gli dèe l'uomo avicinare sì che se gli aliti nel
311 21| presente, dove degli strani non avien così.~
312 20| dèe, per piacere altrui, avilire sé medesimo, che è arte
313 13| Non dèe adunque l'uomo avilirsi, né fuori di modo essaltarsi,
314 13| E sappi che coloro che aviliscono se stessi con le parole
315 14| gli effetti abbassata et avilita, è cresciuta solamente et
316 23| del favellar comune e non aviluppate et intralciate in qua et
317 17| e ristretta natura loro, avisando, se eglino fossero sì scarsi
318 7 | delle brigate, e poco cari avutivi.~
319 4 | signore era- avveduto et avutone consiglio con alcuno de'
320 4 | intendente signore era- avveduto et avutone consiglio con
321 20| ntelletto, i quali, se sono avvenenti e leggiadri, fanno segno
322 27| che il farsetto si voglia azzuffar co' calzari, sì male gli
323 18| non è altro che un volersi azzuffare con esso loro, e dicono: -
324 24| fanno venir voglia altrui di azzuffarsi con esso loro, perciò che,
325 13| maraviglie e di essere gran baccalari. Puossi ancora mentire tacendo,
326 11| perciò che gli uditori non vi badano e perciò non ne hanno diletto,
327 11| che possa né rispondere né badare a sì fatte sciocchezze,
328 16| perciò che cieco era), non badò a salutar Teseo, ma, come
329 23| dica!-; né a scilinguare o balbotire lungo spatio per rinvenire
330 25| prenda soverchio potere e baldanza; ma le più persone nol fanno,
331 11| bambini e la donna e la balia loro: -Il fanciullo mio
332 23| ché chi va per via non dèe ballare, ma caminare, con tutto
333 8 | ebbe nome messer Ubaldino Bandinelli. Costui solea dire che qualora
334 23| alzar la voce a guisa di banditore, né anco si dèe favellare
335 20| rodere!-; -Va chiama il barbieri- -E perché non il barba ...
336 16| prencipi né marchesi né barone alcuno. Sì che le maniere
337 16| uomini di gran legnaggio e di baroni d'alto affare, non si confarebbe
338 14| con titoli isquisiti, e basciandosi le mani come se essi le
339 16| parrocchiano, che io li debba così basciar le mani?-; perciò che colui
340 16| esso loro. E quantunque il basciare per segno di riverenza si
341 16| dipartenze: -Signore, io vi bascio la mano- o -Io son vostro
342 23| ti avezzi a favellare sì bassamente come la feccia del popolo
343 22| mio, non istette bene il basso vocabolo delle taverne in
344 19| ruzzare o scherzare, che l'uno batte per ciancia e l'altro riceve
345 8 | mentione) e molto più il battergli, con ciò sia cosa che ciò
346 19| ciancia e l'altro riceve la battitura per villania, e di scherzo
347 6 | cotali si risentono sudati e bavosi. E per questa cagione medesima
348 22| alcun biasimo la nostra Beatrice, quando disse:~L'alto fato
349 24| pollo tòrre la spica di becco all'altro, così cavano costoro
350 13| sé piace loro, come chi bee non per sete, ma per gola
351 29| idolatria; ma certo perché egli beesse cotanto vino quella notte
352 18| dire- e -'l vino che voi beete non vi è sano, anzi vuole
353 19| cercare di esser tenuto beffardo, perché molte volte interviene
354 19| prendea talora sollazzo di beffarlo, come quando e' disse seco
355 19| zuffa; così quegli che è beffato per sollazzo e per dimestichezza
356 19| sia che la intention del beffatore è di prendere sollazzo dello
357 21| non conosceste altri!- Un bel vecchio diritto, che portava
358 22| femine di mondo (come la Belcolore disse, più nel favellare
359 8 | tribolatione tutta la brigata: -A bell'ora mi chiamasti stamane!- -
360 28| gli altri costumi di lui belli e misurati, quel valoroso
361 4 | cavaliere parea loro e di bellissime maniere, molto lo commendarono
362 26| membri delle quali sono bellissimi a riguardare ciascuno per
363 28| misura etiandio il bene non è bello e la bellezza non è piacevole.
