Salito sopra un
trono a pagamento nel recinto dell'Esposizione, sopra uno di quei troni, a cui
ascendono normalmente gli scritturali più timidi e le imperatrici più eccelse,
Pino Goldi brandì un foglio di carta, e trovò che non era uno di quei pezzi di
giornale vecchio, che in Italia sono specialmente consacrati a tale consumo.
Trovò invece, che era un foglio stampato appositamente e diceva: EUREKA, unguento
americano contro le... (Chi mi somministra un vocabolo poco tecnico e molto
decente?...)
La réclame a
Parigi spia il luogo più propizio, per colpire l'uomo nell'opportunità dei suoi
bisogni e dei suoi dolori e lì gli offre il proprio vasetto, la propria
boccetta, e il suo numero di casa.
In quei chioschi
a lumaca (così sono fatti a Parigi i rifugi pubblici di uso privato, di cui si
occupano i consigli comunali e i confessori) l'uomo, nel raccoglimento di sé
medesimo e nella meditazione dei suoi casi, si trova davanti sorridente come un
amico il recapito del dottore specialista col consiglio delle sue
pasticche, ed il conforto della sua letteratura, che lo istrada umanamente.
Per Geromino sindaco, filosofo massimamente della scuola di filosofia
murale e morale, fu di qualche importanza il notare come l'ingegno parigino,
così bizzarro e così svolazzante, si assottigli in una semplicità dimostrativa,
in una soavità, e in una flemma didascalica per ispacciare le mercanzie.
Il nostro protagonista percorrendo una via, di cui il selciato
era tale da spedare il montanaro più ferrato, lesse sopra un muricciuolo a
caratteri cubitali: Non avete mai meditato, e poi a
caratteri ancor più cubitali: sulle tristi conseguenze, quindi di
seguito in caratteri tuttavia grandiosi: sulle tristi conseguenze
dell'avere le scarpe mal fatte? L'uomo torturato in una delle
sue estremità non può fruire compiutamente del flusso e riflusso del sangue,
di cui si compone la sua vita fisica, morale e
intellettuale. Date un cattivo calzolaio all'oratore, al banchiere, al poeta e
all'amante. L'oratore avrà la lingua inceppata, e lascerà la tribuna con
ismacco; il banchiere smarrirà la chiaroveggenza dei suoi calcoli, e non avrà
benigna la Borsa; il poeta troverà la musa ricalcitrante; e il lyon, divenuto
bisbetico, come il nobile animale suo omonimo quando irritato dalle mosche
scuote la coda, sentirà ingiuste manie di sgarbata gelosia e verrà
respinto... Uno straordinario numero di duelli fra gentiluomini ebbero origine
dai loro calzolai. Volete voi sicura gloria, estro, buoni incontri, vera
felicità nella vita? tutto ciò otterrete mediante scarpe
a buon mercato, che vi calzeranno come guanti! Ricorrete al calzolaio tale, n.
tale, via tale!
Più in là Pino Goldi ricevette in mano da un distributore di foglietti il
seguente avviso: - Non buttate mica via questo memorandum, S.
V. P. cioè: (S'il vous plait, che è il
Senatus Populusque Romanus, l'S.P.Q.R. di Parigi). Allorché
voi vi porterete immancabilmente all'Esposizione, di grazia (S.V.P.)
degnatevi di transitare davanti al negozio rinomato di Balland 9,BOULEVARD
DU TEMPLE 9. Sì, è la vostra stessa imperiosa convenienza che ve lo impone;
imperocché gli è solo là, che voi troverete lo stupendo cappello di seta nera,
montato su corteccia di sughero, leggero come una piuma. Non costa più di 16
lire; ed è l'ultima parola della civiltà raffinata. Con esso oh! non più
incapacciature e sarà finalmente la vostra buona salute, non avrete caldo, non
trasuderete, non ungerete, e sarà la vostra economia, ecc. ecc.
Il sindaco, commentando il foglietto raccolto dal segretario, trovò essere
addirittura un portento quella pazienza, quella eloquenza, e quell'abuso di
confidenza che si ammira nei signori negozianti parigini, quando
sminuzzano il ragionamento al pubblico, come si affetta il pane ai bambini, e
sentono il bisogno di spiegare che a non sentire più dolori di capo ci si
guadagna di salute, e nell'evitare qualche gita allo sgrassatore c'è un
vantaggio della borsa.
