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| Ugo Foscolo Notizia intorno a Didimo Chierico IntraText - Concordanze (Hapax - parole che occorrono una sola volta) |
grassetto = Testo principale
Paragrafo grigio = Testo di commento
501 10| diceva certe sue omelie all’improvviso, pigliando sempre per testo
502 10| e Shakespeare, una selva incendiata che faceva bel vedere di
503 9| evidenti ma sostanzialmente incerte, perché le si fondavano
504 8| presumeva di saperne le fonti. Incolpava il berretto, la vesta da
505 7| tre capitoli di esso libro incominciano: Rimorso primo; Rimorso
506 9| sia conosciuto il sistema incomprensibile dell’Universo. L’umana ragione,
507 8| vittoria. Ogni qual volta incontrava de’ vecchi sospirava esclamando:
508 | indi
509 10| nominava il Petrarca, era indizio che la musica gli pareva
510 14| lasciato governare dall’indole sua naturale, s’accomodasse,
511 3| spirito di veracità e d’indulgenza d’un altro suo manoscritto
512 12| interrogava mai per non indurre, diceva Didimo, le persone
513 6| sue opinioni, custodisse industriosamente nel proprio segreto tutte
514 2| mi dispongo a lasciarlo inedito per non essere liberale
515 11| tirannicamente angariate con inesprimibili e angosciose fatiche. Dopo
516 7| essere l’Amore se non se inevitabili tenebre corporee le quali
517 8| pantofole de’ mariti della prima infedeltà delle mogli. Ripeteva (e
518 11| come a ogni modo, e con infinito sudore, faceva sempre.~ ~ ~
519 10| Eschilo era un bel rovo infuocato sopra un monte deserto;
520 5| Fiandra a convivere con gli Inglesi, i quali vi si trovano anche
521 10| sollazzarsi le gondole degli innamorati co’ loro strumenti; e ve
522 3| tre donne delle quali fu innamorato; e accusando sé solo delle
523 5| migliore idioma di quello che s’insegna nelle città e nelle scuole».~ ~ ~
524 14| potersi imbevere degli altrui insegnamenti; e quel tanto che produceva
525 10| purché nessun sacerdote che insegnasse grammatica potesse ufficiarvi,
526 1| grammatici che ad alte grida insegnavano il bel parlare e non si
527 9| della Natura, ma possono insieme farle rivivere agli occhi
528 | Insomma
529 9| atterriti nel nulla: e al nostro intelletto la sostanza della Natura
530 7| Riferisco le parole; altri intenda.~ ~ ~
531 1| i quali standosi muti s’intendevano fra di loro; o di grammatici
532 7| evidenti ragioni, rispondeva in intercalare: opinioni. Portava anche
533 2| risero; ma non s’assumevano d’interpretarmelo. E mi dispongo a lasciarlo
534 6| ciascheduno de’ lettori le interpreti meglio di me, e le adatti
535 12| o di amori altrui. Non interrogava mai per non indurre, diceva
536 12| persone a dir la bugia: e alle interrogazioni rispondeva proverbi o guardava
537 7| gran valle della vita è intersecata da molte viottole tortuosissime;
538 4| libro più celebrato che inteso; perché fu da noi letto
539 14| vergognasse della sua giovanile intolleranza. Ma pareva, quando io lo
540 5| farsi spianare molti sensi intricati; e lungo il viaggio si soffermava
541 12| io non fidi di serbargli inviolati: ma avviene che a volere
542 6| dell’Itinerario sentimentale invogliati di sapere notizie del carattere
543 13| sono due gradi estremi dell’ira: le anime deboli arrabbiano;
544 5| Che con nuova specie d’ironia, non epigrammatica, né suasoria,
545 13| sdegnosa da far giusto e irreconciliabile il risentimento degli uomini
546 7| 7-~ ~Teneva irremovibilmente strani sistemi; e parevano
547 5| lui, era manifestissima irriverenza a’ lettori) che viaggiò
548 10| paese; e v’avea posto per iscrizione due versi greci che suonavano:
549 8| fidarsene. Credeva nell’ispirazione profetica, anzi presumeva
550 12| a chi non ha patria non istà bene l’essere sacerdote,
551 6| Didimo, e me ne richiedono istantemente, scriverò le scarse, ma
552 4| confortavano a ridurla in istile moderno, depurandola sovra
553 12| quanto disprezzo chi muta istituto di vita, mi porto in pace
554 10| Montreuil per gli accampamenti italiani; ed a’ militari, che si
555 3| ed ha per titolo Didémou klhrikoè „UpomnemŽtvn biblÞa p¤nte:
556 8| proferire queste parole, le lagrime gli pioveano dagli occhi,
557 11| scrivendo in furia al lume delle lampade del biliardo, mentr’io stava
558 16| lasciato tanto da porgli una lapide, lo facciano scolpire sovr’
559 2| satirico. I pochi a’ quali lo lasciai leggere, alle volte ne risero;
560 6| parola: avresti detto ch’ei lasciandosi sfuggire tutte le sue opinioni,