364 | benché
365 23| né a dire - Io non dissi bene- né -Domin, ch'io lo dica!-;
366 13| vantare ci debbiamo de' nostri beni, né farcene beffe, ché l'
367 24| cacciare via coloro che non beono, così sono questi così fatti
368 23| tale che arà nome Agnolo o Bernardo; e non arai a dire -Ricordatemi
369 7 | portano le cuffie o certi berrettoni grandi alla tedesca; ché
370 3 | quello che egli stesso dèe bersi o mangiarsi, poscia che
371 22| facendo mentione per via di bestemmia di quello onde elle sono
372 8 | venisti meco alla chiesa; bestia, io non so a che io mi tenga
373 29| battaglia alle forze del bevitore, vogliono che ciò si faccia
374 12| Domenedio; e l'acqua da lui solo bevuta, e da ciascun altro, come
375 12| l'acqua della guastadetta bevve egli tutta, la quale tutti
376 28| paia che l'uom semini le biade nel campo, né affissare
377 29| lo suo soverchio andare biasimando ciascuno. Perciò che per
378 22| una parte per sé, e poi biasimarlo o riprenderlo: -Noi errammo
379 16| scialacquatore, sarebbe biasimato, sì come vano e leggiere,
380 13| in ciò tutti gli altri o biasimi o disprezzi; e lo sprezzar
381 8 | stadera del mugnaio che con la bilancia dell'orafo; et è convenevol
382 22| fan così cigolar le sue bilancie,~che se egli avesse detto
383 19| dèe motteggiare, sì come Biondello poté sapere da messer Filippo
384 18| tanto metter compenso alle bisogne altrui: nel quale errore
385 24| abbiano e siano poveri e bisognosi dell'altrui. E sappi che
386 20| vocaboli che noi chiamiamo bistìccichi, di niun sentimento; e tale
387 8 | sollazzare. Alcuni altri sono sì bizzarri e ritrosi e strani, che
388 20| la grascia di San Giovan Boccadoro- e -Dove mi manda egli?- -
389 16| rammorbidite dimorando nelle bocche degli uomini, sì che non
390 28| lingua, come che ciò alla bontà di lui non rilievi nulla,
391 21| di lui, quale a Guglielmo Borsieri fu detto esser di messer
392 12| né ampolla né pentola né bossolo né alberello vi rimanea
393 5 | arrostito pane in su la brage, tu non vi dèi soffiare
394 11| lungi da te, vicino a San Brancatio, faceva. Né a festa né a
395 28| de' piedi in fuori, e tale brandisce la gamba; chi si china ad
396 | breve
397 21| motti, che per lo più sono brievi, ma nel favellar disteso
398 5 | di porci col grifo nella broda tutti abbandonati non levar
399 22| contrafarci a guisa di mastro Brufaldo, sì come soglion fare alcuni
400 26| mento in fuori, e la pelle bruna, pare che quel viso non
401 8 | al suo signore che alla Brunetta; e se Currado avesse fatto
402 23| alcuna rammemoratione di cosa brutta, né laida, né bassa, e quelle
403 26| stesso viso; il che nelle brutte non adiviene, perciò che,
404 26| quanto si può il più e la bruttezza per lo contrario è molti,
405 22| Dirieto a noi, ché troverai la buca.~E dèi sapere che, come
406 5 | moccichino (come che egli sia di bucato) a persona: perciò che quegli
407 17| sotto quel poco di polita buccia niuno sugo hanno et a toccarli
408 18| alla fine ogniuno fugge il bue che cozza, e le persone
409 13| verità; ma a lungo andare i bugiardi non solamente non sono creduti,
410 24| istoria spargendo alcuna bugiuzza, non si vuole rimproverargliele
411 25| perciò che in vedendo il buio si conosce quale è la luce
412 25| ritenere: e certo, se i buoi o gli asini o forse i porci
413 8 | essercitio, e dicono: -Egli è buon'ora!- -Ben potete indugiare
414 30| come se essi ti volessero cacciar le mosche: che sono difformi
415 24| feste e d'inebriarsi soglion cacciare via coloro che non beono,
416 16| fu Edipo, essendo stato cacciato di sua terra, andò già ad
417 3 | poscia che dal naso possono cader di quelle cose che l'uomo
418 11| fatte rammemorationi fosse caduto, si dèe per acconcio modo
419 3 | etiandio che allora non caggino. Né per mio consiglio porgerai
420 26| dinanzi a sé le fanciulle calabresi, niuna altra cosa fece che
421 24| spinta dalla prima fuga per calar vela non s'arresta, così
422 3 | cenere sedendosi in su le calcagna e tossiva et isputava farfalloni.
423 28| barba inanellata col ferro caldo, e 'l viso e la gola e le
424 30| egli ragiona che poco gli cale d'altro; e chi dimena il
425 26| come che per altro non ti calesse di lei, sì ti dispiacerebbe
426 25| arrendevoli, coloro a' quali caleva di me avessero saputo piegare
427 16| che, dovendo tagliare una calza, ne riesca un sacco né un
428 27| farsetto si voglia azzuffar co' calzari, sì male gli stanno i panni
429 14| signore a talora che egli sarà calzolaio o barbieri, solo che egli
430 8 | letti e nelle più belle camere, e sedersi ne' più comodi
431 23| via non dèe ballare, ma caminare, con tutto che ogniuno non
432 28| femina o come sposa, et in camminando troppo dimenarsi disconviene.