Pigliando il battello sulla Senna, mentre Pino Goldi con un ben nutrito
occhieggiamento, a cui rispondeva una sollecita telegrafia di piedini, pattuiva
un'avventura con una lontana verginella di SaintCloud; - l'onesto
sindaco dimostrava alle signore, come c'era da spassarsela per tutto il tempo
della corsa con lo scontrino della medesima. Infatti esso è una lunga
lista di carta, in cui unita con una frangia da francobollo al vero lembo del
biglietto c'è una tratta di annunzi divertenti e
illustrati; c'è per il Charivari una
caricatura di Cham; l'elogio e il disegno dimostrativo di un poppatoio
artificiale pei bambini; l'annunzio di un giornale politico e finanziario, che è mancomale
il vero gran successo non basta più del giorno, ma du moment;
il panegirico del cioccolatte Menier, che assale e spaventa i
passeggieri dapertutto col suo éviter les contrefaçons; quattordici
altre raccomandazioni, e per stuzzicare gratuitamente l'intelligenza, un
paesaggio arcadico, orientale, o invernale, con l'invito di trovare
l'irreperibile figura del giardiniere, del cammello, o dell'orso, negli
anfratti del disegno visibile delle piante, dei ponti e delle colline.
Geromino si fermò
principalmente sul richiamo delle macchine da cucire, rappresentante una balia
in cuffia alta, che si lacera di meraviglia condensata davanti la signorina da
lei allevata, seduta davanti ad una autentica Singer.
La balia dice: - Oh! è uno
stregone sicuramente quegli che ha inventato questo macchinismo, il quale ci
spaccia lestamente in due ore ciò che noi avremmo appena agucchiato in tre giorni
con le nostre dita forate e callose.
E la signorina le
risponde: ‑ È proprio così, mia cara nutrice. E lo stregone abita nel
boulevard di Sebastopoli, al n. 20, proprio vicino alla via di Rivoli, ma non
bisogna sbagliarsi di numero.
- Come è dolce! Come
è dolce! - esclamò la signora Giacomina quasi riversando la sua testa di pari
dolcezza: - come è dolce questo mais il ne faut pas se tromper de numéro!
All'uscire del
battello, se Pino Goldi fosse stato imbrogliato per la cerca di un ufficio
notarile, dove gli permettessero di redigere il contratto poco prima conchiuso
con la pastorella di Saint-Cloud, sarebbe stato tolto
d'ogni impiccio dalla seguente cartolina, che gli venne cacciata fra le mani: -
Restaurant Baratte - Cene all'uscire dai balli e dai teatri - Salons pour
noces - Cabinets de société (Rooms for society): quindi soltanto in
inglese: The restaurant remains opened the whole night.
Ma Pino Goldi,
per restare indietro dalla sua compagnia e scartarsi possibilmente dalla
medesima, invano cercò tutti i pretesti, fino a quello di internarsi in un
tempietto... dedicato alla dea delle letizie rurali.
La moglie non
avrebbe mai voluto abbandonarlo un momento né collo sguardo né colla mano
adunca. Essa si piantò di sentinella alla porta, e vi ristette con la truce ed
eroica figura, che doveva avere la madre di Pausania, quando concorse con gli
efori ad ostruire le porte del tempio di Minerva, dove si era rifugiato suo
figlio traditore della patria.
Quando Pino Goldi
uscì dalla navata da lui occupata, fu così sconcertato nel vedere la moglie
appostata, che rimise a lei l'obolo dovuto al custode del tempietto.
S'è fatta sera.
Il viale
dell'Opera è innondato dalla luce elettrica, che sprazza da globi, di cui attraversa
la crosta lattiginosa.
Geromino prova un
sentimento di malinconia e di compassione verso le stelle, la luna e il sole
che s'incamminano ad essere imitati, se non soppiantati. Infatti i fanali della
luce elettrica hanno la potenza di astri effettivi.
Ne viene un
chiarore bianco, d'una affinità chimica con quello del giorno.
Invano la signora
Clitennestra osserva, che esso è un chiarore da cimitero, e che acceca.
Il sindaco addita
le vie attigue, dove c'è tuttavia l'illuminazione a gaz.
