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| Ugo Foscolo Notizia intorno a Didimo Chierico IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Paragrafo grigio = Testo di commento
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3 11| 11-~ ~Ma quantunque non parlasse
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9 10| Nel mese di giugno del 1804 pellegrinò da Ostenda sino
10 15| Avendolo io nell’anno 1806 lasciato in Amersfort, e
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20 12| rincresceva sentirsi dar dell’abate. Richiestone, mi rispose
21 9| arti non solo imitano ed abbeliscono le apparenze della Natura,
22 7| virtù vogliono diradarle o abbellirle del loro lume, allora quelle
23 | abbiano
24 11| guerra tra le lettere dell’abbiccì, e le cifre arabiche, le
25 11| chi dallo scialacquo dell’abbondanza; e ch’esso aveva la beatitudine
26 8| Lavater. Non credeva che chi abita accanto a un macellaro,
27 12| mia tonsura e questo mio abito nero: così posso o ammogliarmi,
28 3| taluno piacerebbe ch’io lo abolissi. È un giusto volume dettato
29 12| che rifiutò due patenti accademiche. Usava per lo più ne’ crocchi
30 10| ufficiarvi, e nessun fiorentino accademico della Crusca appressarvisi.
31 1| specialmente per le cose che accadono all’età nostra.~ ~
32 10| sino a Montreuil per gli accampamenti italiani; ed a’ militari,
33 8| quanto i gufi. Teneva gli accattoni per più eloquenti di Cicerone
34 12| avvilirei davanti a me stesso. Accoglieva lietissimo nelle sue stanze:
35 14| dall’indole sua naturale, s’accomodasse, ma senza fidarsene, alla
36 9| spesso il trapasserei senza accorgermi ch’e’mi stanno tra’ piedi
37 13| sua vita passata, ma non m’accorsi mai ch’egli avesse fiducia
38 11| finalmente trionfarono con accortissimi stratagemmi, tenendo ostaggi
39 12| alcuno de’ suoi conoscenti accostavasi a lui, si levava di tasca
40 4| stampandola, sono stato accuratamente all’autografo: e solamente
41 3| delle quali fu innamorato; e accusando sé solo delle loro colpe,
42 10| per altro beveva sempre acqua pura. Aveva non so quali
43 7| ultimo l’ingegno. Delle acquisite, come a dire della dottrina,
44 2| presumendo troppo del loro acume, starebbero a rischio di
45 6| interpreti meglio di me, e le adatti alle proprie opinioni.~ ~ ~
46 12| e vergogna il tornarmene addietro: e perché io tanto quanto
47 12| si rizzava senz’altro. S’addomesticava alle prime; benché con gli
48 13| tristo e beato chi non s’adira!~ ~ ~
49 4| liberissima; e taluno s’adirò de’ troppi arbitrii del
50 10| verso le belle colonne che adornano la cattedrale di quella
51 10| fermò sotto il peristilio, e adorò. Poi volgendosi a me, mi
52 5| suasoria, ma candidamente ed affettuosamente storica, Yorick da’ fatti
53 15| questa notizia, mi disse afflittissimo: So che in un paese lontano
54 4| opportunamente potevasi, aggiunti alle postille notate da
55 3| lavora prudentemente a bell’agio e con gravità, i maestri
56 | agl’
57 | Ahi
58 5| soffermava per l’appunto negli alberghi di cui Yorick parla nel
59 | alcuno
60 9| definizioni; e che, malgrado l’algebra, resterà scienza imperfetta
61 10| essere a nozze con tutta l’allegra comitiva di Bacco. Didimo
62 11| potere scrivere trenta fogli allegramente di pianta; la maledizione
63 14| aveva certa novità che allettava, e la primitiva ruvidezza
64 | allo
65 | allora
66 13| compassionevole, e benché fosse alloramai intorno a’ trent’anni, aveva
67 2| delle trecento trentatré allusioni racchiuse in altrettanti
68 1| o di grammatici che ad alte grida insegnavano il bel
69 12| asciutto; ed a’ ricchi pareva altero: evitava le sette e le confraternite;
70 | altra
71 | altrettanti
72 11| b, la x che erano andate ambasciatori, e quindi furono tirannicamente
73 14| Forse non era avido né ambizioso, perciò parea libero. Quanto
74 15| nell’anno 1806 lasciato in Amersfort, e desiderando di dargli
75 13| lontana. A chi gli offeriva amicizia, lasciava intendere che
76 13| invidia, la quale in chi ammira e disprezza non trova mai
77 13| correvano lietissimi attorno. Ammirava assai; ma più con gli occhiali,
78 12| abito nero: così posso o ammogliarmi, o aspirare ad un vescovato.