561 2| interpretarmelo. E mi dispongo a lasciarlo inedito per non essere liberale
562 8| stette più d’una settimana a lasciarsi vedere in piazza. Sì fatti
563 13| chi gli offeriva amicizia, lasciava intendere che la colla cordiale,
564 1| il bel parlare e non si lasciavano intendere ad anima nata;
565 10| faceva di certo poemetto latino da lui anteposto perfino
566 8| periti fisionomi assai più di Lavater. Non credeva che chi abita
567 3| uno scrittore di tal peso lavora prudentemente a bell’agio
568 10| fregiata d’un mosaico d’egregio lavoro dicendo Fu fatto a Roma
569 3| dice, i soli colpevoli vi leggessero i propri peccati, senza
570 10| 10-~ ~Leggeva quanti libri gli capitavano;
571 10| preziose dissotterrate in Lesbo.~ ~ ~
572 4| troppa fedeltà; altri la lesse volentieri come liberissima;
573 11| Itinerario lungo la Repubblica Letteraria. In esso capitolo descriveva
574 4| passo il Principe della letteratura fiorentina, e nell’altro
575 11| implacabile guerra tra le lettere dell’abbiccì, e le cifre
576 4| inteso; perché fu da noi letto in francese, o tradotto
577 6| dotti, i quali furono dalla lettura di que’ manoscritti e da
578 12| conoscenti accostavasi a lui, si levava di tasca un libretto, e
579 8| allegava Diodoro Siculo lib. iii n. 59, dove, oltre la
580 2| prophetae minimi Hypercalypseos, liber singularis e sa di satirico.
581 2| lasciarlo inedito per non essere liberale di noia a molti lettori
582 12| però ch’ei le reputava più liberalmente dotate dalla natura di compassione
583 4| la lesse volentieri come liberissima; e taluno s’adirò de’ troppi
584 14| ambizioso, perciò parea libero. Quanto all’ingegno, non
585 8| società come i cani, e della libertà quanto i gufi. Teneva gli
586 12| lui, si levava di tasca un libretto, e per primo saluto gli
587 13| compiaceva, gli correvano lietissimi attorno. Ammirava assai;
588 12| a me stesso. Accoglieva lietissimo nelle sue stanze: al passeggio
589 15| notizia ch’io già sapeva, e i lineamenti di Didimo giovinetto. Quel
590 3| scrivendo nomina Maestri miei lodarono lo spirito di veracità e
591 5| Yorick da’ fatti narrati in lode de’ mortali, deriva lo scherno
592 4| pel loro parere. Chi la lodò, chi la biasimò di troppa
593 13| pareva calore di fiamma lontana. A chi gli offeriva amicizia,
594 15| afflittissimo: So che in un paese lontano chiamato Bologna a mare,
595 5| questo Itinerario del parroco Lorenso Sterne, Didimo mi disse
596 9| sono dedotte da una serie lunga di fatti, o sono sì pronte
597 10| dal molo di Dunkerque le lunghe onde con le quali l’Oceano
598 9| principio, dal nulla; e dopo lunghissimo viaggio si torna a occhi
599 8| che chi abita accanto a un macellaro, o su le piazze de patiboli
600 | Maggiore
601 13| era guardato dal popolo di mal occhio, e le donne passando
602 11| allegramente di pianta; la maledizione di volerli poi ridurre in
603 2| rischio di parere commentatori maligni. Però s’altri n’avesse copia
604 11| questionavano di tattica, e fumavano mandandosi scambievolmente de’ brindisi.
605 10| faceva bel vedere di notte, e mandava fumo noioso di giorno. Paragonava
606 12| riescirebbe sinistra; e manifestandolo, m’avvilirei davanti a me
607 5| il che, secondo lui, era manifestissima irriverenza a’ lettori)
608 15| lontano chiamato Bologna a mare, Didimo regalò tutti i suoi
609 8| camera e le pantofole de’ mariti della prima infedeltà delle
610 15| Pusiano, presso la villa Marliani, lo visitai nell’estate
611 8| Apollo scorticatore atroce di Marsia era allegoria sapientissima
612 2| benché giusti, è poca onestà; massime quando paiono misti al disprezzo
613 1| gli parevano piene o di matematici, i quali standosi muti s’
614 12| ascoltato, né so dove trovasse materie; perché alle volte chiacchierava
615 | medesimo
616 6| de’ lettori le interpreti meglio di me, e le adatti alle
617 3| schiettamente i casi per lui memorabili dell’età sua giovenile:
618 10| grosso volume. Sapeva a memoria molti versi di antichi poeti
619 3| suona Didymi clerici libri memoriales quinque. L’autore descrive
620 | mentre
621 11| creava all’opera seria o in mercato. Ed io in Calais lo vidi
622 9| Didimo, si travaglia su le mere astrazioni; piglia le mosse
623 14| operetta greca si desume quanto meritamente si vergognasse della sua
624 1| agli uomini dotti parevano meritevoli della stampa, io rimpatriando
625 3| italiano che avesse più merito che celebrità di grecista.