- Che fiasco! Sono
gli sgorbi gialli del poeta... Eppure in altri tempi s'era fatta anche
la guerra al gaz, che si trovava anch'esso troppo abbagliante... Ma, guarda,
moglie mia, come si può leggere magnificamente un giornale!... No, per carità!
non leggere niente, ché sarebbe un insulto alla tua qualità di sindachessa
ammodo...
- Sai, che cosa
dovremmo fare, mio caro Pino? Raccogliere e poi depositare una collezione di
questi giornali nell'archivio municipale di Monticella... I nostri posteri non
vorranno credere, che persone pulite e di garbo abbiano esercitato così
pubblicamente il lenocinio, in buona fede, sicuro, quel che è peggio, in buona
fede. Quando si vive continuamente in un mondo artificiale, si desina ogni
giorno alla trattoria, e non si parla con altre donne fuorché con la fioraia,
con la guantaia, con la padrona di casa, con la mercantessa di sedie al teatro
e ai giardini pubblici, e con le abitatrici delle sedie limitrofe, si perde
ogni sentore di famiglia; e la si schernisce, la si distrugge, senza farlo apposta,
anzi senza accorgersi...
La comitiva si
fermò davanti la bacheca di un libraio.
La signora
Geromino loda la felice scioltezza dei titoli; per esempio Giornale di un
giornalista...
Pino Goldi la
interrompe per gridare: - Per Dio! Fiori di Bitume... Avevamo già i Fiori
del male, che erano un passo molto innanzi sui Fioretti di S.
Francesco. Fra qualche mese mi aspetto un libro di poesie intitolato Fiori
di Water-closet... A proposito, Geromino,
mio signor sindaco, non ti pare che qui il popolo... delle insegne pecchi di
anglomania o di tedescomania, come da noi si pecca di gallomania? Qui i cabinets...
intimi ed idraulici si chiamano Water-closets;
un bicchiere di birra bock; i biglietti d'ingresso alla Esposizione tickets...
Che ne dici, signor avvocato, filosofo mio?...
- Io ti dico e ti
insegno, Pino discepolo mio, che una parola, la quale abbia nella sua lingua
una significazione generale, trasportata poi in una lingua straniera acquista
il vantaggio di esibire la ricchezza di una significazione speciale. Così wagon
in inglese vuol dire semplicemente e genericamente carro; e
vagone, fatto italiano, vuol dire il carrozzone speciale dei treni della strada
ferrata.
- Quanto si impara
per istrada, - disse con ostentazione adulatoria il Goldi - quando si ha il
benefizio di aver in compagnia un filosofo peripatetico della tua forza!
- Si impara anche
questa conferma stradale che i parigini sacrificano ogni sentimento al contegno
delle forme - soggiunse la signora Angelica Geromino. - Ti ricordi, sindaco!
quando il cappellano-fattore-segretario del marchese di
Monticella nel fare stampare la lettera di morte della signora marchesa ci mise
dentro: «L'illustrissimo marchese ecc. HA L'ONORE di partecipare a V.
S. l'irreparabile perdita...»? Il marchese, avvertito dagli amici,
andò in collera; e l'onore posto in vece del dolore negli annunzi
di morte divenne nel nostro paese una baia proverbiale, con cui i proprietari si
consolano malamente del rammarico di aver perduto una vitella. Invece qui a
Parigi l'onore pel dolore nella morte dei più cari sembra una cosa
naturale...
Infatti si era davanti un gran
negozio di pompe funebri che annunziava all'ingrosso e al minuto: - Convogli
mortuari, interramenti, medici necroscopici, servizi religiosi, lettere di
partecipazione filettate di nero ed altre imprese e merci dello stesso
colore... frangiate di giallo e bianco.
E la signora
Geromino lesse forte il modello d'una lettera di annunzio mortuario, che
campeggiava nel bel mezzo di quella bottega di Caronte: - La signora
Emilia..., religiosa del Sacro Cuore, e la signora Hoenig nata ecc., ONT
L'HONNEUR de vous fair part de la perte, qu'ils viennent de faire en la
personne etc.