79 7| allegoria di un nuovo sistema amoroso; ma tenea quel quadretto
80 3| avranno frattanto tempo, o di andarsene in pace, e non saranno più
81 14| dar noia agli altri, se ne andasse quietissimo e sicuro di
82 11| l’a, la b, la x che erano andate ambasciatori, e quindi furono
83 10| diede intenzione che sarebbe andato alla questua a pecuniare
84 1| rimpatriando li pubblicassi. Esso andava pellegrinando per trovare
85 11| quindi furono tirannicamente angariate con inesprimibili e angosciose
86 8| sai che o sofisticare, o angosciarti. – Quel giorno io credeva
87 11| angariate con inesprimibili e angosciose fatiche. Dopo il desinare,
88 8| più taciturni degli altri animali: li lodava nondimeno perché
89 9| le parti più belle e più animate degli originali che trovo
90 13| gradi estremi dell’ira: le anime deboli arrabbiano; le forti
91 16| vitia virtus ossa~hic post annos †††~conquieverunt~
92 10| certo poemetto latino da lui anteposto perfino alle Georgiche,
93 10| a memoria molti versi di antichi poeti e tutto il poema delle
94 4| stile condito di sapore più antico: moltissimi, e fu in Pisa,
95 9| viaggio si torna a occhi aperti e atterriti nel nulla: e
96 8| sdegno) che la favola d’Apollo scorticatore atroce di Marsia
97 7| disputava a difenderli; e per apologia a chi gli allegava evidenti
98 3| nello stile degli Atti degli Apostoli; ed ha per titolo Didémou
99 16| epitaffio che Didimo s’era apparecchiato molti anni innanzi; ed io
100 9| bisogno di dimostrazioni apparentemente evidenti ma sostanzialmente
101 9| imitano ed abbeliscono le apparenze della Natura, ma possono
102 11| si riduceva in una stanza appartata a ripulire i suoi manoscritti
103 12| quale de’ due partiti s’appiglierebbe. Rispose Non ci ho pensato:
104 9| ideale: che la geometria, non applicabile alle arti, era una galleria
105 8| perseveranza con che li applicava al suo modo di vivere, derivavano
106 10| accademico della Crusca appressarvisi. Nel mese di giugno del
107 5| viaggio si soffermava per l’appunto negli alberghi di cui Yorick
108 11| dell’abbiccì, e le cifre arabiche, le quali finalmente trionfarono
109 4| taluno s’adirò de’ troppi arbitrii del traduttore. Molti, e
110 3| L’autore inoltre mi diede arbitrio di far tradurre quest’operetta,
111 14| so qual dissonanza nell’armonia delle cose del mondo: non
112 13| dell’ira: le anime deboli arrabbiano; le forti disprezzano ma
113 11| ne teneva. Scriveva anche arringhe, e faceva da difensore ufficioso
114 7| vive e muore perplesso, né arriva mai a un luogo dove ognuno
115 7| congiunte alla rarissima arte d’usarne. Lodava la ricchezza
116 12| uomini cerimoniosi parlasse asciutto; ed a’ ricchi pareva altero:
117 10| militari, che si dilettavano di ascoltarlo, diceva certe sue omelie
118 12| genere umano. Era volentieri ascoltato, né so dove trovasse materie;
119 13| intorno a’ trent’anni, aveva aspetto assai giovanile; e forse
120 12| così posso o ammogliarmi, o aspirare ad un vescovato. Gli chiesi
121 9| alle scienze ed alle arti asseriva: che le scienze erano una
122 7| fatti; ma, come fossero assiomi, proponevali senza prove:
123 2| volte ne risero; ma non s’assumevano d’interpretarmelo. E mi
124 12| Vestiva da prete; non però assunse gli ordini sacri, e si faceva
125 9| si travaglia su le mere astrazioni; piglia le mosse e senza
126 8| favola d’Apollo scorticatore atroce di Marsia era allegoria
127 13| cordiale, per cui l’uno si attacca all’altro, l’aveva già data
128 8| disperata superstizione, e la ti atterra sotto il peccato, in guisa
129 8| La vecchiaia sente con atterrita Coscienza i rimorsi, quando
130 9| si torna a occhi aperti e atterriti nel nulla: e al nostro intelletto
131 3| greco nello stile degli Atti degli Apostoli; ed ha per
132 13| gli correvano lietissimi attorno. Ammirava assai; ma più
133 | attraverso
134 4| stato accuratamente all’autografo: e solamente ho mutato verso
135 | avea
136 | aveano
137 | averli
138 | avevano
139 14| né povero. Forse non era avido né ambizioso, perciò parea
140 | avranno
141 | avrebbero
142 | avresti
143 9| piglia le mosse e senza avvedersi a principio, dal nulla;
144 12| capricci e costumi di Didimo, s’avvedevano gli altri assai tardi; perch’
145 13| avesse fiducia ne’ giorni avvenire o che ne temesse. Chiamavasi
146 14| Quindi derivava in esso per avventura quell’esprimere in modo
147 3| Malgrado la sua naturale avversione contro chi scrive per pochi,
148 6| ogni modo premettere tre avvertenze. Primamente: avendolo io
149 9| mi stanno tra’ piedi per avvertirmi con mille nuove sensazioni
150 12| sinistra; e manifestandolo, m’avvilirei davanti a me stesso. Accoglieva
151 12| mi rispose La fortuna m’avviò da fanciullo al chiericato;
152 15| e desiderando di dargli avviso del giudizio de’ Maestri
153 8| modo di vivere, derivavano azioni e sentenze degne di riso.