626 10| Crusca appressarvisi. Nel mese di giugno del 1804 pellegrinò
627 6| avendolo io veduto per pochi mesi e con freddissima famigliarità,
628 14| deviare che di toccare la meta. Queste a ogni modo sono
629 6| Didimo, poiché essendo un po’ metafisiche, ciascheduno de’ lettori
630 14| propensione di censurare i metodi delle nostre scuole. Inoltre
631 3| quest’ultima voce, perché è mezzo cassata nel manoscritto.
632 5| Firenze e Pistoia, a imparare migliore idioma di quello che s’insegna
633 1| mi raccomandò, mentr’io militava fuori d’Italia, tre suoi
634 | mille
635 2| Didymi clerici prophetae minimi Hypercalypseos, liber singularis
636 2| copia la serbi. Il farsi ministri degli altrui risentimenti,
637 2| onestà; massime quando paiono misti al disprezzo che la coscienza
638 12| alcuni squarci di traduzioni moderne de’ poeti greci; e rimanevasi
639 4| confortavano a ridurla in istile moderno, depurandola sovra ogni
640 4| depurandola sovra ogni cosa de’ modi troppo toscani; finalmente
641 8| della prima infedeltà delle mogli. Ripeteva (e ciò più che
642 10| un giorno mostrandomi dal molo di Dunkerque le lunghe onde
643 | molte
644 | moltissimi
645 | moltissimo
646 14| fidarsene, alla prudenza mondana. E forse aveva più amore
647 10| rovo infuocato sopra un monte deserto; e Shakespeare,
648 10| pellegrinò da Ostenda sino a Montreuil per gli accampamenti italiani;
649 8| fatti erano i suoi paradossi morali.~ ~ ~
650 8| Coscienza i rimorsi, quando al mortale non rimane vigore, né tempo
651 16| affinché s’egli mai fosse morto, ed avesse agli ospiti suoi
652 10| tabacchiera fregiata d’un mosaico d’egregio lavoro dicendo
653 9| mere astrazioni; piglia le mosse e senza avvedersi a principio,
654 10| ventilava da sé; e un giorno mostrandomi dal molo di Dunkerque le
655 12| assai tardi; perch’ei non li mostrava, né li occultava; onde credo
656 13| carteggiava unicamente con esso. Mostravasi gioviale e compassionevole,
657 8| Ripeteva (e ciò più che riso moverà sdegno) che la favola d’
658 7| anche per noncuranza, non movevasi a confutarli; certo è ch’
659 7| sempre per una sola, vive e muore perplesso, né arriva mai
660 10| la verginità di tutte le Muse e lasciò per gli altri le
661 10| Petrarca, era indizio che la musica gli pareva assai bella.
662 12| tanto quanto disprezzo chi muta istituto di vita, mi porto
663 4| autografo: e solamente ho mutato verso la fine del capo XXXV
664 1| matematici, i quali standosi muti s’intendevano fra di loro;
665 | n.
666 4| fiorentina, e nell’altro i nani innocenti della città di
667 8| crudeltà del Dio de’ poeti, si narrano i bassi raggiri co’ quali
668 5| storica, Yorick da’ fatti narrati in lode de’ mortali, deriva
669 7| strani sistemi; e parevano nati con esso: non solo non li
670 7| innanzi. Stimava fra le doti naturali all’uomo, primamente la
671 12| rotonda con persone di varie nazioni; e se taluno (com’oggi s’
672 12| qualche persona m’è pure necessità a rivelare alle volte il
673 | negli
674 | nello
675 | nessuna
676 | nessuno
677 1| mondo; e però come fatui noiosi, furono più giustamente
678 10| di notte, e mandava fumo noioso di giorno. Paragonava Dante
679 12| faceva chiamare Didimo di nome, e chierico di cognome;
680 3| letterati, che Didimo scrivendo nomina Maestri miei lodarono lo
681 3| pace, e non saranno più nominati né in bene né in male; o
682 10| intendeva una sinfonia e nominava il Petrarca, era indizio
683 7| altrui, o forse anche per noncuranza, non movevasi a confutarli;
684 | nostra
685 | nostre
686 3| questi Ricordi in lingua nota a rarissimi, affinché, com’
687 6| famigliarità, non ho potuto notare (il che avviene a parecchi)
688 4| degnò di badare allo stile; notarono nondimeno con geometrica
689 4| aggiunti alle postille notate da Didimo nel suo terzo
690 15| ad Inverigo a domandarne novelle al Reverendo Don Iacopo
691 14| produceva da sé, aveva certa novità che allettava, e la primitiva
692 10| Didimo, mi par d’essere a nozze con tutta l’allegra comitiva
693 12| chiamar mia, e che divisa nuocerebbe agli altri ed a me. Né pativa
694 5| La prima si è: «Che con nuova specie d’ironia, non epigrammatica,
695 4| questa di Didimo, ricorsi nuovamente a’ letterati pel loro parere.