- Il gran Galateo
delle forme pubbliche - riprese Geromino - si rivela sopratutto negli avvisi
delle autorità costituite. Degnatevi di ammirare quest'Ordonnance concernant les
chiens. Nous Prefet de Police etc. Vu la loi etc... Sembra che il senatore,
prefetto di polizia, si sia messo i guanti per discorrere coi cani e dica loro:
«Favorite di portare la museruola; se no, i nostri ufficiali, gli
accalappiacani, vi pigliano e vi ammazzano, S'il vous plait...». Ah!
io non faccio tanti complimenti ai signori cani di Monticella. Oh! niuna
pubblicazione all'Albo Pretorio! Comando semplicemente ai miei sparafucili,
guardie campestri: «Uccidetemi quel cane irregolare e infesto...». E di lì a
mezz'ora il cane proscritto ha terminato di far male...
Un'altra nota
della letteratura parigina, ambulante, spicciola, giornaliera, sia essa parlata
o sia scritta, si è la disinvoltura nelle inesattezze, a cui il parigino si
abbandona per semplice estro di frivolezza e di burla o per scopo di tirar
gente.
Non fu raro il
caso, che sull'imperiale dell'omnibus un parigino, conoscendo il nostro sindaco
per forestiero, lo abbia toccato nel gomito con un gesto di carità fraterna e
gli abbia indicato il maresciallo Mac-Mahon, che passava.
Anzi Geromino
assicura che gli additarono sette Mac-Mahon di fisionomia
affatto diversa, ed invano il segretario volle spiegare l'arcano al suo
superiore, dicendogli che una volta sarà stato l'eroe di Magenta, un'altra
volta il Mac-Mahon delle batoste del 1870, a cui il
popolazzo parigino in quei giorni perigliosi voleva imporre le orecchie
d'asino; una terza volta il debellatore della Comune, una quarta l'uomo del 16
maggio, una quinta il presidente dal dilemma cornuto di Gambetta: dimettersi
o sottomettersi; una sesta il presidente in voce di pigliarsi
ambedue le corna, oltre la intimazione di Gambetta, cioè in voce di dimettersi,
dopo di essersi sottomesso; una settima il possibile presidente destituito
dalle vicine elezioni senatoriali.
Nello stesso modo
facile, con cui i parigini danno ad intendere personalmente a Geromino un uomo
per un altro, e una via per l'altra, essi non hanno, come disse con un arcaismo
il povero sindaco, essi non hanno alcun respitto nel litografare e nel
vendere un album delle facciate delle Nazioni all'Esposizione, facciate,
fors'anche migliori, ma affatto diverse da quelle che esistono in realtà.
Alcuni grandi
magazzini o semplici negozi regalano ai loro avventori e anche a chi non compra
niente, una pianta di Parigi e dell'Esposizione.
Or bene Geromino
verificò, che in una pianta dell'Esposizione il Campo di Marte era capovolto
rimpetto al Trocadero, e ciò per poter collocare meglio negli angoli del
disegno la raccomandazione dell'Acqua di Melissa o della broda Boudier o della
sartoria Voltaire, che per 21 lira dà un vestiario completo, oltre al ritratto
dell'autore dell'Enriade.
Nella pianta di
Parigi poi isoleggia, fuori di ogni squadro, il magazzino, che l'ha fatta
stampare; cosicché ad un forestiere meno ingenuo di Geromino parrebbe che il
negozio, di cui si tratta, fosse cosa più notevole e più grande del Louvre,
delle Tuileries, del Lussemburgo, della Maddalena, del Pantheon e degli
Invalidi riuniti insieme.
A un certo punto
la nostra brigata, passando davanti a un padiglione illuminato a vetri
colorati, fu tutta intagliata dalla proiezione degli annunzi. La signora
Giacomina aveva sulle spalle la raccomandazione di un romanzo; il sindaco aveva
nella faccia il disegno di un cappello; il segretario era attraversato da un Gran
Ristorante; e la signora Clitennestra portava sul naso la
strombazzata della Compagnia Nazionale del lucido da scarpe francese.
Eglino erano
diventati tante caricature di Cham, e come se ciò non bastasse, di sopra li
percotevano alcuni paroloni di gaz illuminante da disgradarne Ottino, che
predicavano le extra ultime mantiglie al primo piano; l'asfalto si spingeva,
sotto i loro piedi, a cantare in lettere bianche le pantofole più morbide
dell'universo, e i tavolini da caffè loro sorridevano mosaici di avvisi
benevoli e stuzzicanti.