154 11| tenendo ostaggi l’a, la b, la x che erano andate ambasciatori,
155 10| tutta l’allegra comitiva di Bacco. Didimo per altro beveva
156 4| Pavia nessuno si degnò di badare allo stile; notarono nondimeno
157 8| de’ poeti, si narrano i bassi raggiri co’ quali ei si
158 8| Celebrava Don Chisciotte come beatissimo, perché s’illudeva di gloria
159 11| abbondanza; e ch’esso aveva la beatitudine di potere scrivere trenta
160 13| disprezzano ma tristo e beato chi non s’adira!~ ~ ~
161 3| peso lavora prudentemente a bell’agio e con gravità, i maestri
162 10| musica gli pareva assai bella. Maggiore stranezza si era
163 7| all’uomo, primamente la bellezza; poi la forza dell’animo,
164 10| lasciò per gli altri le altre bellezze di quelle Deità. Cantava,
165 15| militare che ne usasse a suo beneplacito; e fece proponimento di
166 1| non li udiva, e a dire il benvenuto a ogni nuovo padrone de’
167 11| taverne, pagava loro da bere, e spiegava ad essi il Codice
168 8| saperne le fonti. Incolpava il berretto, la vesta da camera e le
169 10| Bacco. Didimo per altro beveva sempre acqua pura. Aveva
170 4| parere. Chi la lodò, chi la biasimò di troppa fedeltà; altri
171 10| capo a fondo fuorché la Bibbia. Degli autori ch’ei credeva
172 3| Didémou klhrikoè „UpomnemŽtvn biblÞa p¤nte: e suona Didymi clerici
173 11| al lume delle lampade del biliardo, mentr’io stava giocandovi,
174 3| soggette all’invidia, alla boria, ed alla venalità: ho contrassegnato
175 11| mandandosi scambievolmente de’ brindisi. Gl’intesi dire: Che la
176 12| Didimo, le persone a dir la bugia: e alle interrogazioni rispondeva
177 | buon
178 10| poteva andare a vela in burrasca; e che il Petrarca lo derivò
179 10| gran lago circondato di burroni e di selve sotto un cielo
180 10| fuori. D’Omero aveva un busto e se lo trasportava di paese
181 8| amore scevro di gelosia. Cacciava i gatti perché gli parevano
182 11| più ore della notte a un caffè, scrivendo in furia al lume
183 11| seria o in mercato. Ed io in Calais lo vidi per più ore della
184 13| che ne traspariva, pareva calore di fiamma lontana. A chi
185 8| il berretto, la vesta da camera e le pantofole de’ mariti
186 7| e chi non si contenta di camminare sempre per una sola, vive
187 5| epigrammatica, né suasoria, ma candidamente ed affettuosamente storica,
188 8| giovano della società come i cani, e della libertà quanto
189 10| bellezze di quelle Deità. Cantava, e s’intendeva da per sé,
190 6| de’ vizi e delle virtù capitali che distinguono sostanzialmente
191 10| Leggeva quanti libri gli capitavano; non rileggeva da capo a
192 7| intitolazione: Tre Amori. – E i tre capitoli di esso libro incominciano:
193 12| evangelisti. Ma di tutti questi capricci e costumi di Didimo, s’avvedevano
194 13| stando fuori di patria, carteggiava unicamente con esso. Mostravasi
195 3| descrive schiettamente i casi per lui memorabili dell’
196 3| ultima voce, perché è mezzo cassata nel manoscritto. L’autore
197 10| colonne che adornano la cattedrale di quella città, si fermò
198 4| sentimentale di Yorick; libro più celebrato che inteso; perché fu da
199 8| poche di cui mi ricordo. Celebrava Don Chisciotte come beatissimo,
200 3| che avesse più merito che celebrità di grecista. E siccome,
201 14| comuni; e la propensione di censurare i metodi delle nostre scuole.