696 9| per avvertirmi con mille nuove sensazioni ch’io vivo. E
697 13| temesse. Chiamavasi molto obbligato a un Don Iacopo Annoni curato,
698 13| Ammirava assai; ma più con gli occhiali, diceva egli, che col telescopio:
699 13| guardato dal popolo di mal occhio, e le donne passando gli
700 12| ei non li mostrava, né li occultava; onde credo che venissero
701 10| lunghe onde con le quali l’Oceano rompea sulla spiaggia, esclamò:
702 6| che io so come testimonio oculare. Giova a ogni modo premettere
703 2| scrittori teme assai più dell’odio.~ ~ ~
704 14| primitiva ruvidezza che offende. Quindi derivava in esso
705 4| intenzione dell’autore inglese offendesse, nel primo passo il Principe
706 13| fiamma lontana. A chi gli offeriva amicizia, lasciava intendere
707 | ognuno
708 10| tanti canali tranquilli ed ombrosi, dove possano sollazzarsi
709 10| ascoltarlo, diceva certe sue omelie all’improvviso, pigliando
710 2| risentimenti, benché giusti, è poca onestà; massime quando paiono misti
711 11| ei diceva, la creava all’opera seria o in mercato. Ed io
712 4| passi, e li ho, quanto più opportunamente potevasi, aggiunti alle
713 2| versetti scritturali, di cui l’opuscoletto è composto. Taluni fors’
714 10| canali, dicea Didimo, sono oramai torbidi, o fatti gore stagnanti:
715 10| de’ versi delle epistole d’Orazio. Richiesto da un ufficiale
716 12| prete; non però assunse gli ordini sacri, e si faceva chiamare
717 11| in Calais lo vidi per più ore della notte a un caffè,
718 14| gli uomini; però non era orgoglioso né umile. Parea verecondo,
719 9| belle e più animate degli originali che trovo su la mia strada;
720 16| fosse morto, ed avesse agli ospiti suoi lasciato tanto da porgli
721 9| quadri i quali mi fanno osservare le parti più belle e più
722 11| accortissimi stratagemmi, tenendo ostaggi l’a, la b, la x che erano
723 10| giugno del 1804 pellegrinò da Ostenda sino a Montreuil per gli
724 | ove
725 5| Didimo benché scrivesse per ozio, rendeva conto a sé stesso
726 12| compassione e di pudore; due forze pacifiche le quali, diceva Didimo,
727 12| bene l’essere sacerdote, né padre. Fuor dell’uso de’ preti,
728 1| il benvenuto a ogni nuovo padrone de’ popoli, senza fare né
729 3| piange; parla de’ molti paesi da lui veduti, e si pente
730 8| pentire, o codarda! Bensì paga il debito, facendo del bene
731 11| ne vedeva per le taverne, pagava loro da bere, e spiegava
732 10| aveva tratte parecchie pagine, e ricucitele in un solo
733 2| poca onestà; massime quando paiono misti al disprezzo che la
734 8| dice il vero sottovoce e palliandolo di recriminazioni contro
735 10| Maggiore stranezza si era il panegirico ch’ei faceva di certo poemetto
736 8| la vesta da camera e le pantofole de’ mariti della prima infedeltà
737 10| da erigere una chiesa al Paracleto e riporvi le ossa di Torquato
738 8| piazza. Sì fatti erano i suoi paradossi morali.~ ~ ~
739 7| dare; e la teneva vile, paragonandola alle cose che non può dare.
740 10| mandava fumo noioso di giorno. Paragonava Dante a un gran lago circondato
741 | parecchie
742 1| grida insegnavano il bel parlare e non si lasciavano intendere
743 13| servito da chierico nella parrocchia d’Inverigo: e stando fuori
744 5| Di questo Itinerario del parroco Lorenso Sterne, Didimo mi
745 8| eloquenti di Cicerone nella parte della perorazione, e periti
746 12| viso chi gli parlava. Non partecipava né una dramma del suo secreto
747 9| quali mi fanno osservare le parti più belle e più animate
748 12| Gli chiesi a quale de’ due partiti s’appiglierebbe. Rispose
749 4| capo seguente perché mi parve evidente che Didimo contro
750 13| di mal occhio, e le donne passando gli sorridevano, e le vecchie
751 13| Rammentava volentieri la sua vita passata, ma non m’accorsi mai ch’
752 12| lietissimo nelle sue stanze: al passeggio voleva andar solo, o parlava
753 4| inglese offendesse, nel primo passo il Principe della letteratura
754 12| e seppi che rifiutò due patenti accademiche. Usava per lo
755 8| macellaro, o su le piazze de patiboli fosse persona da fidarsene.