433 16| ad Atene al re Teseo, per campare la persona (ché era seguitato
434 3 | dèesi l'uomo guardare di cantare, specialmente solo, se egli
435 6 | modi che alcuni usano: cioè cantarsi fra' denti o sonare il tamburino
436 22| sette passatoi~fu da un canto all'altro trapassato.~Ancora
437 28| come buono et ammaestrato cantore suole le false voci, tantosto
438 25| vecchiezza, e così vaneggeremmo canuti come noi facciamo bambini,
439 16| le persone con picciolo capitale fa grosso guadagno: tu farai
440 4 | un dono per sua parte, e caramente vi manda pregando che vi
441 9 | prendono in grado né onore né carezza che loro si faccia, a guisa
442 16| stimare che colui cui essi carezzano sia vano et arrogante et,
443 16| soleva dire che chi sa carezzar le persone con picciolo
444 16| come padre, si diede a carezzare la fanciulla; e, ravvedutosi
445 17| deono le cirimonie e le carezze a guisa che le meretrici
446 28| maggiore è il romore delle carra; tale gitta l'uno de' piedi
447 23| accidente cigolare come le carrucole fanno, né, mentre che l'
448 28| come noi veggiamo che due case ugualmente buone et agiate
449 18| la vittoria in sì fatti casi torna in danno, con ciò
450 22| sospetta, dicon più tosto le castagne, come che pure alcune, poco
451 19| ché, potendosi tenere nel castello di Laterina, vedendosi steccare
452 1 | la natura istessa ce ne castiga con aspra disciplina, privandoci
453 13| si disdirebbe al Sire di Castiglione: le maniere de' quali sono
454 8 | forestieri, come che egli grave castigo avesse meritato, avendo
455 16| ancora: -Vostro schiavo in catena-, non dèi esser tu più schifo
456 29| ché di vero fu buono e catolico secondo la loro falsa idolatria;
457 23| quelle persone che hanno una cattiva usanza e spiacevole, cioè
458 12| vasellamento dello spetial cattivello e trovando quale vòto e
459 29| ci fa sovenire di questi cavadenti che noi veggiamo salir su
460 4 | presente trattato. Costui, cavalcando col Conte, lo ebbe assai
461 8 | essere attesi a mangiare, a cavalcare, a giucare, a sollazzare.
462 21| è appunto il trotto del cavalier di madonna Orretta! E se
463 4 | perciò che gentilissimo cavaliere parea loro e di bellissime
464 20| loro quello che avenne al cavaliero di madonna Orretta. E se
465 25| come tu puoi vedere che i cavalli fanno, che molte volte -
466 24| di becco all'altro, così cavano costoro i ragionamenti di
467 19| Argenti nella loggia de' Caviccioli. Medesimamente non si dèe
468 11| donna mia è cotale...- -La Cecchina disse... Certo voi no 'l
469 5 | perché egli sia alquanto ceneroso), perciò che si dice che
470 19| tosto si vuol fuggire che cercare di esser tenuto beffardo,
471 9 | stavate- -Venga, e sì mi cerchi il polso!-: sono adunque
472 7 | volge a mirarli e fassi loro cerchio, come a coloro i quali pare
473 5 | la sospettione, quanto la certezza; e perciò procurino i famigliari
474 11| voi no 'l credereste del cervello ch'ella ha!-. Niuno è sì
475 23| anco dèi gridare, acciò ch tu non dimostri d'imbizzarrire
476 14| quelle solennità che i cherici usano d'intorno agli altari
477 24| è il favellare e lo star cheto ciascuno, quando la volta
478 18| noi alla schermaglia; e chiamanci per soprannome «Messer Vinciguerra»,
479 25| la statua, pur «Regolo» chiamandola. Ora fosse piacer di Dio
480 8 | commendare, ché già non conveniva chiamar messer Domenedio che entrasse
481 14| fuori del convenevole, et a chiamarsi «padroni» e «signori» tra
482 8 | brigata: -A bell'ora mi chiamasti stamane!- -Guata qui, come
483 8 | teco, perciò che tu gli hai chiamati a letitia, et ora gli attristi;
484 16| dica villania, quando tu il chiami per lo suo nome, o che tu
485 14| poco, diciamo troppo, e chiamiamolo gentiluomo e signore a talora
486 10| voi «Vostra Signoria»? Io chiamo pur voi il «signor tale»,
487 25| scultore, il quale per la sua chiara fama, sì come io credo,
488 25| e per mostrare anco più chiaramente la sua eccellenza, provedutosi
489 22| nome «enigma» et in più chiaro volgare si chiama «gergo»:~
490 8 | moltiplicare in novelle con Chichibio per non turbare i suoi forestieri,
491 6 | che chiegghino, né possano chiedere né appetire, alcuna delle
492 6 | infra di loro, non pare che chiegghino, né possano chiedere né
493 8 | acqua data alle mani, essi chieggono che loro sia portato da
494 8 | Non venisti meco alla chiesa; bestia, io non so a che
495 22| Umana carne al tuo virginal chiostro!~E come che Dante, sommo
496 19| vedendosi steccare intorno e chiudersi, incontinente il diede,
497 17| valore, e perciò che queste ciance s'imparano di fare assai
498 19| disdice il motteggiare et il cianciare.~
499 16| riconoscendola (perciò che cieco era), non badò a salutar
500 14| servire. Sarebbono adunque le cierimonie non solo bugie, sì come
|