202 12| prime; benché con gli uomini cerimoniosi parlasse asciutto; ed a’
203 | certa
204 | certe
205 9| quelle poche verità che sono certissime a’ sensi; perché o sono
206 12| materie; perché alle volte chiacchierava per tutta una sera, senza
207 12| sulla terra ch’io degni di chiamar mia, e che divisa nuocerebbe
208 12| ordini sacri, e si faceva chiamare Didimo di nome, e chierico
209 15| che in un paese lontano chiamato Bologna a mare, Didimo regalò
210 13| avvenire o che ne temesse. Chiamavasi molto obbligato a un Don
211 5| nel suo Itinerario, e ne chiedeva notizie a’ vecchi che lo
212 12| m’avviò da fanciullo al chiericato; poi la natura mi ha deviato
213 12| aspirare ad un vescovato. Gli chiesi a quale de’ due partiti
214 8| mi ricordo. Celebrava Don Chisciotte come beatissimo, perché
215 13| 13-~ ~Dissi che teneva chiuse le sue passioni; e quel
216 | ci
217 | ciascheduno
218 8| accattoni per più eloquenti di Cicerone nella parte della perorazione,
219 10| burroni e di selve sotto un cielo oscurissimo, sul quale si
220 11| lettere dell’abbiccì, e le cifre arabiche, le quali finalmente
221 | cinque
222 | ciò
223 10| Paragonava Dante a un gran lago circondato di burroni e di selve sotto
224 10| un ufficiale perché non citasse mai le odi di quel poeta,
225 7| composto il manoscritto greco citato poc’anzi, ha per intitolazione:
226 11| bere, e spiegava ad essi il Codice militare. Oltre a’ tre manoscritti
227 10| suonavano: A costui fu assai di cogliere la verginità di tutte le
228 12| Didimo di nome, e chierico di cognome; ma gli rincresceva sentirsi
229 | colla
230 15| tempo in una chiesa su’ colli del lago di Pusiano, presso
231 10| Tornandosi meco verso le belle colonne che adornano la cattedrale
232 3| accusando sé solo delle loro colpe, ne piange; parla de’ molti
233 10| nozze con tutta l’allegra comitiva di Bacco. Didimo per altro
234 2| starebbero a rischio di parere commentatori maligni. Però s’altri n’
235 12| preti, compiacevasi della compagnia degli uomini militari. Viaggiando
236 12| liberalmente dotate dalla natura di compassione e di pudore; due forze pacifiche
237 13| esso. Mostravasi gioviale e compassionevole, e benché fosse alloramai
238 13| dotti. Aveva per altro il compenso di non patire d’invidia,
239 13| fantolini, de’ quali egli si compiaceva, gli correvano lietissimi
240 12| Fuor dell’uso de’ preti, compiacevasi della compagnia degli uomini
241 1| diceva egli, s’imparasse a comporre libri utili per chi non
242 11| per tre volte. Ma la prima composizione, com’ei diceva, la creava
243 14| in modo tutto suo le cose comuni; e la propensione di censurare
244 5| oscurissimo anche a’ suoi concittadini, e a giudicare con equità
245 1| 1-~ ~Un nostro concittadino mi raccomandò, mentr’io
246 7| secondo; Rimorso terzo: e conclude Non essere l’Amore se non
247 4| avrebbero desiderato lo stile condito di sapore più antico: moltissimi,
248 7| ognuno di que’ sentieri conduce l’uomo a vivere in pace
249 7| ravviluppano l’anima, e la conducono per la via della virtù a
250 12| volte il secreto che m’ha confidato: tacendolo, la mia fede
251 4| moltissimi, e fu in Pisa, mi confortavano a ridurla in istile moderno,
252 12| altero: evitava le sette e le confraternite; e seppi che rifiutò due
253 7| noncuranza, non movevasi a confutarli; certo è ch’io in sì fatte
254 14| ogni modo sono tutte mie congetture.~ ~ ~
255 7| faceva conto se non erano congiunte alla rarissima arte d’usarne.