756 13| altro il compenso di non patire d’invidia, la quale in chi
757 12| nuocerebbe agli altri ed a me. Né pativa d’essere depositario degli
758 4| troppo toscani; finalmente in Pavia nessuno si degnò di badare
759 3| colpevoli vi leggessero i propri peccati, senza scandalo delle persone
760 8| e la ti atterra sotto il peccato, in guisa che tu non puoi
761 10| sarebbe andato alla questua a pecuniare tanto da erigere una chiesa
762 8| sospirava esclamando: Il peggio é viver troppo! e un giorno,
763 | pel
764 1| pubblicassi. Esso andava pellegrinando per trovare un’università,
765 10| mese di giugno del 1804 pellegrinò da Ostenda sino a Montreuil
766 8| sapientissima non tanto della pena dovuta agl’ignoranti prosontuosi,
767 2| molti lettori che forse non penetrerebbero nessuna delle trecento trentatré
768 12| appiglierebbe. Rispose Non ci ho pensato: a chi non ha patria non
769 8| virtù. O codarda! non ti pentire, o codarda! Bensì paga il
770 11| dalla troppa economia della penuria, e a chi dallo scialacquo
771 | perch’
772 | perciò
773 3| si pente della sua vita perduta fra gli uomini letterati,
774 10| latino da lui anteposto perfino alle Georgiche, perché,
775 10| città, si fermò sotto il peristilio, e adorò. Poi volgendosi
776 8| parte della perorazione, e periti fisionomi assai più di Lavater.
777 8| Cicerone nella parte della perorazione, e periti fisionomi assai
778 7| per una sola, vive e muore perplesso, né arriva mai a un luogo
779 8| 8-~ ~Da’ sistemi e dalla perseveranza con che li applicava al
780 3| Didimo, uno scrittore di tal peso lavora prudentemente a bell’
781 3| pubblicarlo; e a taluno piacerebbe ch’io lo abolissi. È un
782 3| solo delle loro colpe, ne piange; parla de’ molti paesi da
783 11| trenta fogli allegramente di pianta; la maledizione di volerli
784 8| settimana a lasciarsi vedere in piazza. Sì fatti erano i suoi paradossi
785 8| a un macellaro, o su le piazze de patiboli fosse persona
786 9| accorgermi ch’e’mi stanno tra’ piedi per avvertirmi con mille
787 1| scuole d’Italia gli parevano piene o di matematici, i quali
788 10| Roma d’alcuni frammenti di pietre preziose dissotterrate in
789 9| travaglia su le mere astrazioni; piglia le mosse e senza avvedersi
790 10| sue omelie all’improvviso, pigliando sempre per testo de’ versi
791 10| da per sé, quattro odi di Pindaro. Diceva che Eschilo era
792 8| queste parole, le lagrime gli pioveano dagli occhi, e fu l’unica
793 4| antico: moltissimi, e fu in Pisa, mi confortavano a ridurla
794 5| nel contado tra Firenze e Pistoia, a imparare migliore idioma
795 7| diversa dalle solite de’ pittori e de’ poeti, su la quale
796 | po’
797 7| manoscritto greco citato poc’anzi, ha per intitolazione:
798 | poca
799 10| antichi poeti e tutto il poema delle Georgiche. Era devoto
800 10| panegirico ch’ei faceva di certo poemetto latino da lui anteposto
801 10| citasse mai le odi di quel poeta, Didimo in risposta gli
802 10| spiaggia, esclamò: Così vien poetando l’Ariosto. Tornandosi meco
803 | poiché
804 12| sera, senza dire parola di politica, di religione, o di amori
805 1| a ogni nuovo padrone de’ popoli, senza fare né piangere,
806 13| forestiero, non era guardato dal popolo di mal occhio, e le donne
807 16| ospiti suoi lasciato tanto da porgli una lapide, lo facciano
808 3| i tempi, i consigli e i portamenti degli uomini dotti.~ ~ ~
809 7| in intercalare: opinioni. Portava anche rispetto a’ sistemi
810 13| soffermavano accanto a una porticciuola a discorrere seco, e molti
811 | possano
812 | posso
813 | post
814 4| potevasi, aggiunti alle postille notate da Didimo nel suo
815 11| aveva la beatitudine di potere scrivere trenta fogli allegramente
816 8| e quando tu se’ forte da poterli correggere, la ti dice il
817 | potersi
818 | potesse
819 | poteva
820 4| quanto più opportunamente potevasi, aggiunti alle postille
821 | potrei
822 14| perché non era né ricco né povero. Forse non era avido né