Da quella ridda
di reclami, i nostri quattro viaggiatori si involarono, riparandosi nella loro
umile casetta di rue du Bac, mobile come un vecchio armadio in riparazione
davanti la bottega di un falegname.
Goldi disse a
Geromino: - Ho fatto incetta qui di parecchi giornali scostumati; ma prima di
leggerli rinserriamo le nostre consorti nei loro appartamenti. Certi giornali
non potrebbe leggerli neppure... mia moglie.
Quando fu ben
sicuro, che il gentil sesso era rientrato nelle sue tende, il segretario, con
il più buffo secretume da Consiglio dei Dieci, offerse un fascio di giornali
alla lettura del suo sindaco.
Questi, dopo
averli esaminati, stette un po' pensieroso e poi ragionò: - Una volta la
letteratura francese commetteva qualsiasi bricconata con buon gusto; tanto è
vero che il maledico Heine poteva scrivere di Victor Hugo, che questi godeva
appunto di una fama singolare, perché egli era l'unico che sconfinasse dal buon
gusto fra i suoi connazionali. Ora invece la bricconata letteraria francese
viene fuori con la frase più tecnica e più brutale. In questo giornaletto c'è
una lettera di uno zio padrino alla nipote Giovannina cucitrice di nero a
Montmartre, per i casi occorsile, onde ebbe origine un trovatello, ed è una
lettera di cui si potrebbe tradurre il senso ma non la parola cinica. E questa
poesia? La vita di un Gaudente, Ninna Nanna. «Quattro anni per
dire mamma e papà, amare gli zuccherini, le immagini, e farcela addosso, è la
gran bella età! - Dieci anni! per andare in collegio, intraprendere un
tirocinio, è la gran bella età! - Diciotto, vent'anni! - Per fare all'amore,
per diteggiare i vaghi corsetti, i giocondi visini, le gambe fatte al tornio,
ecc.». Per un tratto non si può più continuare nella traduzione in prosa...
«Cinquant'anni! Per essere scornato e ricevere un calcio nel sedere dall'uomo
che vi disonora. È la gran bella età! - Sessant'anni. - Per crepare di
quattrini, divenire un personaggio immondo, gesuita, putrido, classe dirigente,
è la gran bella età! - Ottant'anni! Per essere completamente imbecille, avere
la testa che dondola, e farsela nuovamente addosso, è la gran bella età...».
- A me quello che
piace di più è il seguente avviso - interruppe Goldi prendendo il giornale di
mano al sindaco. - La comparsa del libro di Paolo Makalin, LE LEGGIADRE
ATTRICI DI PARIGI, ha testè suggerito ad uno dei nostri più avveduti uomini
di finanza il proposito di fondare una società in accomandita per l'estrazione
del mercurio dai corpi di ballo e simili...
- Questo è niente
- rispose Geromino: - è il n. 11, anno I, di un giornale che morrà presto, come
un fungo... il grido di disperazione
corbellatrice degli ingegni abortiti o disgraziati e delle vocazioni spostate,
che si incollano confondendosi in questo oceano di glutine parigino, dove nella
calca mostruosa l'individuo è isolato, e il parroco smesso può fare senza
rossore il vetturino, e l'avvocato e l'ingegnere, in mancanza di meglio,
possono adattarsi tranquillamente a fare il cameriere d'albergo. Direi che c'è
qualche cosa di nobile e di positivo, di forte, o per parlare più difficile,
c'è qualche sentore d'aurora, d'ideale e di avvenire in questo orribile
muoversi dei diseredati e dei calpestati, che mordono le calcagna a coloro che
passano di sopra... Ma io trovo molto più lercio e più rivoltante il linguaggio
di alcuni fra gli ingegni riusciti costituiti e dominanti. Prendiamo questo
giornale illustrato, che ha sedici anni di vita fiorente, è l'organo della
gente ammodo, è pieno di brio, di arguzia e di utilità pratica, e in una pagina
sola di disegni ci fornisce un mondo di storia vera, istruttiva e divertente,
la storia di una famiglia nobile dalle Crociate alla Esposizione dei formaggi.
Orbene vediamo in quale prosa casca questo ammirabile giornale. Ecco qui a pag.