256 12| idea: e se alcuno de’ suoi conoscenti accostavasi a lui, si levava
257 16| ossa~hic post annos †††~conquieverunt~
258 9| e che la vera sapienza consiste nel giovarsi di quelle poche
259 6| parecchi) se non le cose più consonanti o dissonanti co’ sentimenti
260 6| dissonanti co’ sentimenti e le consuetudini della mia vita. Secondo:
261 5| tornò a stare a dimora nel contado tra Firenze e Pistoia, a
262 7| tortuosissime; e chi non si contenta di camminare sempre per
263 4| terzo manoscritto, dove si contiene la versione dell’Itinerario
264 3| boria, ed alla venalità: ho contrassegnato quest’ultima voce, perché
265 5| che viaggiò in Fiandra a convivere con gli Inglesi, i quali
266 7| ma tenea quel quadretto coperto sempre d’un velo nero. Uno
267 13| lasciava intendere che la colla cordiale, per cui l’uno si attacca
268 7| non se inevitabili tenebre corporee le quali si disperdono più
269 13| egli si compiaceva, gli correvano lietissimi attorno. Ammirava
270 1| per chi non è per anche corrotto; da che tutte le scuole
271 12| oggi s’usa) professavasi cosmopolita, egli si rizzava senz’altro.
272 | costui
273 11| composizione, com’ei diceva, la creava all’opera seria o in mercato.
274 12| accademiche. Usava per lo più ne’ crocchi delle donne, però ch’ei
275 8| iii n. 59, dove, oltre la crudeltà del Dio de’ poeti, si narrano
276 10| fiorentino accademico della Crusca appressarvisi. Nel mese
277 14| spesso, quasi avesse più a cuore di non deviare che di toccare
278 13| obbligato a un Don Iacopo Annoni curato, a cui Didimo aveva altre
279 6| sfuggire tutte le sue opinioni, custodisse industriosamente nel proprio
280 3| senza scandalo delle persone dabbene; le quali non sapendo leggere
281 | dalle
282 | dallo
283 9| o sono sì pronte che non danno bisogno di dimostrazioni
284 10| noioso di giorno. Paragonava Dante a un gran lago circondato
285 15| Amersfort, e desiderando di dargli avviso del giudizio de’
286 13| attacca all’altro, l’aveva già data a que’ pochi ch’erano giunti
287 12| aveva veduto mai, e che gli davano nell’idea: e se alcuno de’
288 | davanti
289 | de
290 8| o codarda! Bensì paga il debito, facendo del bene ove hai
291 8| prossimo: e quando poi tu se’ debole, la ti rinfaccia con disperata
292 13| estremi dell’ira: le anime deboli arrabbiano; le forti disprezzano
293 9| a’ sensi; perché o sono dedotte da una serie lunga di fatti,
294 9| era una galleria di scarne definizioni; e che, malgrado l’algebra,
295 8| derivavano azioni e sentenze degne di riso. Riferirò le poche
296 4| finalmente in Pavia nessuno si degnò di badare allo stile; notarono
297 10| altre bellezze di quelle Deità. Cantava, e s’intendeva
298 12| a me. Né pativa d’essere depositario degli altrui secreti: Non
299 4| ridurla in istile moderno, depurandola sovra ogni cosa de’ modi
300 5| narrati in lode de’ mortali, deriva lo scherno contro a molti
301 14| ruvidezza che offende. Quindi derivava in esso per avventura quell’
302 8| applicava al suo modo di vivere, derivavano azioni e sentenze degne
303 10| burrasca; e che il Petrarca lo derivò in tanti canali tranquilli
304 3| memoriales quinque. L’autore descrive schiettamente i casi per
305 11| Letteraria. In esso capitolo descriveva un’implacabile guerra tra
306 10| infuocato sopra un monte deserto; e Shakespeare, una selva
307 15| lasciato in Amersfort, e desiderando di dargli avviso del giudizio
308 4| fu in Bologna, avrebbero desiderato lo stile condito di sapore
309 11| angosciose fatiche. Dopo il desinare, Didimo si riduceva in una
310 12| Viaggiando perpetuamente, desinava a tavola rotonda con persone
311 14| Dalla sua operetta greca si desume quanto meritamente si vergognasse
312 3| abolissi. È un giusto volume dettato in greco nello stile degli
313 6| potrei dire parola: avresti detto ch’ei lasciandosi sfuggire
314 3| chi scrive per pochi, ei dettò questi Ricordi in lingua
315 14| avesse più a cuore di non deviare che di toccare la meta.