823 4| nondimeno con geometrica precisione alcuni passi bene o male
824 14| natura l’avesse moltissimo prediletto, né poco. Ma l’aveva temprato
825 8| un giorno, dopo assai mie preghiere, me ne disse il perché:
826 6| oculare. Giova a ogni modo premettere tre avvertenze. Primamente:
827 10| diceva: Che s’era fatto prestare ogni cosa da Omero, dagli
828 2| composto. Taluni fors’anche, presumendo troppo del loro acume, starebbero
829 8| ispirazione profetica, anzi presumeva di saperne le fonti. Incolpava
830 12| costumi esteriori. Vestiva da prete; non però assunse gli ordini
831 12| padre. Fuor dell’uso de’ preti, compiacevasi della compagnia
832 10| alcuni frammenti di pietre preziose dissotterrate in Lesbo.~ ~ ~
833 12| altro. S’addomesticava alle prime; benché con gli uomini cerimoniosi
834 14| novità che allettava, e la primitiva ruvidezza che offende. Quindi
835 4| offendesse, nel primo passo il Principe della letteratura fiorentina,
836 8| raggiri co’ quali ei si procacciò la vittoria. Ogni qual volta
837 14| insegnamenti; e quel tanto che produceva da sé, aveva certa novità
838 8| emendar la sua vita. Nel proferire queste parole, le lagrime
839 7| unico vocabolo, opinioni, lo proferiva con serietà religiosa. A
840 12| taluno (com’oggi s’usa) professavasi cosmopolita, egli si rizzava
841 8| Credeva nell’ispirazione profetica, anzi presumeva di saperne
842 1| Didimo, era dotato di spirito profetico, specialmente per le cose
843 9| lunga di fatti, o sono sì pronte che non danno bisogno di
844 14| suo le cose comuni; e la propensione di censurare i metodi delle
845 2| col titolo: Didymi clerici prophetae minimi Hypercalypseos, liber
846 7| ma, come fossero assiomi, proponevali senza prove: non però disputava
847 15| suo beneplacito; e fece proponimento di né più leggere né più
848 9| scienze erano una serie di proposizioni le quali aveano bisogno
849 | propri
850 | propria
851 | proprie
852 12| il mio secreto è la sola proprietà sulla terra ch’io degni
853 | proprio
854 11| poeti, Didimo scriveva in prosa perpetuamente; e se ne teneva.
855 8| pena dovuta agl’ignoranti prosontuosi, quanto della vendicativa
856 8| contro la fortuna ed il prossimo: e quando poi tu se’ debole,
857 7| assiomi, proponevali senza prove: non però disputava a difenderli;
858 12| interrogazioni rispondeva proverbi o guardava in viso chi gli
859 3| scrittore di tal peso lavora prudentemente a bell’agio e con gravità,
860 14| ma senza fidarsene, alla prudenza mondana. E forse aveva più
861 3| mi vanno dissuadendo dal pubblicarlo; e a taluno piacerebbe ch’
862 1| stampa, io rimpatriando li pubblicassi. Esso andava pellegrinando
863 16| molti anni innanzi; ed io lo pubblico, affinché s’egli mai fosse
864 12| natura di compassione e di pudore; due forze pacifiche le
865 | puoi
866 10| altro beveva sempre acqua pura. Aveva non so quali controversie
867 15| chiesa su’ colli del lago di Pusiano, presso la villa Marliani,
868 3| klhrikoè „UpomnemŽtvn biblÞa p¤nte: e suona Didymi clerici
869 | qua
870 9| porto meco una galleria di quadri i quali mi fanno osservare
871 | qualche
872 | quanti
873 | quantunque
874 | quegli
875 | quell’
876 | quella
877 | quello
878 11| al quale alcuni ufficiali questionavano di tattica, e fumavano mandandosi
879 10| che sarebbe andato alla questua a pecuniare tanto da erigere
880 14| agli altri, se ne andasse quietissimo e sicuro di sé medesimo
881 3| clerici libri memoriales quinque. L’autore descrive schiettamente
882 13| mai luogo. E’ diceva: La rabbia e il disprezzo sono due
883 2| trecento trentatré allusioni racchiuse in altrettanti versetti
884 11| Oltre a’ tre manoscritti raccomandatimi, serbava parecchi suoi scartafacci
885 1| Un nostro concittadino mi raccomandò, mentr’io militava fuori
886 8| poeti, si narrano i bassi raggiri co’ quali ei si procacciò
887 9| incomprensibile dell’Universo. L’umana ragione, diceva Didimo, si travaglia