462: Consigli pratici ai forestieri. Ci descrive i quartieri
delle disgraziate creature che pigliano addirittura il nome dal mondo intiero,
loro clientela; ed esse non sono più le allegre Lisette di Béranger, le matte
studentesse, le peccatrici dal cuore leggiero, le grisettes dall'anima
di cardellino; ma sono le avide, le truculente, le mascherate cocottes, entomati,
vibrioni, mangiatrici di denaro. Ci descrive il Quartier de l'Europe e
poi le Quartier des Martyrs e dice: «Le castellane di questo quartiere
si compiacciono estremamente del respirare aria fresca; e perciò fanno in
accappatoio bianco delle lunghe pose alle finestre dei loro alloggi. Sarebbe
perfettamente inutile l'accingersi ad una serenata per commuoverle... Non vi
getterebbero di certo la scala di seta. Il meglio si è rivolgersi al portinaio.
D'ordinario si trova la chiave sotto l'uscio; se non c'è, è meglio non
insistere: - Chiuso per causa di occupazione...».
- E questo
birbone di giornalista, seguita in un modo, che ho rossore di seguitare a
tradurre io... Ci descrive la sacerdotessa nella sacristia del suo
abbigliatoio, e poi meglio ancora, quando la porta si apre, la tenda si
solleva; e la sacerdotessa compare nel tempio fresca, fragorosa e olezzante; la
soave capigliatura sparsa; e la grande persona drappeggiata in un vago velo di
China, celeste o rosa, allacciato da capo a fondo da piccoli nodi di setino.
Qui quel briccone di giornalista, che si potrebbe chiamare dantescamente galeotto,
ci dà persino il manuale di conversazione con la solita traduzione
inglese per i viaggiatori che sono stimati più danarosi: «Quelle étoffe
soyeuse! - Ce peignoir s'agrafe jusqu'en haut. Ce sont des noeuds. Est-ce
qu'ils peuvent se défaire? - ...Cette jarretière ne vous serre pas trop. En êtes-vous
sûre? - Vos petits pieds sortant de ces pantoufles ont l'air de sortir d'un nid».
E concede
persino degli scherni placidi alla morale e alla filosofia: «Le moraliste
s'en etonne. Le
philosophe s'en afflige. Mais qu'y faire? (The moralist is
astonished - The philosopher is sorrow. Can you help it?)».
A questo punto il
sindaco si rizzò in piedi, fregandosi il pugno negli occhi, quindi proruppe: -
Ma se vi sono dei giornali che si intitolano dai Grandi Matrimoni, se
vi è Le Trait d'union. Organo dei celibatarii e delle famiglie; domando
io, perché questa prosa non potrà entrare in un Giornale Ufficiale delle
Mondane, delle generose Morelliane...?
Poi l'adirato
Geromino si sedette nascondendo la faccia nelle mani. Pensò al suo villaggio,
alla sua famiglia, alla sua sposa; pensò, che lo scrittore di quelle righe
forse aveva anche lui una famiglia illibata in una città di provincia o in un
castello, dentro la strombatura di una montagna. - Sì! Ed avrà una nonna
bianca, veneranda, che sprofondata in un seggiolone a bracciuoli, con gli
occhiali verdi sul naso, leggerà al chiarore casalingo dell'olio d'uliva i
giornali dell'ultima posta cercandovi la notizia dei successi teatrali del figlio
drammaturgo... Ed il figliuolo venuto qui, dove la foga della grande città
annichila nella vita pubblica esterna i morali e santi ripostigli della divina
famiglia, venuto qui, vittima inconscia del putridume, che lo ingoia, serve da
letterario mezzano...
Il sindaco fu di
nuovo in piedi e agguantò pei bottoni il segretario vociandogli con una
efferatezza di voce soffocata: - Ma vi sono dunque due leggi morali, e due
razze d'uomini...? E una mia figlia potrà appartenere al sesso di quella
sciagurata!... Una delle due: o noi siamo minchioni, o quelli non sono uomini,
sono compagni di Sant'Antonio.
Geromino era
ricaduto sulla seggiola spossato; e si sarebbe detto che piangesse tacitamente.
Pino Goldi si
appigliò al solito partito da lui praticato, quando vede alcuno a piangere;
accende il sigaro, perché, dice lui, non si vedano le sue lacrime di richiamo.
Ma il sindaco non
piangeva; onde Pino Goldi gli disse: - Caro mio, impara a conoscere il mondo, e
piglialo come viene. E per istruirci di più, domani sera dobbiamo andare tutti
al Mabille.
|