316 12| chiericato; poi la natura mi ha deviato dal sacerdozio: mi sarebbe
317 10| poema delle Georgiche. Era devoto di Virgilio; nondimeno diceva:
318 5| quali vi si trovano anche al dì d’oggi, onde farsi spianare
319 10| tante, che que’ canali, dicea Didimo, sono oramai torbidi,
320 10| mosaico d’egregio lavoro dicendo Fu fatto a Roma d’alcuni
321 3| di grecista. E siccome, dicevami Didimo, uno scrittore di
322 3| Apostoli; ed ha per titolo Didémou klhrikoè „UpomnemŽtvn biblÞa
323 7| prove: non però disputava a difenderli; e per apologia a chi gli
324 11| anche arringhe, e faceva da difensore ufficioso a’ soldati colpevoli
325 10| ed a’ militari, che si dilettavano di ascoltarlo, diceva certe
326 5| poi si tornò a stare a dimora nel contado tra Firenze
327 8| dove, oltre la crudeltà del Dio de’ poeti, si narrano i
328 8| dotti. Su di che allegava Diodoro Siculo lib. iii n. 59, dove,
329 7| la quale egli aveva fatto dipingere l’allegoria di un nuovo
330 12| diceva Didimo, le persone a dir la bugia: e alle interrogazioni
331 7| filosofia o la virtù vogliono diradarle o abbellirle del loro lume,
332 12| 12-~ ~Ora dirò de’ suoi costumi esteriori.
333 13| accanto a una porticciuola a discorrere seco, e molti fantolini,
334 15| sacerdote, regalandomi il disegno che ho posto in fronte a
335 14| quando io lo vidi, più disingannato che rinsavito; e che senza
336 8| debole, la ti rinfaccia con disperata superstizione, e la ti atterra
337 7| tenebre corporee le quali si disperdono più o men tardi da sé: ma
338 2| d’interpretarmelo. E mi dispongo a lasciarlo inedito per
339 12| onde credo che venissero da disposizione naturale.~ ~ ~
340 13| deboli arrabbiano; le forti disprezzano ma tristo e beato chi non
341 13| egli, che col telescopio: e disprezzava con taciturnità sì sdegnosa
342 7| proponevali senza prove: non però disputava a difenderli; e per apologia
343 13| 13-~ ~Dissi che teneva chiuse le sue
344 6| le cose più consonanti o dissonanti co’ sentimenti e le consuetudini
345 14| egli sentisse non so qual dissonanza nell’armonia delle cose
346 10| frammenti di pietre preziose dissotterrate in Lesbo.~ ~ ~
347 3| nondimeno quasi tutti mi vanno dissuadendo dal pubblicarlo; e a taluno
348 6| delle virtù capitali che distinguono sostanzialmente uomo da
349 7| quadretto un’immagine simbolica, diversa dalle solite de’ pittori
350 12| degni di chiamar mia, e che divisa nuocerebbe agli altri ed
351 15| Italia, scrissi ad Inverigo a domandarne novelle al Reverendo Don
352 12| reputava più liberalmente dotate dalla natura di compassione
353 1| quale, secondo Didimo, era dotato di spirito profetico, specialmente
354 7| innanzi. Stimava fra le doti naturali all’uomo, primamente
355 1| libri utili per chi non è dotto, ed innocenti per chi non
356 7| acquisite, come a dire della dottrina, non faceva conto se non
357 | dov’
358 8| sapientissima non tanto della pena dovuta agl’ignoranti prosontuosi,
359 12| Non partecipava né una dramma del suo secreto ad anima
360 10| mostrandomi dal molo di Dunkerque le lunghe onde con le quali
361 | dunque
362 | é
363 11| veniva, a chi dalla troppa economia della penuria, e a chi dallo
364 10| fregiata d’un mosaico d’egregio lavoro dicendo Fu fatto
365 8| Teneva gli accattoni per più eloquenti di Cicerone nella parte
366 8| rimane vigore, né tempo d’emendar la sua vita. Nel proferire
367 12| solo. Usava anche sentenze enigmatiche. Nessun frizzo; se non una
368 5| nuova specie d’ironia, non epigrammatica, né suasoria, ma candidamente
369 5| taciute, né so perché, nell’epistola a’ suoi lettori) le quali
370 10| per testo de’ versi delle epistole d’Orazio. Richiesto da un
371 16| diede inoltre copia di un epitaffio che Didimo s’era apparecchiato
372 5| concittadini, e a giudicare con equità de’ difetti del traduttore.