888 13| ch’erano giunti innanzi. Rammentava volentieri la sua vita passata,
889 7| non erano congiunte alla rarissima arte d’usarne. Lodava la
890 3| Ricordi in lingua nota a rarissimi, affinché, com’ei dice,
891 3| in bene né in male; o di ravvedersi di quegli errori, attraverso
892 7| lume, allora quelle tenebre ravviluppano l’anima, e la conducono
893 15| a’ tre manoscritti da me recati in Italia, scrissi ad Inverigo
894 12| e per primo saluto gli recitava alcuni squarci di traduzioni
895 6| dell’animo. Finalmente: reciterò le parole di Didimo, poiché
896 8| sottovoce e palliandolo di recriminazioni contro la fortuna ed il
897 15| buon vecchio sacerdote, regalandomi il disegno che ho posto
898 7| lo proferiva con serietà religiosa. A me disse una volta Che
899 5| benché scrivesse per ozio, rendeva conto a sé stesso d’ogni
900 11| suo Itinerario lungo la Repubblica Letteraria. In esso capitolo
901 12| delle donne, però ch’ei le reputava più liberalmente dotate
902 9| che, malgrado l’algebra, resterà scienza imperfetta e per
903 15| a domandarne novelle al Reverendo Don Iacopo Annoni; e perché
904 5| vocabolo; ed aveva tanto ribrezzo a correggere le cose una
905 12| non una volta, e per non ricaderci, rilesse i quattro evangelisti.
906 7| arte d’usarne. Lodava la ricchezza più di quelle cose ch’essa
907 12| parlasse asciutto; ed a’ ricchi pareva altero: evitava le
908 14| verecondo, perché non era né ricco né povero. Forse non era
909 6| vita di Didimo, e me ne richiedono istantemente, scriverò le
910 10| delle epistole d’Orazio. Richiesto da un ufficiale perché non
911 12| sentirsi dar dell’abate. Richiestone, mi rispose La fortuna m’
912 11| ripulire i suoi manoscritti ricopiandoli per tre volte. Ma la prima
913 9| ne’ poeti de’ quali mi vo ricordando a ogni tratto, porto meco
914 3| per pochi, ei dettò questi Ricordi in lingua nota a rarissimi,
915 8| Riferirò le poche di cui mi ricordo. Celebrava Don Chisciotte
916 4| stampe questa di Didimo, ricorsi nuovamente a’ letterati
917 10| tratte parecchie pagine, e ricucitele in un solo grosso volume.
918 1| senza fare né piangere, né ridere il mondo; e però come fatui
919 11| Dopo il desinare, Didimo si riduceva in una stanza appartata
920 4| Pisa, mi confortavano a ridurla in istile moderno, depurandola
921 11| maledizione di volerli poi ridurre in tre soli, come a ogni
922 12| tacendolo, la mia fede riescirebbe sinistra; e manifestandolo,
923 8| sentenze degne di riso. Riferirò le poche di cui mi ricordo.
924 7| della virtù a perdizione. Riferisco le parole; altri intenda.~ ~ ~
925 12| confraternite; e seppi che rifiutò due patenti accademiche.
926 10| libri gli capitavano; non rileggeva da capo a fondo fuorché
927 12| volta, e per non ricaderci, rilesse i quattro evangelisti. Ma
928 8| rimorsi, quando al mortale non rimane vigore, né tempo d’emendar
929 12| moderne de’ poeti greci; e rimanevasi solo. Usava anche sentenze
930 8| con atterrita Coscienza i rimorsi, quando al mortale non rimane
931 1| meritevoli della stampa, io rimpatriando li pubblicassi. Esso andava
932 12| chierico di cognome; ma gli rincresceva sentirsi dar dell’abate.
933 8| poi tu se’ debole, la ti rinfaccia con disperata superstizione,
934 14| vidi, più disingannato che rinsavito; e che senza dar noia agli
935 8| prima infedeltà delle mogli. Ripeteva (e ciò più che riso moverà
936 15| anno seguente; né ho potuto riportare dalla mia gita se non una
937 10| una chiesa al Paracleto e riporvi le ossa di Torquato Tasso;
938 11| in una stanza appartata a ripulire i suoi manoscritti ricopiandoli
939 2| loro acume, starebbero a rischio di parere commentatori maligni.
940 2| farsi ministri degli altrui risentimenti, benché giusti, è poca onestà;
941 13| giusto e irreconciliabile il risentimento degli uomini dotti. Aveva
942 2| lasciai leggere, alle volte ne risero; ma non s’assumevano d’interpretarmelo.