373 10| questua a pecuniare tanto da erigere una chiesa al Paracleto
374 3| di ravvedersi di quegli errori, attraverso de’ quali noi
375 3| e mentre par ch’ei gli esalti, fa pur sentire ch’ei li
376 10| odi di Pindaro. Diceva che Eschilo era un bel rovo infuocato
377 8| incontrava de’ vecchi sospirava esclamando: Il peggio é viver troppo!
378 10| Oceano rompea sulla spiaggia, esclamò: Così vien poetando l’Ariosto.
379 1| giustamente d’ogni altro esiliati da Socrate, il quale, secondo
380 14| esso per avventura quell’esprimere in modo tutto suo le cose
381 4| vocabolo; e un altro n’ho espunto dall’intitolazione del capo
382 | essendo
383 | essendosi
384 | essi
385 15| Marliani, lo visitai nell’estate dell’anno seguente; né ho
386 12| Ora dirò de’ suoi costumi esteriori. Vestiva da prete; non però
387 13| disprezzo sono due gradi estremi dell’ira: le anime deboli
388 12| ricaderci, rilesse i quattro evangelisti. Ma di tutti questi capricci
389 4| seguente perché mi parve evidente che Didimo contro all’intenzione
390 12| a’ ricchi pareva altero: evitava le sette e le confraternite;
391 | fa
392 | facciano
393 | facendo
394 6| pochi mesi e con freddissima famigliarità, non ho potuto notare (il
395 12| rispose La fortuna m’avviò da fanciullo al chiericato; poi la natura
396 | fanno
397 13| discorrere seco, e molti fantolini, de’ quali egli si compiaceva,
398 | fare
399 | farle
400 | Farò
401 11| inesprimibili e angosciose fatiche. Dopo il desinare, Didimo
402 | fatte
403 1| ridere il mondo; e però come fatui noiosi, furono più giustamente
404 5| segnatamente contro alla fatuità del loro carattere». L’altra: «
405 8| riso moverà sdegno) che la favola d’Apollo scorticatore atroce
406 | fece
407 4| della operetta greca, ne feci tradurre parecchi passi,
408 12| confidato: tacendolo, la mia fede riescirebbe sinistra; e
409 4| chi la biasimò di troppa fedeltà; altri la lesse volentieri
410 10| cattedrale di quella città, si fermò sotto il peristilio, e adorò.
411 13| traspariva, pareva calore di fiamma lontana. A chi gli offeriva
412 5| lettori) che viaggiò in Fiandra a convivere con gli Inglesi,
413 12| altrui secreti: Non ch’io non fidi di serbargli inviolati:
414 13| accorsi mai ch’egli avesse fiducia ne’ giorni avvenire o che
415 7| ma dove la religione, la filosofia o la virtù vogliono diradarle
416 | finché
417 4| solamente ho mutato verso la fine del capo XXXV un vocabolo;
418 4| Principe della letteratura fiorentina, e nell’altro i nani innocenti
419 10| potesse ufficiarvi, e nessun fiorentino accademico della Crusca
420 5| a dimora nel contado tra Firenze e Pistoia, a imparare migliore
421 8| della perorazione, e periti fisionomi assai più di Lavater. Non
422 9| sostanzialmente incerte, perché le si fondavano spesso sopra un principio
423 10| non rileggeva da capo a fondo fuorché la Bibbia. Degli
424 8| presumeva di saperne le fonti. Incolpava il berretto,
425 13| ragioni Didimo tuttoché forestiero, non era guardato dal popolo
426 2| opuscoletto è composto. Taluni fors’anche, presumendo troppo
427 8| codarda! e quando tu se’ forte da poterli correggere, la
428 13| anime deboli arrabbiano; le forti disprezzano ma tristo e
429 7| primamente la bellezza; poi la forza dell’animo, ultimo l’ingegno.