943 8| in guisa che tu non puoi risorgere alla virtù. O codarda! non
944 7| opinioni. Portava anche rispetto a’ sistemi altrui, o forse
945 10| di quel poeta, Didimo in risposta gli regalò la sua tabacchiera
946 12| persona m’è pure necessità a rivelare alle volte il secreto che
947 9| ma possono insieme farle rivivere agli occhi di chi le vede
948 12| professavasi cosmopolita, egli si rizzava senz’altro. S’addomesticava
949 10| lavoro dicendo Fu fatto a Roma d’alcuni frammenti di pietre
950 10| onde con le quali l’Oceano rompea sulla spiaggia, esclamò:
951 12| perpetuamente, desinava a tavola rotonda con persone di varie nazioni;
952 10| Diceva che Eschilo era un bel rovo infuocato sopra un monte
953 14| allettava, e la primitiva ruvidezza che offende. Quindi derivava
954 2| Hypercalypseos, liber singularis e sa di satirico. I pochi a’
955 12| natura mi ha deviato dal sacerdozio: mi sarebbe rimorso l’andare
956 12| però assunse gli ordini sacri, e si faceva chiamare Didimo
957 4| affinché i lettori abbiano saggio della operetta greca, ne
958 8| Ma tu se’ codarda; e non sai che o sofisticare, o angosciarti. –
959 12| un libretto, e per primo saluto gli recitava alcuni squarci
960 3| persone dabbene; le quali non sapendo leggere che nella propria
961 8| profetica, anzi presumeva di saperne le fonti. Incolpava il berretto,
962 8| di Marsia era allegoria sapientissima non tanto della pena dovuta
963 9| a’ mortali; e che la vera sapienza consiste nel giovarsi di
964 4| desiderato lo stile condito di sapore più antico: moltissimi,
965 2| liber singularis e sa di satirico. I pochi a’ quali lo lasciai
966 3| giungiamo talvolta alla saviezza. Farò dunque che sia tradotto;
967 11| tattica, e fumavano mandandosi scambievolmente de’ brindisi. Gl’intesi
968 12| ma avviene che a volere scampare dalla perdizione qualche
969 3| i propri peccati, senza scandalo delle persone dabbene; le
970 9| arti, era una galleria di scarne definizioni; e che, malgrado
971 6| istantemente, scriverò le scarse, ma veracissime cose che
972 8| perché s’illudeva di gloria scevra d’invidia; e d’amore scevro
973 8| scevra d’invidia; e d’amore scevro di gelosia. Cacciava i gatti
974 5| lode de’ mortali, deriva lo scherno contro a molti difetti,
975 3| quinque. L’autore descrive schiettamente i casi per lui memorabili
976 11| della penuria, e a chi dallo scialacquo dell’abbondanza; e ch’esso
977 9| bisogno di dimostrazioni scientifiche.~ ~ ~
978 9| malgrado l’algebra, resterà scienza imperfetta e per lo più
979 16| una lapide, lo facciano scolpire sovr’essa:~ ~ ~didymi clerici~
980 8| che la favola d’Apollo scorticatore atroce di Marsia era allegoria
981 15| da me recati in Italia, scrissi ad Inverigo a domandarne
982 2| disprezzo che la coscienza degli scrittori teme assai più dell’odio.~ ~ ~
983 2| in altrettanti versetti scritturali, di cui l’opuscoletto è
984 3| naturale avversione contro chi scrive per pochi, ei dettò questi
985 6| richiedono istantemente, scriverò le scarse, ma veracissime
986 5| altra: «Che Didimo benché scrivesse per ozio, rendeva conto
987 8| ciò più che riso moverà sdegno) che la favola d’Apollo
988 13| disprezzava con taciturnità sì sdegnosa da far giusto e irreconciliabile
989 12| depositario degli altrui secreti: Non ch’io non fidi di serbargli
990 11| stava giocandovi, ed ei sedeva presso ad un tavolino, intorno
991 5| contro a molti difetti, segnatamente contro alla fatuità del
992 6| industriosamente nel proprio segreto tutte le passioni dell’animo.
993 8| che lo vidi piangere; e seguitò a dire: Ahi! la Coscienza
994 10| deserto; e Shakespeare, una selva incendiata che faceva bel
995 10| circondato di burroni e di selve sotto un cielo oscurissimo,
996 14| delle nostre scuole. Inoltre sembravami ch’egli sentisse non so
997 9| avvertirmi con mille nuove sensazioni ch’io vivo. E però Didimo
998 8| il perché: La vecchiaia sente con atterrita Coscienza
999 7| luogo dove ognuno di que’ sentieri conduce l’uomo a vivere
1000 6| consonanti o dissonanti co’ sentimenti e le consuetudini della
1001 3| ch’ei gli esalti, fa pur sentire ch’ei li disprezza. Malgrado
1002 12| cognome; ma gli rincresceva sentirsi dar dell’abate. Richiestone,
1003 14| Inoltre sembravami ch’egli sentisse non so qual dissonanza nell’