430 | fossero
431 10| Fu fatto a Roma d’alcuni frammenti di pietre preziose dissotterrate
432 4| perché fu da noi letto in francese, o tradotto in italiano
433 | frattanto
434 9| chi le vede o vanissime o fredde; e ne’ poeti de’ quali mi
435 6| veduto per pochi mesi e con freddissima famigliarità, non ho potuto
436 10| regalò la sua tabacchiera fregiata d’un mosaico d’egregio lavoro
437 12| sentenze enigmatiche. Nessun frizzo; se non una volta, e per
438 15| disegno che ho posto in fronte a questa notizia, mi disse
439 11| questionavano di tattica, e fumavano mandandosi scambievolmente
440 10| vedere di notte, e mandava fumo noioso di giorno. Paragonava
441 12| essere sacerdote, né padre. Fuor dell’uso de’ preti, compiacevasi
442 10| rileggeva da capo a fondo fuorché la Bibbia. Degli autori
443 11| a un caffè, scrivendo in furia al lume delle lampade del
444 8| scevro di gelosia. Cacciava i gatti perché gli parevano più
445 8| invidia; e d’amore scevro di gelosia. Cacciava i gatti perché
446 12| altre forze guerriere del genere umano. Era volentieri ascoltato,
447 9| principio ideale: che la geometria, non applicabile alle arti,
448 4| notarono nondimeno con geometrica precisione alcuni passi
449 11| biliardo, mentr’io stava giocandovi, ed ei sedeva presso ad
450 13| ch’egli avesse fiducia ne’ giorni avvenire o che ne temesse.
451 6| come testimonio oculare. Giova a ogni modo premettere tre
452 9| vera sapienza consiste nel giovarsi di quelle poche verità che
453 3| memorabili dell’età sua giovenile: parla di tre donne delle
454 14| pareva uomo che essendosi in gioventù lasciato governare dall’
455 13| unicamente con esso. Mostravasi gioviale e compassionevole, e benché
456 15| e scartafacci a un altro giovine militare che ne usasse a
457 15| e i lineamenti di Didimo giovinetto. Quel buon vecchio sacerdote,
458 15| potuto riportare dalla mia gita se non una notizia ch’io
459 5| a’ suoi concittadini, e a giudicare con equità de’ difetti del
460 10| appressarvisi. Nel mese di giugno del 1804 pellegrinò da Ostenda
461 3| attraverso de’ quali noi mortali giungiamo talvolta alla saviezza.
462 13| data a que’ pochi ch’erano giunti innanzi. Rammentava volentieri
463 1| fatui noiosi, furono più giustamente d’ogni altro esiliati da
464 2| altrui risentimenti, benché giusti, è poca onestà; massime
465 | Gl’
466 8| beatissimo, perché s’illudeva di gloria scevra d’invidia; e d’amore
467 10| dove possano sollazzarsi le gondole degli innamorati co’ loro
468 10| oramai torbidi, o fatti gore stagnanti: tuttavia s’egli
469 14| essendosi in gioventù lasciato governare dall’indole sua naturale,
470 3| e quanto alla stampa, mi governerò secondo i tempi, i consigli
471 13| e il disprezzo sono due gradi estremi dell’ira: le anime
472 9| scienze far men inutile e più gradito il vero a’ mortali; e che
473 10| sacerdote che insegnasse grammatica potesse ufficiarvi, e nessun
474 1| intendevano fra di loro; o di grammatici che ad alte grida insegnavano
475 3| prudentemente a bell’agio e con gravità, i maestri miei avranno
476 3| merito che celebrità di grecista. E siccome, dicevami Didimo,
477 1| di grammatici che ad alte grida insegnavano il bel parlare
478 10| e ricucitele in un solo grosso volume. Sapeva a memoria
479 13| tuttoché forestiero, non era guardato dal popolo di mal occhio,
480 12| interrogazioni rispondeva proverbi o guardava in viso chi gli parlava.
481 12| sole tutte le altre forze guerriere del genere umano. Era volentieri
482 8| e della libertà quanto i gufi. Teneva gli accattoni per
483 | hai
484 | hic
485 2| clerici prophetae minimi Hypercalypseos, liber singularis e sa di
486 12| mai, e che gli davano nell’idea: e se alcuno de’ suoi conoscenti
487 9| spesso sopra un principio ideale: che la geometria, non applicabile
488 5| Pistoia, a imparare migliore idioma di quello che s’insegna
489 8| tanto della pena dovuta agl’ignoranti prosontuosi, quanto della
490 | iii
491 8| come beatissimo, perché s’illudeva di gloria scevra d’invidia;
492 14| in guisa da non potersi imbevere degli altrui insegnamenti;
493 9| Bensì le arti non solo imitano ed abbeliscono le apparenze
494 7| aveva in un quadretto un’immagine simbolica, diversa dalle
495 5| tra Firenze e Pistoia, a imparare migliore idioma di quello
496 1| università, dove, diceva egli, s’imparasse a comporre libri utili per
497 8| giorno io credeva che volesse impazzare: e stette più d’una settimana
498 1| anima nata; o di poeti che impazzavano a stordire chi non li udiva,
499 9| algebra, resterà scienza imperfetta e per lo più inutile finché
500 11| esso capitolo descriveva un’implacabile guerra tra le lettere dell’